Location: Villa Prelato
Date: 26/10/2024 - 27/10/2024
Chiusura Iscrizioni: 11/10/2024
Regista: Gabriele Macucci
Viceregista: Ivano Di Sotto
Se fino ad oggi i miei racconti hanno narrato l'avverarsi di una leggenda o almeno quella che io ritenevo tale, è giunto il momento di scrivere di come le leggende, spesso, si scontrino contro un muro di terribili verità.
Il racconto di come certi eventi prendano una piega inaspettata e bizzarra, ma non necessariamente anomala per questa nuova, strana creazione.
Le nebbie di Avenir si sono diradate e ora un nuovo re governa Albione: il suo nome è Goffrey Albuquerque, discendente del primo re e possa il suo regno durare a lungo.
A riconoscerlo, con se, porta i quattro artefatti appartenuti al suo antenato che il patriarca Alimas ha riconosciuto come tali.
Non solo: alla sua corte adesso, l' intera famiglia reale è riunita: Lord Robert Albuquerque e William Douglas, ora William Albuquerque, un popolano rivelatosi di sangue reale, accompagneranno i passi del nuovo re verso un nuovo e radioso futuro.
E quindi i miei lettori, adesso, penseranno: "La leggenda si è avverata Ezio, la dama aveva ragione e un nuovo re si è rivelato, proprio come era narrato: di quali terribili verità vai farneticando?"
E io vorrei tanto lasciar loro godersi questa convinzione, soprattutto considerando che già oggi gli attacchi delle creature del sottosuolo si sono ridotti notevolmente.
Ma, da buon bardo quale sono, non farei il mio lavoro se non riportassi la totale verità sui fatti.
Jacob Harrington, ritenuto da gran parte della popolazione un eroe di Albione, si è rivelato essere un traditore e forse la vera mente dietro gli attacchi delle creature del sottosuolo, organizzando i loro assalti.
La Signora dei Laghi che io stessi avevo visto aprire le nebbie di Avenir con i miei stessi occhi, altri non era che un'arcimaga Panoniana che, nell'ombra, tramava di stabilirsi tra le coste di Albione.
E gli artefatti leggendari altro non erano che antichissimi oggetti, forse davvero appartenuti al primo re di Albione, anzi con molta probabilità lo sono, ma che non possedevano certo i poteri che le leggende gli attribuivano.
Eppure rimane molto su cui riflettere.
Sebbene non fosse chi ci aspettavamo, effettivamente c'è stata una Signora dei Laghi che ha diradato le nebbie, evento senza il quale un nuovo re non si sarebbe rivelato. Conseguentemente neanche Harrington sarebbe mai stato scoperto, lasciando un'insidiosa spina nel fianco della nazione. E se nessuno avesse scoperto l'identità fittizia dell'Arcimaga panoniana, probabilmente non sarebbe avvenuto lo scontro con il rettore di Kravenstad e i suoi aiutanti che ha spaventato le creature del sottosuolo tanto da ritirarsi e fuggire da dove erano venute.
Insomma, è stata la leggenda ad avverarsi o siamo stati noi mortali ad aver fatto avverare la leggenda?
Forse la risposta è più semplice di quanto pensiamo; forse il legame che lega noi mortali alle storie che creiamo è ben più profondo di quanto pensiamo.
Ma per ora, godiamoci questa nuova alba: un nuovo futuro attende una libera Albione e le sue premesse sono decisamente radiose
Ezio Elleni
Bardo mirabolante, nonché Musico roboante, dall'indiscussa Mente brillante
Da Lisandro Thanatos abbiamo imparato che la calunnia è l'arma più potente dei tiranni.
Creano menzogne, inventano accuse, intorbidiscono la verità per mantenere il loro potere.
I Bastardi della Lacrima sono nati in quelle battaglie contro l’oppressione.
Volontari da ogni nazione si sono uniti per la sete di giustizia e hanno sventolato la bandiera della Libertà.
Abbiamo lottato insieme, abbiamo combattuto il Tiranno Nero, mentre gli Stati e le istituzioni restavano in silenzio.
