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Il ritorno degli Spiriti

Questa Nostra Terra

Lutezia, Ferenzia 28-04-1118

“Sire, è accaduto una cosa incredibile!” l'attendente, trafelato, si inchina frettolosamente dopo essere entrato come una furia nella sala del trono.   “Calmati, Aubin, e di' pure cosa sta succedendo. Se sei piombato qui così ci sarà un motivo. Avanti, ti stiamo ascoltando” il Re, magnanimamente, fa cenno all'attendente di continuare.

“E' ricomparsa, Sire, qui nel circolo della Capitale. Dopo 3 anni è di nuovo apparsa a noi!” sempre agitato, Aubin non riesce a comprendere che le sue parole risultano mancanti di significato.

“Aubin, smettila di balbettare e spiegati. Il Re non può perdere tempo con il tuo farneticare!” si intromette uno dei generali più vicini al Re.
 
“L'Esprit Marianne! E' di nuovo tra noi! Lo Spirito è tornato!” con un gesto plateale l'attendente indica fuori dalle vetrate del palazzo di Lutezia.
 
“Bene, è un'ottima notizia.” Con un sorriso di intesa verso i generali, il Re si alza per recarsi al Circolo rituale. “Questa cosa volge, finalmente, a nostro favore”

Lesko, Teutonia 28-04-1118

“Mein Herzog, chiedo udienza urgente” L'ufficiale attende sull'uscio di poter entrare nella sala riccamente arredata.

“Vieni avanti, Henke, cosa succede?” il Duca alza lo sguardo dai fogli che ha sulla scrivania e lo invita a entrare.
 
“Notizie giungono da Hamburg. Circa un'ora fa, nel Circolo Profondo della città è comparsa una sfera di luce che ha preso poi le sembianze di due persone. Un uomo e una donna.” l'ufficiale fa una pausa prima che il duca lo inviti a continuare.
 
“L'uomo è stato identificato da un sacerdote come la Voce degli Spiriti. Mentre la donna...” si ferma ancora per qualche istante “Mein Herr, vi comunico che lo Spirito dell'Impero è finalmente tornato!”
 
L'attuale duca di Lesko, provincia dell'Impero Teutone, si appoggia allo schienale della sedia ove è seduto e emette un sospiro a lungo trattenuto. “Finalmente è tornato. I nostri sforzi hanno avuto successo….forse questo incubo sta per finire. Siano lodati gli Dei tutti."

Aranor, Areldar 28-04-1118

“Che sta succedendo là fuori? Lo senti che trambusto?” un anziano elfo si volge verso la sua compagna alzandosi dalla sedia.

La stanza attorno a lui è ancora per metà sottosopra a causa del recente trasloco. Venire fino a qui dalla lontana Alma è stato un po' stressante per il suo corpo indebolito dall'età, ma essere di nuovo qui, ad Aranor, nel luogo in cui era nata la sua casata, è stata la cosa giusta da fare.
 
Insieme alla compagna si avvicina alle finestre e guarda verso il centro della cittadina in ricostruzione, laddove è presente il circolo rituale.
 
Diversi elfi sono inginocchiati e sembrano in lacrime, altri si abbracciano felici. Lo sguardo dell'anziano si volge verso il circolo e vede due regali figure elfiche, un maschio e una femmina, mano nella mano mentre osservano la folla. La fronte di lui è adornata dall'antica corona reale mentre i capelli di lei ondeggiano al vento come le onde del mare.
 
Gli occhi dell'anziano elfo si spalancano per la sorpresa mentre alcune lacrime cominciano a scendere. “Sono tornati...e sono finalmente insieme...”

Verbanium 28-04-1118

“Ehi, non correre! Alberto, non correre! Aspettami ti dico!” La bimba corre, quasi ruzzolando, tra i cespugli del bosco dove si era inoltrata insieme all'amico.

“Corri Leina, muoviti!” Il ragazzino davanti a lei la anticipa di alcuni metri e non sembra intenzionato a fermarsi se non appena fuori dai boschi, a un paio di centinaia di metri dal recinto della fattoria dove abita insieme alla sorellina e ai genitori.
 
“Si può sapere perché sei corso via così velocemente? Cosa hai visto, un fantasma?” La piccola Leina, mani sulle ginocchia mentre cerca di riprendere fiato, canzona un poco il fratello. Insieme, riprendono più lentamente il cammino verso casa.
 
“Veramente...si” dopo qualche istante di silenzio, Alberto le risponde. “ho visto alcune strane luci e quello che sembrava il fantasma di un uomo. Completamente bianco e luminescente!” Allarga le braccia per mettere enfasi nelle sue parole.
 
“Si, certo, come no. Come la volta dell'orda di scheletri o quella volta del pipistrello gigante. Non mi prendi più in giro, tu! E ora muoviamoci che la mamma ci sta aspettando. Lo sai che domani dobbiamo andare a Eresta e dobbiamo andare a letto presto!” la piccola allunga il passo lasciando indietro il fratello maggiore.
 
Alberto le sbuffa dietro e si gira qualche istante per guardare dentro al bosco. Per un istante gli sembra di scorgere qualcosa e ha un brivido. Non ci pensa su e corre dietro alla sorellina per rientrare in fretta in casa.