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Nel profondo

Anime d'Acciaio

 

Il Khazaduzbad entra nelle aule del consiglio dei Thane. Il passo, pesante ma deciso, rivela già che la natura della convocazione è di comunicare, non di domandare.

Al suo seguito, oltre a otto guardie d'onore vi è anche Makarit Kalteschwert, la cui presenza fa sollevare qualche voce interrogativa.

Non c'è stupore però, nascosto sotto le barbe dei nani, quando Tuzdar VI Azulkrunk inizia a parlare:

"Sapete tutti cosa abbiamo trovato nel profondo dello scavo di Kerak-Zan. Sapete anche che la Forgia è una condanna, più che una benedizione. Usarla è un rischio, un rischio enorme. E per quanto mi riguarda va studiata, si, come gli elaviani chiamati da Makarit hanno suggerito. Tuttavia oggi stiamo affrontando un periodo buio. Una minaccia mai vista, neanche ai tempi del caduto: un culto eretico che fa capo a chissà quale entità perversa, minaccia di lasciarci per sempre lontano dai paradisi. Non solo noi! Ma anche le nostre famiglie, i nostri cari, tutti i nani timorati di Vornat!"

Queste sue parole echeggiano nell'aula col fragore di un tuono in piena estate.

"Per come la penso io, non possiamo lasciare che questo culto vinca sulla nostra fede e sulla nostra anima! Non dobbiamo lasciarci sopraffare dalle sue mistificazioni e dall'alleato militare, l'Egemonia, che lo supporta! Non voglio far si che una tale risorsa vada sprecata in una guerra che i nostri figli, i loro figli e i figli dei figli dei loro figli ricorderanno per sempre!"

Come un ennesimo tuono, la voce di Tuzdar percorre le aule, lasciando tutti interdetti. Persino Makarit, in disparte in un angolo, non riesce a mascherare un velo d'ansia nell'udire queste parole.

"Ma" aggiunge "L'anima non è cosa su cui un Khazaduzbad debba decidere o mettere le mani. Mai potrà e dovrà esserlo e io non voglio farlo. Tutti i sapienti che conosco, eccetto uno, sono al lavoro sul capire come funziona quella forgia. Non chiederò a nessuno di usarla, perché comunque anche il tonante non la approva. E l'anima, come è stato scoperto dagli avventurieri elaviani..."

Un anziano Thane si alza in piedi:

"I nostri martiri hanno scelto di compiere un grande sacrificio, per un bene superiore! Io sento di stregoni ricordati come eroi, eretici ricordati come amici. Rabbrividisco a questa idea. Ma se costoro possono essere ricordati come fossero grandi condottieri, perché non i nostri martiri? Gli elaviani, senza chiedere a nessuno, forse non si sono alleati con mangiatori di anime, eretici e stregoni? E vogliono metter bocca sulle nostre questioni, proprio ora che siamo noi, a dover compiere una decisione?"

Vaghi cori di approvazione si levano dalla sala

Tuzdar VI cerca di intervenire, ma la sua "Calma", proferita con un tono di voce normale, viene soffocata dall'intervento di un altro consigliere:

"Quindi che suggerisci vecchio? Che siccome fuori da Austeria è pieno di pazzi e idioti, il percorso da loro tracciato sia da seguire? Vuoi far la fine della pecora che va dietro alle altre giù dalla rupe?"

Ancora una "Calma" viene pronunciata dal Khazaduzbad, con tono più alto e nuovamente soffocata:

"Io non me ne starò a guardare i miei figli e i miei nipoti lasciati fuori dalle aule del tonante, solo perché a te mancano gli attributi per fare ciò che deve essere fatto!"

Il battibecco si fa più animato:

"Che dici vecchio? Vieni a ripetermelo in faccia e te li faccio assaggiare i miei attributi"

"CALMA!"

Il Khazaduzbad urla così forte che persino Vornat avrebbe sussultato, piantando il suo martello sul seggio di pietra, che esplode in mille frammenti:

"Vedete di cosa parlavo nei giorni addietro? Vedete cosa ci sta facendo questo culto?"

Tuzdar riprende la sua calma:

"Quando ho guidato direttamente l'assalto al loro campo, a Kerak-zan, sapete cosa hanno visto gli elaviani? Povere persone che si arrendevano. Ma non c'erano civili lì, no. C'erano solo soldati inetti, che avrebbero combattuto ancora, che avrebbero ucciso ancora e che hanno avuto il solo difetto, per nostra fortuna, di aver fallito. Potenziali assassini, eretici, troppo deboli per portare a termine le loro opere e la loro volontà di sopraffazione, ma che, se avessero potuto, non avrebbero esitato a farlo. Io sono stato ciò che la mia carica richiede che io sia: giudice supremo ed esecutore della volontà di Austeria. Brucino pure le loro anime in quella dannata fiamma.

Questo culto ci vuole divisi, separati, titubanti della nostra fede e della nostra morale, così da poterci colpire più facilmente.

C'è chi, durante quel'attacco, ha pensato che fosse un massacro. No.

Quelli che abbiamo attaccato non erano poveri inerti, non erano sperduti civili, erano solo soldati. Soldati che rispondevano a un culto eretico di sopraffazione e tirannia, che non accetta trattative o compromessi. Un culto il cui obbiettivo era quello, dichiarato, di convertire l'intera Austeria, con la forza, se necessario. E quelli erano null'altro che invasori, colpevoli dei crimini che vi ho elencato e da me, come tali, giudicati e puniti.

Ma già allora, il seme del dubbio si era insinuato nel cuore della compagine.

Il culto ci vuole divisi. Noi dobbiamo essere uniti.

Quindi queste sono le mie decisioni:

Chi vorrà usarla, potrà usare la forgia, ma solo dopo che i nostri studiosi lo avranno avvertito, chiaramente, dei rischi e delle conseguenze che il suo utilizzo comporta, oltre che della sua storia. Intanto proseguiremo col suo studio.

Nel frattempo, il blocco di Austeria si rafforzerà contro i suoi nemici: tutti gli stati che non hanno apertamente dichiarato eretico questo culto e che non ci aiuteranno a combatterlo, come l'Egemonia, non saranno più i benvenuti entro i nostri confini.

Se proveranno a forzare il blocco, saranno considerati invasori, e la condanna sarà la pena capitale.

Basta trattare con questi eretici, è il momento di far loro ricordare che i nani non si piegano alle macchinazioni dei gambelunghe."

Voci di approvazione si levano da tutti il consiglio.

"Oh, e un'ultima cosa: Makarit Kalteschwert, da oggi, sarà assegnata allo scavo di Kerak-Zan in pianta stabile, come governatrice. Lo scavo esulerà dalle leggi del Niederost e risponderà solo all'autorità del Khazaduzbad, come fosse una regione a sé stante. In virtù di questo, da oggi, il suo titolo sarà quello di Thane di Kerak-Zan. Ci sono contrari?"

Nessuna voce di disapprovazione si leva dai nani presenti, ma uno dei Thane rivela un ampio sorriso di approvazione che solca palesemente il suo volto. È la prima volta che Makarit vede suo padre sorridere così apertamente.

"È tutto"