Un silenzio assordante.
Davanti alla persecuzione religiosa.
Davanti alla calunnia di Stato e all’oscurantismo.
Davanti al disgustoso processo farsa del patriarca Orlando.
Davanti ai lazzaretti della morte, finti ospedali dove i prigionieri politici venivano deportati e uccisi.
Di fronte a questi orrori molti hanno voltato il capo. Nonostante questo il Nero Tiranno è caduto e da li, nei mesi successivi, i Bastardi hanno iniziato a diffondere pubblicamente, a voce alta e volto scoperto, le loro idee di libertà, convinti che l’antidoto alle future tirannie fosse parteggiare, fosse schierarsi. Con canti, parole, bandi e missive. Mai con la spada.
Da una parte pochi viscidi però, hanno tentato di metterci a tacere, con calunnie, false accuse, mistificazioni, sussurrando in malafede all’orecchio dei propri amici, diffondendo menzogne e alimentando paure infondate sul nostro conto. Ci hanno chiamato sobillatori. E noi ci chiediamo, chi è il sobillatore? Chi diffonde idee giuste alla luce del sole o chi distorce con false calunnie e abusa della fiducia dei propri compagni?
Ma i Molti, il vero popolo, ci hanno ascoltato.
Con noi hanno parlato, hanno diviso il pane,
hanno cantato, hanno lottato, e talvolta sono morti.
A loro dedichiamo questa Carta delle Libertà, frutto di lunghi confronti
Leggete queste parole e poi chiedetevi se, in cuor vostro, state dalla parte dei pochi, che tramano nell'ombra, o con chi canta i propri ideali a testa alta. Vi invitiamo a bussare alla nostra porta per parlare, prima di cedere ai pregiudizi. Ma che non ci sia più negato l’onore di un confronto faccia a faccia, o persino di una critica aspra, perché è proprio il silenzio e l’indifferenza la terra fertile della tirannide.
1. Fratellanza
Il potere appartiene a tutti i popoli, uniti come fratelli sotto il sole della Libertà. Non vi è diritto divino né sangue nobile che possa giustificare il dominio di pochi sui molti. Difenderemo il diritto di ogni mortale, di ogni nazione, di scegliere il proprio destino, contro ogni tirannide. Non esistono confini che possano dividere i cuori di coloro che aspirano alla stessa giustizia. Il popolo non deve solo essere governato, ma deve governare sé stesso. Il tempo dei sovrani assoluti e dei padronaggi è finito; il futuro appartiene alla fratellanza dei liberi, a chi sceglie per sé e costruisce il proprio cammino insieme agli altri.
2. Giustizia
Nessun tiranno avrà mai il diritto di giudicare un uomo da solo, senza essere chiamato a rispondere di ciò che ha fatto. Ogni individuo deve essere giudicato dai suoi pari, perché la giustizia non sia privilegio di pochi, ma il diritto di tutti. Non accettiamo processi segreti o giudizi di parte. Ci opporremo a ogni condanna sommaria, ovunque essa si nasconda, perché la vera giustizia non risponde a leggi corrotte, ma al cuore del popolo.
3. Conoscenza
Il sapere è la chiave che apre le catene della schiavitù. Nessun tiranno potrà mai spegnere la fiamma del sapere, e chi tenta di farlo si troverà davanti il nostro acciaio. La conoscenza deve essere accessibile a tutti, perché solo attraverso di essa il popolo può sollevarsi dalle nebbie dell’oscurantismo in cui i tiranni vogliono tenerlo. Promettiamo di custodire e diffondere il sapere, sfidando chiunque voglia oscurarlo. La libertà non può esistere nell'ignoranza.
4. Fede
Nessun mortale ha mai il diritto di imporre una fede ad altri. Gli dei possono essere molti, ma la libertà è una sola, e deve rimanere sacra. La religione è una scelta, non un'imposizione, e chi tenta di piegare gli altri con il peso della fede forzata saggerà la nostra lama. Combattiamo per il diritto di ogni uomo, popolano o nobile, di scegliere la propria strada. La vera fede nasce dalla libertà, non dalla paura.
