Location: La Corte del Castello
Date: 06/09/2024 - 08/09/2024
Chiusura Iscrizioni: 22/08/2024
Regista: Raffaele Palomba
Viceregista: Diego Agalbato
La crisi che ha colpito Elempos si è diffusa con sorprendente rapidità. Ciò che è iniziato come un semplice mormorio tra i mercanti sulle coste di Atlas, ben presto si è trasformato in un'ondata di paura che attraversa l'intero continente. La preoccupazione si diffonde velocemente, generando timori ed incertezze che agitano le popolazioni.
Da Atlas ad Elavia, passando per le valli Teutoni e le foreste di Areldar, ogni comunità è avvolta da un crescente senso di inquietudine. Questa paura, inizialmente appena percepibile, si insinua lentamente nelle menti degli abitanti, manifestandosi in isolati comportamenti strani e irrazionali.
I primi segni sono sottili: sguardi nervosi e sospetti che si consolidano in certezze. In poco tempo, la situazione degenera, portando con sé visioni inquietanti, improvvisi scoppi di rabbia e momenti di profonda apatia.
A far precipitare definitivamente la situazione è l'improvvisa e inspiegabile morte di alcune persone perfettamente sane, un fenomeno che genera più allarme di quanto normalmente ci si aspetterebbe. Questo evento spinge numerosi regnanti ad indagare con urgenza, rivelando che l'origine di questi mali proviene dalla Muqataea di Al-Yman, una terra lontana e poco nota a sud di Elempos.
Le istituzioni di governo di Elavia, l’Impero dei due Mari, Regno di Askram ed altri territori minori, grazie all’intercessione dell’Illuminata Egemonia di Byzantis, sono entrati in contatto con rappresentanti del governo di Al-Yman. L’invito di tutti i Regni è chiaro: raggiungere Al-Shimara, la città fulcro in cui tutto sembra avere avuto origine, e porre fine al dilagare di questa piaga che rischia di incrinare i già fragili equilibri Elempiani.
Alla mattina del sesto giorno del mese Drago 1124, presso i principali Circoli Rituali dei Regni, si assisterà alla partenza di tutte le delegazioni che verranno condotte laddove la Paura affonda le radici nel cuore della terra.
Tra le strade di Kalosmys.
“Olga ha perso la voce.”
“In che senso, scusa?”
“Nel senso che non riesce più a parlare, come se qualcosa l’avesse colpita alla gola.”
“Ah, Ernesto… non c’è una cura?”
“Non c’è! E’ lei la guaritrice, e senza la sua voce non è in grado di operare le guarigioni che ci permettono di far entrare quei due spiccioli in casa. Credo che sia dovuto a quei suoni acuti di ieri sera, hai presente? Ti teneva la mano sulla bocca, come se le facessero male i denti a sentirli.”
“Ho presente, certo! Chi non li ha sentiti?”
“Tanti, infatti. La sua più cara amica, anche lei guaritrice, dice che stamattina sono decine le persone nella stessa situazione.”
“E’ assurdo. Ma cosa succede? Ci sarà pure un mo…”
“Un che?”
“Un m…”
“Claudio? Che hai?”
“...”
“Oddio.”
—
In alcune taverne del Tacco di Elavia.
“E’ successo il caos a Feroggia, stamattina.”
“Cosimo, parli di quel pazzo che gridava nella piazza del mercato? Ho sentito qualcosa.”
“Si, si! Lui. Ma Aurelio, c’era qualcosa di più secondo me… quel poveretto era sano fino a ieri, il miglior viticoltore della zona. Una persona rispettabilissima, con famiglia e sani principi.”
“Ah ma quindi lo conoscevi?”
“Certo, il buon Bandana, come lo chiamavano tutti dopo l’incidente da ragazzino. Fidati se ti dico che ieri era sanissimo.”
“E cosa è successo in una notte?”
“Nessuno lo sa. Quando stamattina è apparso al mercato, ha iniziato a gridare che qualcuno gli aveva rubato il lavoro. Che… che i suoi vigneti erano spariti. Anzi, che qualcuno li aveva portati via.”
“I suoi vigneti?”
“Si, nove ettari di terreno. Nove, capisci? Puf, spariti! E con quel coltello nelle mani, andava blaterando che doveva recuperare ogni singolo chicco di uva.”
“Ma cosa diamine gli è successo?”
