Dalla Cancelleria della Nuova Inquisizione Elaviana
Io Bartolo da Valserena, Primo Inquisitore, Scudo dei Giusti, Martello degli eretici mi rivolgo alle illustrissime SIgnorie che governano gli stati che compongono il territorio del Cavallo e a voi concittadini elaviani.
Mi rivolgo a voi graziose Maestà, mirabili Principi e stimate Eccellenze che governate questo paese perchè già da lungo tempo c'è confusione in merito di leggi e, dando seguito al mio ufficio sono a chiedere pubblicamente, come già ho fatto più e più volte ai vostri gentili emissari, di deliberare in merito all'istituzione che ho l'onere e l'alto onore di guidare onde evitare imbarazzi e mancanze future.
Per sottoporvi questa richiesta brevemente spiegherò la posizione, una volta e per tutte, della Nuova Inquisizione Elaviana che per brevità definirò d'ora in avanti solo Inquisizione.
L'inquisizione nasce come costola militante attiva di tutte e Nove le Ecclesie e con il parere favorevole di tutti i Patriarchi più autorevoli d'Elavia. Al contrario delle esperienze passate il compito dell'Inquisizione, per volere delle Chiese, non è quello di reprimere e giudicare ma quello di guidare, sostenere, aiutare gli Stati Elaviani mettendo loro a disposizione uomini addestrati specificatamente, conoscenze, mezzi. Come per le Chiese il nostro scopo ultimo è difendere la Realtà e le anime di chi vive in questo travagliato mondo quindi giudicare e colpire eretici e blasfemi rientra nel compito specifico affidatoci dalle Chiese.
Posso rassicurare le Signorie Vostre che in alcun modo l'Inquisizione ha mandato per creare ingerenze politiche o di natura secolare. Solitamente chiediamo autorizzazione ad operare ma a volte le circostanze potrebbero impedire tale richiesta, per questo nuovamente vi invito ad una discussione in merito e a deliberare quanto prima.
Per aiutarvi di seguito proverò a spiegare brevemente quali sono i nostri campi di azione, cosa è considerato ai nostri occhi reato, secondo le leggi ecclesiastiche, e su come siamo tenuti ad operare.
Partiamo dalla cosa più semplice la blasfemia.
Si parla di BLASFEMIA quando un individuo si lega volontariamente al Nulla pensando di poterne trarre potere. Viene altresì considerata blasfemia anche predisporre riti o rituali atti a legarsi col Nulla. Contrabbandare oggetti corrotti, nascondere tali oggetti consapevolmente o prestare ausilio e riparo a negromanti conclamati. Se l'individuo non ha ancora varcato la soglia di legarsi col Nulla le pene sono severissime ma solo in alcuni casi capitali. L'individuo legato al Nulla ha ormai rinunciato alla propria anima l'unica pena è quella capitale.
In merito alla corruzione consapevole o inconsapevole, un po' meno semplice.
Si parla di CORRUZIONE quando un individuo risponde positivamente all'analisi del Nulla anche se solo superficialmente o comunque non in profondità nell'anima ma non ne aveva l'intenzione. Viene punita solo la corruzione consapevole, ovvero pur sapendo che un oggetto o un luogo è corrotto lo si tocca, lo si attraversa o vi si soggiorna. Solitamente le pene sono leggere ma in entrambi i casi l'individuo deve essere messo sotto osservazione, in quanto la corruzione può sia peggiorare sia a lungo andare far impazzire chi ne è colpito fino a portarlo a gesti estremi. Ovviamente non costituisce reato corruzione anche volontaria avvenuta al seguito o per mandato di un inquisitore durante le sue funzioni investigative e operative.
Veniamo adesso all'argomento che descrivere in poche righe è realmente arduo: l'eresia
Per prima cosa dobbiamo distinguere due tipi di eresia quella maggiore e quella minore
Viene definita ERESIA MINORE contravvenire alle regole che le Nove Ecclesie danno in senso generale. Faccio alcuni esempi: Ricercare attivamente conoscenze messe all'indice senza chiederne autorizzazione, Lucrare sul commercio di oggetti corrotti, Lucrare sul commercio di reliquie sacre di particolare santità e potenza, Intralciare attivamente le indagini di un Inquisitore autorizzato che si sia palesato, interessarsi o seguire i casi di un inquisitore senza averne autorizzazione e altre cose del genere. Solitamente l'Inquisitore, o il sacerdote avverte chi compie l'azione giudicabile eretica per farlo desistere prima di ratificare l'accusa. In questi casi il presunto eretico viene giudicato da un inquisitore, meglio se assistito da due persone di fiducia esterne all'inquisizione.
Viene definita ERESIA MAGGIORE distorcere la dottrina di una o più delle Nove Ecclesie secondo una propria visione errata della volontà dei Nove Patroni. Ne è triste esempio la guerra conclusasi un paio di anni or sono. In questo caso gli Inquisitori agiscono solo dietro mandato espresso della Chiesa interessata e solo con la funzionime di accompagnare il presunto eretico al giudizio. Il giudizio è riservato alla Chiesa interessata unica a discernere se gli atti di un sacerdote o di un vescovo sono in linea con la propria dottrina. Cito solo per completezza ma credo che sia palese che le pene variano a seconda dell'ecclesia che si ritiene parte lesa.
Al solito non riesco ad essere stringato e chiaro al tempo stesso ma comprenderete miei signori che alla luce dei fatti un'integrazione legislativa è necessaria in quanto Graziose Maestà, Illuminate Signorie chi di voi acquisterebbe una spada per poi sigillarla all'interno di un fodero?
Mi impegno comunque di fronte a tutte le Vostre Signorie a vegliare sull'operato degli inquisitori perchè il ruolo di guida e sostegno non venga mai meno e soprattutto non venga soppiantato dal beceri risvolti politici secolari. Sarà anche mio punto fermo, quando possibile, informarvi tempestivamente su eventuali allerte su ogni regione elaviana.
Mi dispiace avervi trattenuto ma l'argomento non è semplice da sintetizzare, adesso che come opereremo è palese e che sapete i nostri scopi lascio a voi, se vorrete, promulgare bandi o leggi che ci facciamo capire come operare nei vostri territori.
Invoco su Elavia tutta la protezione dei Nove Patroni Celesti
Nihil occultatum est a divino conpectui
Il Primo Inquisitore,
Bartolo da Valserena