5.Libertà
I Sovrani che incatenano il popolo e abusano del proprio potere ci troveranno come nemici.
Noi, la Fratellanza dei Bastardi, figli di Santa Madre Libertà, Colpiremo chiunque schiacci il più debole sotto il tacco della tirannide. Questa carta è per la libertà di ogni mortale, per coloro che lottano per la propria prosperità e per hi sostiene il giusto e protegge il debole. Non ci fermeremo fino a che le catene dei despoti non saranno spezzate e ogni tiranno non sarà abbattuto. Perché quando il Sovrano diventa Tiranno allora sorge il diritto del popolo alla ribellione.
I miei lettori mi perdoneranno gli eventuali errori dettati dalla fretta con cui sto vergando queste parole sull'unico pezzo di pergamena che mi è rimasto, ma l'urgenza di riportare a tutti gli eventi a cui ho assistito è massima.
Alcuni giorni fa, lasciai la mia dimora nella speranza di poter comprendere il motivo degli attacchi dei mostri che stanno flagellando la terra di Albione.
Unitomi ad una piccola carovana mercantile, già al tramonto dovetti ringraziare i Nove di essere ancora tra i vivi: esseri simili a insetti e rettili, creature di ogni genere ci hanno teso un agguato sfruttando il folto sottobosco della vicina foresta.
Non fosse intervenuto Harrington in persona, a capo di una ridotta ma ben equipaggiata armata, oggi non sarei qui a raccontare ciò che i miei occhi videro poi.
Attraversando i vicini villaggi, ove ebbi modo di testimoniare che molti dei Lord avevano iniziato a condividere le proprie provviste con la popolazione, non so se per paura o saggezza, potei scambiare qualche parola con i cittadini.
Molti avevano perso qualche loro caro a causa degli attacchi dei mostri, oppure avevano visto i loro familiari arruolarsi, più o meno volontariamente, tra le truppe di Harrington e quasi tutti si lamentavano per gli scarsi approvvigionamenti e le pesanti tasse.
Tuttavia, tra tante lamentele, colsi anche parole di speranza, seppur flebile.
Per chi già non la conoscesse, tra le numerose storie popolari di Albione ve n'è una, la cosiddetta "Profezia del Nuovo Re", secondo la quale, durante il periodo più nero della storia di Albione, le nebbie sui colli di Avenir si diraderanno e un nuovo e giusto Re si rivelerà portando con sé i quattro artefatti che lo identificheranno: le tavole della cavalleria, la corona, la spada, e il cuore di Albione.
Vorrei avere più tempo per spiegarne a fondo l'origine e l'allegoria, ma vi basti per adesso sapere che questa profezia veniva ripetuta da praticamente tutti i miei interlocutori, come se si aspettassero di vederla realizzarsi da un momento all'altro.
Per loro, era davvero come se questi tumultuosi momenti altro non fossero che il preambolo dell'arrivo di un nuovo sovrano, una guida che li avrebbe condotti verso un futuro più radioso e pacifico.
Fu così che, colpito dalla fede che riponevano in questo racconto, decisi di indagare io stesso sulle sue origini, dirigendomi fino ad Avenir, cove sarebbe dovuto comparire questo nuovo sovrano, per scoprire se vi fosse un effettivo fondo di verità.
Certo il pericolo delle nebbie che avvolgono queste colline, in Albione, è noto da tempo immemore, tanto che si dice che nessuno sia mai riuscito ad attraversarle e molti siano spariti nel suo abbraccio.
E fu lì che, proprio davanti ai miei scettici occhi, intravidi in lontananza una donna vestita di un particolare tono d'azzurro, che con la calma e la grazia d'una dama si tuffò in mezzo a quelle fitte nebbie, sparendovi in un attimo.
Passarono solo pochi istanti e per poco le mie gambe non cedettero quando di fronte a me, queste iniziarono a diradarsi fino a disperdersi.
