Location: La Corte del Castello
Date: 09/12/2022 - 11/12/2022
Chiusura Iscrizioni: 25/11/2022
Regista: Luca Giardini
Viceregista: Gabriele Macucci
"Bevi, Cid, bevi ragazzo! Cos'è non ve lo insegnano nelle vostre preziose foreste del Calenedel?"
"Offendici gli elfi con queste parole! E lasciami in pace, porca..."
"È per lei vero? Non c'è neanche bisogno che tu lo dica, te lo si legge in faccia, che Alenore mi fulmini!"
"Senti, lasciami stare e basta!"
"Figliolo, fattelo dire da un veterano. La guerra è così. Ti innamori, ti fai degli amici e il giorno dopo li ritrovi nel fango, a faccia in giù, immersi nel loro piscio. Il giorno dopo ancora ti cambiano compagnia e incontri qualcuno del tuo paese con cui non hai mai scambiato una parola in tutta la vita, ma che improvvisamente, solo perchè avete mangiato nella stessa taverna un anno fa, diventa un fratello per te. E poi lo ritrovi nel fango, col ventre squarciato. E il giro ricomincia. La guerra fa schifo quando sei costretto a combatterla, a meno che tu non sia uno di quei pazzi esaltati di Vornat che non fa altro che passare dall' una all'altra, manco fosse in un bordello."
"Edgar, anche tu..."
"Abbiamo vinto. Abbiamo vinto per i Nove! E stasera dobbiamo bere, è nostro dovere brindare! A noi che potremo vedere il domani e a quelli che non potranno! A tutti quelli che abbiamo salvato! Alla fine della guerra e alla consapevolezza che la terra non si nutrirà più del nostro sangue!"
"E va bene, passami il boccale vecchio"
"Così ti voglio, giovane! In alto i Calici! Per il Drago, e per i Nove! Ora vieni, c'è un tizio nella tenda in fondo che farnetica di voler costruire delle navi volanti, a voi aeromanti piace 'sta roba, no?"
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"Come sarebbe a dire che il Duca Valdor è in stato di accusa? Chi è quell'idiota che..."
"Il Lucente Pretore Alfio da Inimir. E rispettivamente, i baroni di Limes, Mantua, Cremonia, Lodinium, Nalim e Lago Lungo. Bastano?"
"E lui si è semplicemente consegnato? Non ci credo, non posso crederci!"
"Beh, credici o meno ma è così, caro il mio Capitano. Si è consegnato punto e basta."
"I baroni, quei maledetti. Sono convinto che hanno architettato tutto per..."
"Per cosa, di grazia? Annichilire il Ducato? Avere più potere? Senza uno stato e senza una guida sono immersi nel letame fino alle narici! Per i Nove, Gabbiani, a Mantua la gente sta insorgendo proprio contro Valdor. E anche a Lodinium, a Nalim. E come dargli torto? Abbiamo reclutato genitori, figli, amanti e sposi e abbiamo rimandato indietro la maggior parte di loro fatta a pezzetti, quando siamo riusciti a farlo. Che ti aspettavi, una festa?"
"Dobbiamo...dobbiamo pensare a proteggere Placentia intanto, gli alchimisti punteranno a..."
"Gli alchimisti non punteranno a nulla. Placentia rimane sotto il controllo dell'esercito regolare del Ducato. E ora dobbiamo pensare a restituire l'oro che abbiamo preso in prestito alla Repubblica, oltre che a istituire un tavolo di scambio con gli alleati. Che non si dica che non manteniamo la parola data."
"Il controllo dell'esercito? E chi lo comanderebbe di grazia, ora che siamo senza un Duca?"
"I Draghi di Terra, la nostra compagnia migliore e più numerosa, al fine di mantenere l'ordine, hanno garantito il loro pieno supporto nel radunare le truppe regolari e mantenere i confini. Quale loro comandante e Generale dell'esercito. so che mi ascolteranno. Per adesso, assumo io il comando."
"Claudio, dannato. Levati almeno quel sorrisetto compiaciuto dalla faccia."
[FG: Una lettera viene recapitata a tutti i personaggi]
Giovani avventurieri, fedeli dei Nove.
Non v'è tempo per le formalità già che l'ora di preparare il nostro vero attacco è giunta.
Tra due giorni, al mattino, vi invito ad unirvi a me nelle paludi di Limes per far breccia nella città di Placentia.
