Due uomini, uno anziano e uno più giovane, si trovavano nell’angolo più buio di una tervarna a Roskylde città, in Eronmark, sorseggiando un boccale di birra che sembrava non riuscire a scaldare nemmeno le loro ossa. Il vecchio era quello che parlava meno, ma quando apriva bocca, le sue parole pesavano come pietre. Il giovane invece, nervoso, si guardava intorno, come se temesse che qualcuno li stesse ascoltando.
"Le voci sulla Corte sono cominciate molto tempo prima," disse il vecchio, abbassando la voce. "Dicono che qualcuno abbia iniziato a parlarne, spargendo parole sul Fulcro dei Desideri… Quello che sembra essere un oggetto in grado di realizzare ogni desiderio. Un sogno per chiunque sia pronto a pagare il prezzo. Ma chi, e come, non si sa."
Il giovane lo guardò, sentendo il peso di quelle parole. "Ma quelle voci, vecchio, sono arrivate a noi mesi prima che quella maledizione colpisse la Corte. La foresta, il muro di tenebre… tutto è successo dopo. Forse è stato il Fulcro, forse è quello che ha scatenato tutto."
Il vecchio sgranò gli occhi e si guardò intorno, come se qualcuno potesse averlo sentito. "E ci credi, allora, che sia solo una coincidenza?" Sospirò pesantemente, stringendo il bicchiere tra le mani. "Da quando quelle voci hanno cominciato a circolare, chiunque cercava qualcosa ha finito per cadere nel buco nero di quella maledetta Corte. Ma la cosa più strana è che nessuno ha mai trovato niente. Nessuno, nonostante tutti i curiosi che si sono avventurati."
Il giovane annuì, ma la sua espressione non cambiò. "E poi, dopo mesi, è successo il peggio. La Corte è scomparsa, intrappolata in quella Foresta Oscura, e le voci sono diventate silenziose, nascoste come se qualcuno volesse che non sapessimo mai la verità."
Il vecchio si strinse nelle spalle, come se il peso di quegli anni lo avesse consumato. "Cinquanta coppie, almeno, in otto anni," disse con un filo di voce. "Più di cinquanta giovani innamorati svaniti nel nulla. Persi, inghiottiti dalla notte o dal bosco, chi può dirlo? Ma non erano solo storie da raccontare nei villaggi… Questi erano veri amanti, scomparsi nei posti più oscuri, e nessuno li ha più visti. Io stesso ne ho conosciuti un paio, e ti assicuro che nessuno è tornato."
Il giovane rabbrividì, i suoi pensieri si fecero confusi. "Ed ora… siamo agli inizi del mese del Gufo ed una coppia è già sparita… un mese prima del solito. Le cose non stanno prendendo una bella piega, vecchio."
Il vecchio alzò lo sguardo, scrutando il giovane con una nuova determinazione. "Non ti sembra che tutto si stia incastrando? Le voci del Fulcro, la Corte di Roskylde isolata, le sparizioni. Mi sa che c'è qualcosa di marcio lì dentro, e quella maledizione che ha preso la Corte... forse non è solo un castigo. Forse è il prezzo da pagare per chi ha osato cercare quello che non doveva."
Il giovane si fece più serio, fissando il fondo del bicchiere come se la risposta fosse lì. "Dieci o cento sparizioni, non cambia. Ma qualcuno, un giorno, dovrà scoprire la verità. O la Corte ci inghiottirà tutti, come ha fatto con quelle giovani coppie."
Il vecchio non rispose subito, ma un’ombra più scura passò nel suo sguardo. "Sai una cosa, ragazzo? Qualcuno è tornato dalla foresta. Uno solo. Un uomo… come se fosse riuscito a uscire da quell’incubo. Non si sa come ci sia arrivato, né come sia riuscito a uscirne, ma il suo messaggio è arrivato fino a noi. E per di più non ricorda nulla, niente di niente. Hanno dovuto ricoverlarlo… poveraccio."
Il giovane si irrigidì. "Un uomo? Dalla foresta oscura?"
"Proprio così," confermò il vecchio, abbassando ancora di più la voce. "Ecco cosa ci ha detto. Un messaggio che ora circola in tutti i villaggi intorno alla Corte.
"A chiunque leggerà questo nostro appello,
Siamo gli abitanti della Corte di Roskylde e vi preghiamo di aiutarci.
Qualcosa di più oscuro della maledizione che ci ha colpiti sta per accadere.
Vi supplichiamo, aiutateci.
Da qualsiasi corte proveniate, accorrete in nostro soccorso: per chiunque avrà il coraggio di rispondere al nostro appello e di attraversare la Foresta Oscura, vi chiediamo di farlo il sesto giorno del dodicesimo mese, a sud-est, nel punto dove la foresta si fa meno fitta; in quel giorno, da anni, le creature sembrano essere più sopite. Attraverso il Circolo di Anderelle potrete giungere.
Aiutateci.
Tirateci fuori da questo incubo.
Gli Abitanti della Corte"
Il giovane fissò il vecchio, sconvolto. "E noi… abbiamo una copia di quel messaggio."
"Si, ce l’abbiamo," rispose il vecchio, la voce bassa e grave. "E quel giorno si avvicina, ragazzo. Siamo già all’undicesimo mese. Se le parole di quell’uomo sono vere… se il Fulcro c’entra davvero con tutto questo, chiunque stia dentro quella foresta potrebbe essere in grave pericolo. Non solo loro, ma anche noi, se quella maledizione non viene fermata."
Il giovane guardò il vecchio con occhi pieni di inquietudine. "E se fosse vero? Se quello che diceva quell’uomo fosse la verità? Se il Fulcro davvero c'entra con tutte queste sparizioni?"
"Se è vero," rispose il vecchio, "nessuno è al sicuro. E se il Fulcro è la causa di tutto questo… beh, sarà meglio che si prepari chiunque decida di affrontare quella foresta. A quanto pare il governo si sta muovendo per richiedere il soccorso degli altri regni Elempiani. Quella Corte non è poi così incantata come si diceva un tempo, eh?"