Non riuscivo davvero a crederci.
Le famose nebbie di Avenir, il colle dell'incoronazione del Re di Albione, che lo hanno protetto anche durante il dominio degli elfi scuri, per la prima volta da tempo immemore, stavano sparendo.
E non sarei stato degno di essere chiamato bardo se non mi fosse avventurato all'esplorazione di quelle nuove e misteriose terre, senza sapere neanche io cosa temessi o sperassi di trovare.
Lo spettacolo della tetra e spettrale dimora in rovina che mi trovai davanti alla sua sommità e che troneggiava sull'ambiente circostante emanando un'alone di antica maestà, fu però immediatamente adombrato da ciò che, poggiato su un antico tavolo in pietra poco lontano, catturò istintivamente il mio sguardo.
Quella forma così precisa, quella strana aura mistica e quelle parole così solenni incise su di esse non lasciavano adito a dubbio alcuno: avevo appena rinvenuto le leggendarie tavole della cavalleria.
Vani furono i miei tentativi di portarle con me, bloccate, come fuse a quel tavolo, come se volessero dirmi che non era me che stavano aspettando, che non erano destinate alle mie mani.
Quindi, adesso, solo una cosa mi rimane da fare: avvertire tutti coloro che possono leggere o udire queste parole che la profezia non è una vana leggenda popolare, non è una delle tante dicerie da taverna: è vera.
La profezia è vera.
Il nuovo re sta per rivelarsi e col suo arrivo questa meravigliosa terra conoscerà nuovamente un'era di splendore!
Lontano dagli artigli dei mostri, fuori dall'ombra delle macchinazioni politiche, Albione è pronta a risollevarsi!
Lunga vita ad Albione!
Lunga vita al Nuovo re!
Ezio Elleni
Bardo mirabolante, nonché Musico roboante, dall'indiscussa Mente brillante
Mercanti Elaviani!
Che le vostre rotte portino a Ponente o Levante, nel freddo Nord o nel soleggiato Sud, Elavia è sempre con voi!
Oggi nasce la Compagnia Commerciale della Cuspide e le sue 4 succursali:
La Cuspide Boreale
La Cuspide Australe
La Cuspide di Levante
La Cuspide di Ponente
Non importa verso quale direzione andrete, la CCC sarà sempre con te e vi ricompensarà come è doveroso che sia: per ogni accordo commerciale che siglerete per Elavia sotto l'egida della sua compagnia, questa vi assicurerà un'onesta percentuale sul flusso di quei commerci. Elavia ha a cuore il benessere e valuta il lavoro ed il sudore dei suoi mercanti ed ora lo ripaga tangibilmente.
Tutti coloro che hanno mandato di poter compravendere, e quindi essere definiti mercanti, possono da oggi chiedere adesione alla Compagnia Commerciale della Cuspide: l'adesione richiede un rinnovo annuale al registro della Compagnia Commerciale, che offre accesso a tutti i diritti ed i doveri conferiti ad ogni suo membro.
Ogni mercante può apporre un accordo preliminare che dovrà essere mandato alla Compagnia e vagliato per la firma di approvazione e l'effettiva ufficializzazione dell'accordo.
Ogni mercante è ritenuto pienamente responsabile della trattativa presentata, agendo egli solo per conto della Compagnia: ogni danno cagionato a questa ed a terze parti da atti criminosi ed illeciti dovuti ad effettiva volontà o fallacia, sono ritenuti in capo al singolo agente.
Rendiamo possibile insieme una visione: che tutte le tratte portino a Mor.
Per nome di
Sua Eccellenza Venanzio Vez
Maestro del Conio Nathaniel Askantys
La compagnia dei Bastardi della Lacrima apprende con rabbia e sgomento le parole del Bardo Ezio Elleni.
Sentiamo il grido di dolore del popolo di Albione.
Da quel che apprendiamo i Lord di quella meravigliosa terra giocano a fare la guerra per la propria maggior gloria, pagando il prezzo con l'oro delle tasse e spillando il sangue dei coscritti tra i propri sudditi, in spregio al sacro dovere dei governanti di proteggere e guidare il proprio popolo.
