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Una tetra visione

V.I.T.R.I.O.L.

[FG:Una lettera viene consegnata, sigillata, a tutti gli eroi]

Nobili eroi

Vi scrivo in un momento delicato per la mia persona e per ogni fedele di Eladiel, poiché la Dea ha deciso di rivelare a noi una portentosa e raccapricciante visione, della quale è imperativo che siate immediatamente informati.

Grazie ad una reliquia dell'ordine dei "Cacciatori del sangue", sacro alla Dea e a cui avete prestato ausilio durante la vostra missione in terra teutone recuperando il sangue di Jakub Sandu, uno dei figli di Von Aulen e un tempo nobile del Volgand, il Gran Maestro ha ottenuto una visione che mi ha trascritto e che vi riporto integralmente:

 

"In una spessa grotta sorvegliata da sei statue, ciascuno del colore di uno degli elementi, un gigantesco drago dalle scaglie color violetto  sta covando sei uova marcescenti, di cui cinque già dischiuse.
Tra queste ultime, una in particolare sembra il contenitore di una tenebra pari alla notte più oscura, così densa che, anche volendo, il tocco delle stelle non potrebbe minimamente schiarirla.

Dovendo indagare abbiamo sbirciato in essa, finendo nostro malgrado per precipitare in quella oscurità senza fine per quelle che ci sono sembrate ore.
All'improvviso atterrammo bruscamente su una superficie che sembrava ricoperta di piume e ci volle qualche istante prima di realizzare di trovarci sulle spalle di un immenso gufo nero dal becco lordo di sangue, che con cieca furia solcava il cielo notturno verso la grotta, illuminato a malapena da inquietante una luna scarlatta.

Arrivato davanti alla grotta il Drago uscì, caricando la nostra cavalcatura e ingaggiando con essa una furiosa battaglia che, se non avessi saputo essere tutta una visione, avrei semplicemente definito assurda.
Lo scontro terminò con la sconfitta del Drago e la sua morte per mano di numerose beccate portatele al collo dal Gufo.
Tutto è improvvisamente diventato buio e nelle nostre menti, poche, oscure parole riecheggiarono: "Giustizia è fatta". "


 

Essendo quello utilizzato il sangue di una delle creature "corrotte" da Von Aulen, ed essendo lui l'oggetto di questo rito, ritengo che proprio sotto la cupola di Placentia, chiara allegoria della grotta, possa trovarsi qualcosa di strettamente legato a quell'essere, qualcosa che non possiamo lasciare che vada perduto, per il bene intero della nostra creazione.

Vi chiedo, Figli dei Nove, vi intimo di indagare:  mai la madre si era mostrata a noi con scenari tanto oscuri, non dopo l'avvento della creazione perfetta; se ha deciso di mostrare questo suo volto, temo che questa caccia sarà ben più complessa del previsto.

Serinde, Matriarca dell'Ecclesia di Eladiel