Subito prima dell'Alba

Location: Location Virtuale

Date: 17/04/2021 - 02/05/2021

Chiusura Iscrizioni: 17/04/2021

Regista: Gabriele Macucci

Viceregista: Gabriele Macucci

Narrazioni

A me le truppe!

04/05/2021 21:40

[Il tramonto si irradia dalle spalle Matilde quando questa, dal piccolo spalto di legno issato in mezzo al campo, si presenta per il discorso alle truppe, vestita con l’alta armatura da Chevalier della chiesa. Solo inizialmente si mostra leggermente titubante, ma con rapidità estrae una lama dal fianco decorata con un’elsa a forma di gufo. Poggiata la punta a terra, impugnandola  perpendicolarmente al corpo, grida le sue parole con evidente furore]


Noi siamo gli Chevalier del Roi!
Noi siamo la Chiesa del Signore del Sole!

Mai come oggi siamo chiamati a compiere una cruciale missione: liberare questa sventurata regione dall’ultima delle blasfemie che osa calcare il nostro stesso suolo!
Però non saremo tanto sciocchi da attaccarli credendoci invincibili!
Il nostro compito è stato infatti deciso e approvato dai Sommi Giudici della chiesa stessa: recuperare quante più informazioni possibile per consentire l’individuazione dei punti deboli del nemico e quindi il suo rapido sterminio.
Certo, nessuno vi riprenderà se doveste tagliare la testa ad uno di quegli esseri!

A tutti i partecipanti sarà donata una gemma della memoria che dovrete attivare e tenere sempre con voi, al collo o comunque a contatto col vostro corpo!
Questa registrerà i vostri ricordi e tornerà nelle sicure mani della chiesa qualora dovesse accadervi il peggio, così che neanche un singolo vostro passo vada sprecato in quella villa!
Ci divideremo in cinque gruppi, ciascuno dei quali dovrà cercare quante più informazioni possibili dentro e fuori dalla magione!
Non ingaggiate se non necessario!

Oggi questi esseri hanno osato invadere le nostre case! Domani andremo noi a invadere la loro!

[Matilde allunga lo sguardo verso la nebbia, poi vi punta la spada contro]

Il coraggio è libertà!
La verità è liberazione!
La legge è giustizia!
Questi sono gli ideali che serviamo fin da quando eravamo fanciulli!
Ascoltatemi bene, blasfemi travestiti da umani: sottomettetevi a questa realtà!
 

Adieu Matilde

02/05/2021 22:18

Provincia Egemone del Volgand, accampamento raleossita, tenda comando

Matilde si sta aggiustando il candido mantello in modo che cada senza impicci sui lucenti spallacci con finemente inciso il simbolo del Gufo quando, fuori dalla tenda, un rumore di passi attira la sua attenzione. Intuito a chi appartenga l'incedere gli si rivolge, ferma ma gentile, come sempre:

"Entra Léon. Non startene lì impalato, sembri un guardone"

Il ragazzo, col volto paonazzo, si affaccia all'ingresso

"Ecco io non...sono venuto solo a portarle...ecco io..." balbetta nervosamente

"Lascia la gemma sul tavolo. E respira. Certo che la reggi bene la tensione eh?"

"Io...s-scusatemi”, dice il ragazzo abbassando lo sguardo
“E' solo che" segue una lunga pausa mentre si dirige verso il grande tavolo al centro e vi poggia una piccola gemma dai riverberi violacei.

"Capitaine, questo piano è una missione suicida. Non ho ancora pensato ad un modo sicuro per riportarvi fuori da lì. Se solo potessi venire con voi..."

Matilde lo interrompe bruscamente:

"Assolutamente no! Te l'ho già spiegato! Se una risorsa come te finisse in mano a quegli esseri il danno sarebbe a dir poco irreparabile!"

Accorgendosi dell’espressione esterrefatta sul volto del giovane, Matilde sospira profondamente, ritrovando la sua caratteristica pacatezza prima di rivolgerglisi ancora:

"Ascoltami bene Léon: tutti noi sappiamo cosa stiamo andando a fare e cosa stiamo rischiando. So che già senti le tue mani sporche del nostro sangue, ma devi capire che qualsiasi cosa ci accadrà là dentro, qualsiasi sarà la sorte a cui andremo incontro, saremo noi ad averla scelta. Noi soltanto.”
Il ragazzo prova a replicare, ma la donna lo interrompre nuovamente
“Tu ci hai solo proposto un'opzione, una brillante opzione, ma siamo stati noi ad accettarla e l’abbiamo fatto conoscendone tutti i rischi"
Léon non riesce più a trattenersi dal ribattere:

"Ma Capitaine, il rito durerà soltanto un'ora: a quel punto sarete costretti a rimanere là dentro. Non vedo nessun altra risoluzione di questo scenario, se non la vostra morte”

"E ce lo hai ripetuto soltanto quattrocento volte, considerando anche questa" accenna una piccola risata, prima di esibire una delle espressioni più serene che Léon abbia mai potuto scorgere in tutta la sua vita.