I Bastardi della Lacrima non possono lasciare inascoltato l'urlo di dolore di un popolo affamato e stremato dalle scelte sbagliate di pochi nobili e saranno al fianco degli oppressi e di chi desidera guidarli con onore e giustizia.
Ma saremo implacabili nemici di chi per un soldato in più tra le proprie fila reputa accettabile lasciare un villaggio senza risorse per sopravvivere, una madre a piangere per i propri bambini morire di fame, un padre a struggersi per le sue figlie e i suoi figli partiti in guerra, agli ordini di qualche borioso scellerato, rampollo indegno del comando, troppo impegnato a ricoprirsi di gloria e onori.
Fedeli ai nostri principi accorreremo a soccorrere i nostri fratelli e sorelle diseredati, mettendo al servizio del popolo insorto il nostro braccio e la nostra mente per sconfiggere la misteriosa minaccia che preme sui confini.
Ma parimenti aiuteremo chi per sfamare la propria famiglia ha rubato del pane.
Saremo al fianco di chi, affrontando tiranni e prepotenti, rischia la propria vita con onore,
un onore infinitamente superiore a quei Lord che spremono le forze di chi dovrebbero proteggere.
Ascoltate il canto, Bastardi di ogni dove.
Ascoltate il canto e sventolate la bandiera.
Ascoltate il canto e insorga la speranza.
I Bastardi della Lacrima accorrono al vostro fianco.
Udite, genti Elaviane,
I recenti eventi nella Muqatea hanno risvegliato nella Famiglia Torreggiani un timore che troppo a lungo è rimasto sepolto nelle pieghe del passato.
Un timore che ora, in questo momento di risveglio e di avversità, non può più essere ignorato, e va affrontato con lo spirito che contraddistingue la nostra stirpe.
La Famiglia Torreggiani, rappresentata da
Enrico Alberto Torreggiani,
Alicandro Barberis Torreggiani,
Aristide Settimo Torreggiani
dichiara che il tempo della fuga dal passato è giunto alla sua fine.
Gli antichi pettegolezzi e le accuse mosse dai nostri nemici ad Avoneg non avranno più presa su di noi. La Famiglia non permetterà che il proprio nome sia più legato a quello dell’Infame Ferdinando "Fiuto" Torreggiani, un tempo Maestro della Gilda degli Esploratori, macchiatosi di orrendi crimini contro il Popolo Elaviano, il Regno di Elavia e la Realtà stessa, poiché ha scelto la strada dell’abominio.
Ribadiamo che la connessione con questo criminale è infondata. E, anche se esistesse un legame di sangue, la Famiglia non accetterà che i peccati di un singolo uomo infanghino una stirpe che per troppo tempo è stata fedele e nobile figlia della Superba Avoneg.
Da questo momento in poi, i Torreggiani si impegnano a dimostrare che il loro scopo è sempre stato quello di servire al meglio i Popoli della Penisola Elaviana ed Elempos tutta.
Mai abbiamo tradito, e mai tradiremo.
Con questo proclama, la Famiglia Torreggiani riafferma il suo antico motto e lo innalza come guida e faro per tutti coloro che portano il nostro sangue:
“Virtus crescit in adversis”
La virtù cresce nelle avversità.
Esortiamo tutti coloro che si riconoscono in queste parole, che condividono questi scopi, a ritornare senza timore alle terre natie. Presso la Baronia di Anovas troveranno rifugio e accoglienza tutti coloro che, con onestà e giustizia, portano avanti il nome della nostra stirpe.
I Torreggiani
Mi chiamo Ezio Elleni.
Per chi non mi conosce, io e la mia famiglia abbiamo raccolto per anni leggende e canti popolari da tutta Elem-Pos.
