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La Voce degli Spiriti

Questa Nostra Terra

Vuoto,

è quell’assenza di suoni quasi imbarazzata a spezzare il fragore delle città che si svegliano, quando le prime luci dell’alba fanno capolino dall’orizzonte tinto di cremisi.
Nessuno sa cosa sia accaduto pochi istanti prima del risveglio, quando i sogni scivolano via dalla mente per lasciare spazio alla realtà.

 

Una frazione di secondo diventa un’eternità, e tutti, in ogni luogo di Elempos, destati dal torpore di una notte diversa dalle altre, possono dire di aver visto e sentito la stessa cosa:


Nebbia, e attraverso di essa, un bagliore verdastro che risplende accecante, disegnando nella bianca coltre di caligine, forme che sembrano danzare e vorticare. 

Rapito da quel tumulto di fili color smeraldo, non ti accorgi della sagoma che, lentamente, prende forma dinnanzi ai tuoi occhi: un giovane uomo, elegantemente vestito, ti sorride. Sulla spalla, una fiamma tremolante disegna i contorni di un Pettirosso, il cui cinguettio si perde nelle volute di foschia.

 

“Si”, dice l’uomo, i cui lineamenti pigramente si fanno più nitidi. “Questo luogo è... e non è”. Apre le braccia, come a raccogliere tutto lo spazio infinito che vi circonda. “Alcuni tra voi lo chiamano Piano di Coesistenza Astrale”. Sorride, pacifico.

 

“Elempos esiste perché io esisto, e proprio come la sua integrità è legata alla mia essenza incorruttibile, gli Spiriti delle Terre sono legati ai popoli che li abitano. Un popolo spezzato è un popolo debole. Uno Spirito che si scinde, lo è altrettanto”. Abbassa lo sguardo, a fissare un punto infinitamente distante sotto di voi.

 

I tuoi occhi seguono quelli dell’uomo, e ti rendi conto di non posare piedi su terra alcuna; sotto di voi, migliaia di creature marine sembrano nuotare nel mare di foschia, danzando attorno ai fili color smeraldo: un’Orca, una Sirena, una creatura con serpenti al posto dei capelli, un...

 

“La scongiurata Apocalisse, che ha quasi distrutto la nostra Creazione, ha reciso alcune delle corde più profonde del nostro mondo.” Alzi gli occhi, tornando a guardare l’uomo e abbandonando le sagome ipnotiche sotto di te. “E’ in atto un grande cambiamento. Molti dei miei figli sono accorsi qui, nella mia dimora, disposti a restarci. Abbandoneranno la terra dei mortali, per fondere definitivamente la loro energia con la mia.” Sposta lo sguardo oltre le tue spalle, guardando qualcosa. Non ti giri.

 

“Altri, invece, sono stati liberati dalle catene che li tenevano legati a mortali incapaci di comprendere, incapaci di capire davvero. Uno Spirito è qualcosa che esiste da sempre, e per sempre esisterà, fintanto che io stesso permarrò.” Muove qualche passo verso una direzione imprecisata, e poco distante scorgi altre sagome muoversi nella nebbia: un cane, un oscuro e mastodontico serpente, un lupo dal manto color della notte, un alce tra le cui corna sembra sorgere la luna stessa....

 

“D’ora in avanti, solo i degni potranno richiamare un mio figlio. D’ora in avanti, a pochi sarà concesso il Dono di volare oltre i cieli della conoscenza.” Si ferma, senza guardarti. Sembra invece puntare lo sguardo verso un cielo immaginario. Migliaia di piccoli punti luminosi risplendono orgogliosi sopra la tua testa, inondando l’infinità di verdi bagliori screziati d’argento. Ti sembra di scorgere un Drago, vorticare poco distante, un falco, un cavallo dalla criniera di fuoco e ombra…

 

“Presto accadrà qualcosa, qualcosa che squasserà le fondamenta stesse di Elavia. Molte cose cambieranno, e voi dovrete essere pronti.” Si avvicina nuovamente a te, il Pettirosso di fuoco sempre posato sulla sua spalla.

 

“Troppi in passato hanno osato farsi beffa del mio potere. Troppi, ancor oggi, forti di un legame che io stesso a stento possono recidere, cercano di ottenere potere e prestigio, fama e timore, da parte dei più deboli.”

 

Quando pronuncia queste parole ti sembra di scorgere, alle spalle del giovane uomo, una creatura avvolgersi lunghe ali squamose intorno ad un corpo con tre teste e dalla coda di serpente.

 

L’uomo allunga una mano toccando un punto imprecisato sul tuo petto. “E’ qui che dimora il coraggio, dove vive la forza e nasce la speranza. Siate portatori di pace e virtù, siate voi stessi Custodi di un mondo che mai più dovrà oscillare sull’orlo di un baratro oscuro e terribile”.

 

Il tocco del giovane sembra farsi freddo, e la sua mano lentamente torna a tramutarsi in nebbia. I suoi contorni lentamente svaniscono, ma i suoi occhi sembrano scrutarti dentro, fino al centro dell’anima.

 

“Ricorda queste mie parole. Preparati a ciò che accadrà.” Poi, la caligine lo avvolge e tutto intorno a te torna ad oscurarsi.

 

 

Ti svegli di soprassalto, gli occhi fissi sul soffitto della tua dimora.

 

 

Nella testa una frase, che risuona calda e lontana.


“Io sono la Voce degli Spiriti”.