"Léon, ragazzo mio: nessuno di noi si aspetta di tornare indietro una volta varcate quelle Nebbie. E' per questo che portiamo con noi i cristalli, per questo che ciascuno di essi è stato incantato in modo da tornare nelle mani dell'Ecclesia se ci dovesse succedere qualcosa”

"Beh tecnicamente non si tratta un incantamento, per essere precisi…" ribatte sommessamente Léon, ma subito Matilde lo interrompe:

"Per essere precisi stai per lanciarti in una delle tue complicate ma esaustive spiegazioni, che nessuno di noi capirà e che lascerà molte più facce basite di quante non ce ne fossero all’inizio. È proprio per questa tua capacità di comprendere, per questa tua innata curiosità, che non possiamo permetterci di lasciarti in mano a quelle creature."

Lo sguardo di Léon lascia trasparire un velo di rassegnazione, quando la donna, appoggiandogli la mano sulla spalla, incrocia il suo fiero sguardo con quello del ragazzo

"Non preoccuparti, non è la prima missione suicida che affronto. Non saremo in numero sufficiente per dare battaglia a tutti quegli esseri, ma torneremo con tutte le informazioni che riusciremo a recuperare, magari anche con qualche campione per le tue ricerche. Se qualcuno può farlo, quelli siamo noi, sbaglio forse?"
Matilde posa lo sguardo su un sorriso carico di rassegnazione, quando, data un’ultima e sonora pacca sulla spalla al suo pupillo, si avvia verso l'uscita della tenda, convinta di aver temporaneamente placato le insicurezze del ragazzo.

 

"No Capitaine"il tono di Léon si fa improvvisamente serio "Non mentitemi. Ho visto che spada portate di fianco"

Matilde si accorge solo adesso che il mantello le si è impigliato sulla bandoliera, rivelando una lama con l’elsa a forma di gufo, sulla quale rifulgono di una tenue luce giallastra i due granati che si trovano al posto degli occhi.
La donna si affretta ad aggiustarsi il mantello e a coprire nuovamente la spada.

"Quella è la Vostra spada" rimarca Lèon "Quella di vostro padre, della vostra famiglia. Non una normale spada, ma una lama che incarna i prodigi del Sole: avete speso gran parte dei vostri averi solo per ripristinarne i poteri. Non l’avreste mai portata con voi col rischio di perderla sul campo di battaglia. Voi non intendete tornare Capitaine. Voi volete andare a uccidere Von Aulen"

"Si" la voce di Matilde si fa fredda e distante "E' così. Se non lui, almeno uno dei suoi cosiddetti figli"

"Ma perchè?" la voce di Lèon si tramuta in grida che riecheggiano per il campo " Perchè intendete gettare la vostra vita in questo modo? Con le informazioni recuperate potremmo sviluppare una strategia efficace, un’arma! Non ha senso affrontarlo adesso!"

La donna si volta. L'espressione è seria, decisa

"Questi esseri credono di poter compiere le loro macchinazioni indisturbati. Credono di poter spadroneggiare liberamente in questa creazione pascendosi dell’idea che, anche se ci dovessimo ribellare, non avremo mai la forza di fermarli. Credono che abbiamo paura perché loro sono più potenti"

"E quindi? Il vostro atto cosa gli dimostrerebbe se non che siamo degli sconsiderati?"

"Gli dimostrerebbe che , se questo significa proteggere coloro a cui teniamo, noi non temiamo la fine. Dimostrerebbe che un mortale che non rifiuta la sua condizione o si spaventa dinnanzi ad essa ma che invece la abbraccia è armato della stessa forza che consente al topo di scacciare il gatto quando questo lo chiude in un angolo. Che qualcuno pronto a sacrificare se stesso per il bene di tutti possiede una risolutezza che queste creature non avranno mai. E potrebbero incrociare quel qualcuno in ogni istante. Per questo sono loro, che devono avere paura.”
Sistematasi, Matilde da nuovamente le spalle al giovane mentre si dirige fuori dalla tenda.
“Ho il discorso alle truppe a breve. Mi accompagni?”