Quando l'età ha iniziato a farsi sentire, visto che non ho eredi che portino avanti la mia opera, venduti i miei pochi beni all'Asta delle Meraviglie, ho deciso di trascorrere la mia vecchiaia nel luogo che più ha catturato il mio cuore in tutti questi anni di ricerca: Albione , una terra di leggende, segreti, meraviglia e magia.
Ma da qualche tempo, ormai, la situazione si è fatta molto più pericolosa che in passato.
Fin troppo inchiostro mi richiederebbe spiegare tutti gli eventi nei minimi dettagli, ma, da buon bardo quale sono, cercherò di esser il più chiaro possibile.
Mostri, provenienti da i Nove solo sanno dove, hanno iniziato ad assaltare i villaggi dell'isola.
Molti sono stati i caduti tra la popolazione civile, abbastanza da allarmare i Lord e spingerli ad optare per un intervento congiunto delle loro truppe.
Sotto la guida di Jacob Harrington, un valente soldato, gli esigui eserciti dei Lord si sono riorganizzati in un'unica e ben più forte armata, il cui scopo principale sarebbe stato affrontare questo terribile nemico in modo efficiente e rapido.
Inutile specificare però che un'operazione del genere ha costi elevati e i Lord, nella speranza di arginare rapidamente il problema, hanno accettato che Harrington aumentasse le tasse in loro vece per migliorare gli armamenti, consentendogli inoltre di reclutare liberamente nuovi soldati tra la gente comune.
Ovviamente i Lord avrebbero potuto sempre richiamare a se le loro truppe in qualsiasi momento, ma dato che le tattiche di Harrington stanno, malauguratamente, funzionando, nessuno era intenzionato a farlo.
Non a caso ho scritto "malauguratamente" perché, com'era ovvio, l'innalzamento delle tasse ha aumentato il malcontento popolare. L'umore, già atterrito dagli attacchi e dai lutti subiti, si è tinto del nero della disperazione e del rosso della rabbia a causa dei morsi della fame.
La maggioranza della popolazione non riteneva e non ritiene tuttora i Lord di essere in grado di far fronte a quelli che ritengono i loro doveri, accusandoli di essere null'altro che dei mangiapane a tradimento, di arricchirsi alle loro spalle e sul loro sangue.
Non c'è stato da meravigliarsi quindi quando la situazione è divenuta tragica, due giorni or sono, sfociando in una vera e propria rivolta popolare.
Un barone del nord, tale Lord Elderan, mentre era diretto alla villa di Lord Uldrich, suo vicino, accompagnato da un convoglio di oro e vettovagliamenti che gli avrebbe portato in dono, è stato assalito e impiccato dalla popolazione affamata.
Inutile è stata la dura resistenza posta dalle sue guardie contro la rabbiosa furia che si sono trovati davanti.
Ma quel che più stupisce chi, come me, da tempo ha dimenticato cosa vuol dire subire i morsi della fame, è che nonostante il denaro e i gioielli presenti, i rivoltosi hanno portato via soltanto il pane e le vettovaglie.
Praticamente nessun pezzo d'oro è stato toccato.
Come se tutto ciò non bastasse, Lord Uldrich, venuto a sapere dell'accaduto, ha richiamato le proprie truppe dal fronte di Harrington e marciando contro la popolazione ribelle ha sedato la crescente rivolta nel sangue.
Ovviamente non ha poi mancato di sfruttare la situazione a suo vantaggio, annettendo i territori ormai senza governo di Elderan ai suoi, al fine di ottenere una maggiore influenza.
Lo stesso Harrington si è però lamentato duramente con il Lord: l'assenza delle sue truppe avrebbe indebolito il fronte a tal punto da portare a un nuovo e violento attacco delle creature, che solo per miracolo non è finito con l'annientamento di un intero villaggio.
Permettetemi una piccola licenza bardica nell' aver battezzato questo tragico episodio: "la rivolta del pane".
Il motivo per cui, però, ho deciso di raccontare tutto questo è cercare di avvertire quanti sono rimasti nel continente che la situazione in Albione si fa sempre più grave.
