Quel che segue è la trascrizione dell'interrogatorio ad Annica sacerdotessa di Kenthar.
“Il contadino che ha lanciato la richiesta d’aiuto parlava di civili, ma dal rapporto da lei fatto non ne risultano.”
“Risultano solo eretici legati alla fiamma, giudice. Ed io e gli eroi presenti abbiamo fatto ciò che doveva esser fatto: abbiamo portato prevaricazione su quei fottuti bastardi.”
“Lei sta eludendo la domanda: dove sono i civili? Che fine hanno fatto coloro che sono venuti a chiedere aiuto alle porte dell’edicola?!”
“Morti, i bastardi legati alla fiamma sono tutti morti! Erano venuti per chiedere aiuto, piangevano disperati dicendo di voler rivedere le stelle e la madre Eladiel. Ho concesso loro l'espiazione.”
“La legge elaviana era chiara! Chi chiedeva aiuto andava protetto, non massacrato!”
“La legge mortale è niente! La legge Divina è tutto!
Sono morti affinché un’anima eletta scendesse in terra e desse modo ai vostri soldatini di salvare più vite possibili!
E sapete cosa? Ci ha benedetti!”
“Per l’autorità conferitami dal Patriarca di Raleos ed in ossequio alle leggi elaviane da voi violate, la dichiaro in arresto: una volta portata nelle celle passeremo a chiederle di identificare i complici del vostro delitto.”
“Il compito mio e dell’edicola è terminato: fate ciò che volete voi falsi e bigotti che vi nascondete dietro le leggi.
Gli Dei hanno parlato e la loro parola è al di sopra di tutto.
Voi fermate me, ma quel giorno Kenthar ha lasciato tutto in mano al suo figlio prediletto, io l’ho visto: voi arrestate me, ma io ho permesso che in terra la Dea del mutamento eleggesse un suo santo.
Io ho fede in Vertigo.”
Fine delle trascrizioni: la sacerdotessa Annica si è tolta la vita attivando un veleno in una capsula nascosta in un dente, come era usanza tra alcuni sacedorti di Rhas.
I complici di tale crimine contro innocenti, restano ad oggi ignoti: l'inquisizione ha deciso di fermare momentaneamente le indagini.