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Voci dal territorio teutone

Blitzkrieg

Nelle taverne, così come nei circoli militari e politici, l'argomento del giorno è la guerra in territorio teutone. 

Le voci narrano della faticosa avanzata dell'esercito di Lesko contro la furia dei soldati di Neumann.

Pare che negli scorsi mesi lo sforzo bellico si sia concentrato nel Ducato di Kierke sotto forma di ripetute e sanguinose battaglie.

L'assedio di Sachegen, all'inizio dell'estate, è stato un bagno di sangue.

L'esercito ha cacciato i civili dalla protezione delle mura, costringendoli a lanciarsi dai bastioni stessi e poi, preso atto dell'assenza di possibilità di resistenza, ha sciamato come un'orda disordinata, incontrollata, dalle porte della fortezza in un ultimo furioso assalto.

Le perdite sono state tali che si dice le pietre dell'intera città resteranno tinte per anni del rosso sangue dei morti. 

Spezzata la linea difensiva di Sachegen, Lesko ha spostato la pressione bellica sulla quasi isolata Ingen.

Quì non c'è stato bisogno di un assedio.

Ogni casa all'arrivo dell'esercito si è rivelata vuota di vita.

I pochi sopravvissuti hanno raccontato i rastrellamenti dell'esercito di Neumann per coscrivere ogni persona in grado di reggere un'arma, delle violenze su chi tentava di sottrarsi alla leva forzata, delle soppressioni dei deboli e dell'abbandono di chiunque non fosse utile alla resitenza alla fame ed al degrado di quella provincia devastata e depredata di tutto. 

Non è certo se a dare forza alle truppe di Lesko nella mossa successiva sia stato il desiderio di impedire il ripetersi di tanti orrori, o il bisogno profondo di lasciarseli alle spalle per tentare, invano, di dimenticare... 

Il fronte ha avanzato con passo rapido per tutta la provincia di Gunnest, i nemici parevano arretrare ponendo una resistenza minima, ma lasciavano dietro di sè solo edifici vuoti, ponti demoliti e campi in fiamme che rendevano il dolce calore della prima metà del mese del Lupo peggiore dell'ardere degli inferi.

Cenere, morte e polvere fino ai confini del capoluogo, Obengard. I ponti sulle vie d'acqua, confine naturale della città, erano stati ovviamente fatti saltare da Neumann e con essi le chiuse che regolavano i flutti.

Obengard era allagata. Abbandonata a sè stessa. distrutta. 

La conquista di Kierke era cosa fatta, ma a che prezzo?

Quando la guerra cessa di essere lo scontro epico di cui narreranno le leggende e diventa un capitolo buio della storia, dolore della memoria su cui il tempo fa calare un pietoso velo di oblio?