“Non ne ho idea. Ma ricordo bene che continuava a dire che dovevamo ridargli i suoi dieci milioni e qualcosa di chicchi. Una scena da pazzi. Lo hanno portato via”
“Da pazzi davvero.”
“E poco dopo il vasaio ha iniziato una scena simile, sostenendo che le sue mani perfettamente sane fossero diventate di argilla. Che non le riconosceva più.”
“Un secondo, questa non la sapevo. Prendo una birra e mi spieghi.”
—
In alcuni paesi della Ferenzia, presso un focolare domestico.
“Chiudi le finestre e tira le tende, Jerome. Presto!”
“Si si, lo sto facendo. Aspetta, la tenda è incastrata!”
“Sbrigati!”
“Fatto, fatto. Calma ora, siediti.”
“Calma? Come fai a dirmi di stare calma? Hai visto cosa sta succedendo fuori?”
“Si Louise, ho visto…”
“E allora non dirmi di stare buona, per Raleos!”
“Ho paura anche io.”
“Lo so amore, scusami. Sono solo spaventata per il bambino.”
“E’ in camera che dorme, tranquilla. Il camino è acceso e ho messo candele in tutte le stanze. Il buio non arriverà qui.”
“Ma è fuori… lo vedi? Oddio, quelle ombre cosa sono?”
“Quali?”
“Mamma?”
“Am… amore, cosa ci fai in piedi? Torna a let…”
“Louise, ferma!”
“Cosa?”
“Guarda i suoi occhi…”
“Mamma, andiamo fuori a giocare!”
“Olivier, non possiamo. Dobbiamo stare dove c’è la luce.”
“Louise?”
“Lo so, lo so. Aspetta! Dobbiamo solo portarlo vicino alla luce del camino.”
“Voglio andare a giocare fuori! Ora!”
“No, fermo! Jerome, non fargli aprire la porta!”
“Oliv, aspett…”
In alcune taverne di Atlas le voci si rincorrono tra un bicchiere e l'altro.
“Hai sentito le ultime, Eris? I mercanti dal sud hanno portato storie strane di questi tempi. Alcuni parlano di creature di fuoco che escono dalle sabbie del deserto!”
“Creature di fuoco? Sembra roba da raccontare ai bambini. Milo, non dar retta a certe sciocchezze.”
“Non è così assurdo. A Menleos, la gente è così spaventata che nessuno accende più i camini. Mangiano carne cruda per evitare che il fumo possa tradirli alle Creature di Fuoco. È un incubo. Il motivo? Nessuno lo sa.”
"Ma dici sul serio?"
“Sono serissimo. E sai cosa? Qualcosa di strano è successo a Daphnis. La settimana scorsa hanno visto delle fiamme all’orizzonte e da allora nessuno ha acceso una candela. Anche solo il crepitio di un fuoco diventa un incubo per molti."
“Quindi... le paure si diffondono da un villaggio all’altro? Perché hai quella faccia? Che altro c'è?"
"A Capsyo la situazione è ancora peggiore. Le malattie portate dai mercanti hanno iniziato a diffondersi. I malati sono isolati e l’odore pungente impregna le strade di molti quartieri. La gente ha paura di avvicinarsi, e le case sono diventate prigioni. Persino i medici non operano più con questi malati."
"Sono sconvolta. Ma cosa diamine sta succedendo? E poi Capsyo non è molto distante da qui!"
“Pensi che sia finita, Eris?"
"Milo... ti prego..."
"C’è anche il problema dei suoni. In alcuni villaggi la gente sta impazzendo per i rumori. Una volta, un piccolo gocciolio d’acqua ha fatto scoppiare una lite furiosa e una donna ha accoltellato il marito perche, si dice, masticava troppo forte."
“Ma è terribile..."
“E l’Egemonia ha cercato di calmare la situazione con un bando, avvisando di evitare i fuochi e mantenere il silenzio. Ma, invece di risolvere, ha peggiorato le cose. I mercanti sono ora visti come portatori di disastri. A Menleos, Daphnis e Capsyo, la paura cresce. La gente è sospettosa e ritirata. Le strade sono deserte, e ogni piccolo rumore può far scoppiare il panico. È come se la città fosse sull’orlo di un precipizio. La paura è diventata un’ombra che si allunga su Atlas. Anche se i villaggi colpiti sono pochi, l’allerta dell’Egemonia sembra non bastare a calmare la situazione. Speriamo che non peggiori ulteriormente.”
"Cosa possiamo fare? Dove possiamo andare?"
"Non lo so. Davvero non lo so."