I mostri, la fame, e una guerra civile che proietta le sue ombre anche tra i nobili sembrano essere solo il preambolo di un sempre più imminente tracollo del paese.
Quando mi sono trasferito in Albione, mai avrei pensato che sarebbe stato solo per assistere al tramonto di questa terra, a me così cara e non posso restare con le proverbiali mani in mano.
Consentitemi quindi di rivolgere a chiunque abbia a cuore questo luogo, la sua storia e le sue tradizioni, un appello: fate quanto in vostro potere perché i vostri governi e le vostre autorità intervengano in aiuto di questa splendida isola, prima che, Galtea abbia pietà di noi, un'altro frammento della storia di questa creazione venga distrutto per sempre.
A chiunque possa leggere o udire queste parole
Ezio elleni
Bardo mirabolantente, nonché Musico roboante, dall'indiscussa Mente brillante
[Provincia Imperiale Albionica, Taverna "Le Chat Noir"]
"Mostri Carl? Sei sicuro che non si sia girato nel letto ed abbia visto la faccia di tua sorella?"
"L'unica faccia così brutta da far spavento è la tua! Se la vedessi al buio correrei a chiamar le guardie! E comunque mio cognato sarà pure un fannullone, un beone, un incapace, ma certo non è un bugiardo"
"Come si fa a non credere a qualcuno con delle credenziali tanto solide! Ahahahah"
"Ad Albione ci sono i mostri ti dico! Non l'ho mai visto tanto spaventato! Tremava, era pallido come un fantasma! È scappato per miracolo, quei cosi si sono fermati solo quando si è avvicinato al confine!"
"E che mostri sarebbero? Licantropi? Non morti "
"Non li saprebbe descrivere bene, ha detto che somigliavano a degli insettoni, e che venivano fuori da sottoterra! "
"Bah, a me sembra sempre più la descrizione di tua sorella! Ahahahah!"
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[Albione, Taverna "Sweetz Ol'Poizonz"]
"Agli inferi Harrington! Sono già due volte che passa a riscuoter tasse questa settimana! Che pensa che crescano sugli alberi i soldi?"
"Sta' zitto! Non fosse per lui quelle bestie ci avrebbero già ucciso!"
"Morire colpa dei mostri o della fame? Beh, questa si che è una scelta di vita!"
"Meglio per la fame! Hai sentito come hanno ridotto il figlio di Betty? Non fosse stato per l'anello del padre, sarebbe stato irriconoscibile"
"E invece non ho voglia di morire coi crampi allo stomaco solo perché i Lord non sanno fare il loro mestiere! Che sono Lord a fare? Dovrebbero governare, proteggerci! Non far fare agli altri! Almeno Harrington ci paga le truppe coi miei soldi, loro invece se li intascano senza far nulla!"
"Beh..."
"Basta! Non ho più intenzione di ingrassare le loro gole togliendomi il pane dalla bocca! A Kenthar le loro anime, io voglio mangiare!"
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[Campagne di Albione]
"Era la Signora! Quella dei Laghi!"
"Calma ragazzo! Asciugati! Che ti passa in quella zucca a fare il bagno vestito?"
"Sir Arnold! Sir Arnold!"
"Cos...Sir? Parli di un cavaliere? Sei il suo scudiero?"
"S-si! Sir Arnold! Ha visto la Signora vicino allo stagno laggiù! Era tutta Vestita d'azzurro! È andato a parlarle e poi...poi..."
"Poi? Parla per Raleos!"
"Lei si è adirata! Ha sollevato una marea d'acqua e l'ha affogato! Ma tutta quell'acqua... non poteva essercene così tanta nello stagno!"
"Cosa?"
"E per poco non affogava anche me! Era la Signora dei Laghi! Non ho dubbi!"
"Ti credo ragazzo, ti credo! E pare proprio che il tuo Sir Arnold non fosse così tanto degno di essere chiamato Sir, se è finito nel suo letale abbraccio. Tieni asciugati...e andiamocene via alla svelta prima di far la sua stessa fine! Che ci pensino le guardie a recuperare il corpo!"