Ma Léon, col volto ormai rigato dall lacrime, non riesce ad emettere alcun suono, se non qualche trattenuto singhiozzo.

"Ho capito.” siprende la donna “Aspettami pure qui"


Solo quando Matilde è ormai distante, Lèon riesce a sussurrare solo poche parole, ammirando la sua figura allontanarsi ancora di più


“Adieu ma Capitaine”

Ripartire dalle basi

05/04/2021 14:12

 

Provincia Egemone del Volgand, accampamento dei sacerdoti Ferensi

 

Mentre tutto il campo riposa tranquillamente, ad eccezione delle sempre vigili vedette, un tenue bagliore traspare dal tessuto della tenda comune.

Chino su alcuni usurati tomi, un giovane sacerdote di Raleos, non sembra avvertire i rumori di una pesante armatura che che gli si avvicina:

"Vai a dormire Léon. Stai studiando teologia senza sosta da giorni. Devi fare una pausa"

"Capitaine Matilde! Non posso arrendermi adesso, sento di essere vicino ad una soluzione. Je suis désolé!"

La voce della donna, imperiosa ma calma, si alza di un tono:

"Non te lo ripeterò Léon: a dormire, è un ordine"

"Je vous en supplie Capitaine...le nebbie possono sicuramente essere violate. Sono composte da residui di anime, e il Divino Sole sicuramente può ricacciarle. Se la mia supplica al divo Raleos venisse ascoltata, se mi concedesse abbastanza potere, sicuramente riusciremmo ad aprire un varco"

Sedendosi di fianco al giovane, Matilde esibisce un caldo e materno sorriso

"Léon, figliolo. Non puoi mettere fine ad una missione come questa in una sola notte. Questi sacri doveri spesso ci impegnano per mesi, anni. Non essere frettoloso nel giungere ad una conclusione. Hai bisogno di una notte di sonno e io invece di crociati svegli e attenti, non stanchi e intontiti. Vai a dormire."

"Capitaine, avete ragione, come sempre. È solo che sento di essere molto vicino ad un risultato, vicino come non mai; ma non capisco come mai non riusciamo a ricacciare queste Nebbie nonostante ci sia ormai chiara la loro composizione. Eppure il Signore del Sole sarebbe in grado di dar pace ai tormenti di questi spiriti sventurati: allora perchè non riusciamo ad invocare i suoi poteri con tal fine?"

"Stai dubitando della tua fede solo perchè il Sommo Raleos non ti ascolta? Credi che intenda punirti tormentando poveri innocenti?"

"No, ma Capitaine. Non è del Divino ma di me stesso che sto dubitando, della mia risolutezza, della mia determinazione. Forse non sono abbastanza, forse devo dimostrarmi maggiormente degno, forse..."

"Forse devi smetterla di tormentarti e ricordare invece quanto vi ho insegnato fin dai primi giorni di noviziato: il Divino ci concede i suoi poteri, ma solo se li utilizziamo con i giusti fini.

La forza del sole, la fortezza del suo scudo, la purezza delle sue intenzioni: il divino Raleos non interviene per coloro che non rispecchiano questi valori. Tu cosa intendi fare col potere che ti concederebbe? Per quale scopo innalzi la tua voce al divino? Quali intenzioni muovono le tue richieste?"

Lo sguardo del giovane si fa più fosco.

In un'istante però il suo volto si illumina di speranza; in un istante la sua espressione muta in pura esaltazione:

"Ma Capitaine! Sono stato uno stolto! Ma certo! Era il mio scopo ad essere errato! Il Suo potere, non deve cercare di aprire un passaggio tra le nebbie, né ricacciare via quelle anime: deve proteggere i nostri compagni!"

Afferrando tutti i libri si alza di scatto:

"Capitaine Matilde! Je vous en supplie! Convocate un consiglio! Ho un piano da esporre, un grande piano! Per quell'essere stavolta sarà davvero la fine!"

Gridando queste frasi, l'emozionato giovane si avventura fuori dalla tenda.

Matilde afferra una coppa, si dirige verso l'improvvisato bancone dietro di lei e si versa il fondo di una bottiglia di vino.

Abbandonandosi su uno sgabello, inizia a rotearla e ad ammirarla con lo sguardo perso nel vuoto:

"Divino Raleos. Ti prego fa che abbia ragione"