I membri più in spicco delle chiese sapranno indicarvi la posizione, vi basterà recarvi ad una delle maggiori cattedrali del vostro Regno o della città più vicina.
Da lì, insieme ad altri piccoli contingenti di infiltrazione, guideremo un assalto interno alla città, approfittando della concentrazione delle loro forze sul fronte principale, come previsto. Non sappiamo cosa troveremo all'interno, quindi siate preparati a tutto.
Vi Attenderò, oh volenterosi che vi unirete sotto lo stendardo delle chiese elaviane, senza distinzione alcuna, poichè ogni braccio, mente e animo che desidera servire i Nove e camminare nella loro grazia, sarà un valido aiuto.
Alfio da Inimir, Primo inquisitore dell'Inquisizione elaviana e Lucente pretore della Chiesa di Raleos
Dal resoconto incompleto di una sacerdotessa di Galtea.
Tutto è cominciato con un terremoto.
I Nove ci salvino, ho pensato, la terra ci ingoierà ancor prima di aver estratto le lame.
Poi, da ogni crepa del terreno, tentacoli d’ombra, migliaia di neri aghi, sono fuoriusciti infilzando la cupola dinnanzi a Placentia e un’enorme colata di lava ha iniziato a risalirla, eruttando proprio dalle sue fondamenta, quietandosi solo dopo averla completamente avvolta.
Un gelo innaturale si è fatto largo nelle nostre carni ma ancora una volta il timore per le nostre vite ha lasciato posto al rinnovato stupore di assistere al gelarsi di quella lavica copertura, che parea divenuta di vetro.
Dalla cerulea limpidezza del cielo invernale, inaspettato un fulmine, una saetta grande quando la testa d’un ariete d’assedio, si è schiantata sulla cupola provocando un accecante bagliore.
Come pioggia di pollini dorati, scintille di luce sono cadute sulla città, posandosi su di essa e svanendo come morenti braci.
La cupola era caduta.
La guerra di Placentia aveva davvero avuto inizio.
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Mi sono svegliato ancora intorpidito, nell'ospedale da campo.
Il guaritore mi spiega subito tutta la situazione, ma non ce n’è bisogno.
Nella mia mente sono ancora impressi i volti deformati dei miei commilitoni, mentre quella nube verde scioglieva loro i muscoli e della la mia mano che cercava di afferrarli, di estrarli da quella trappola maledetta in cui eravamo caduti. Il dolore per me è stato assurdo, totale, ma è durato solo un istante. Posso solo sperare che per gli altri sia stato altrettanto.
Mi spiega perché non sono riusciti a rigenerare il mio braccio e non sanno se potranno farlo in futuro.
Lo ascolto con le mani conserte: la mente ancora fatica a comprendere che quella parte di me non c'è più.
Mi mette una mano sulla spalla ma istintivamente mi ritraggo.
Mi dice di non preoccuparmi e che sarò rimandato presto a casa, a Limes.
Ma a fare cosa? A cosa serve un soldato, un contadino, un artigiano con un braccio solo?
Che Eladiel mi aiuti o Acron mi prenda, perché non mi rimane alcun futuro.
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Cara mamma
Ogni lettera che vergo su questa pergamena è per me un macigno del peso di una montagna.
Nicola si è sacrificato eroicamente per salvarci tutti, ed ha portato con se ben due flamule.
Ma purtroppo non ce l'ha fatta.
Mi dispiace mamma, io sono il maggiore, avrei dovuto proteggerlo, ma ero troppo, troppo lontano.
Perdonami mamma.
Ma sappi che se non fosse stato per lui e per la sua decisione di sacrificarsi insieme ai suoi commilitoni, con molta probabilità oggi piangeresti due figli e non soltanto uno.
È stato un eroe, mamma. È un eroe.
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Cara Lina
Spero che questa lettera ti trovi bene.
Il fronte è esattamente come me lo aspettavo e devo dire che mi trovo molto più a mio agio qui che in accademia. Comunque una piromante nelle file degli assedianti fa sempre comodo.
Gli avversari sono ossi duri, ma non possono resistere alla combinazione dei miei potenti incanti e della lama del tenente Wedge, forgiata col nostro sfavillante ferro freddo.
Anche se, devo ammetterlo, questo posto sembra un accesso per i nove inferi: le flamule sono truppe tremendamente ben addestrate e implacabili, ognuna di loro vale ben più di un nostro veterano. E sai cos’hanno fatto gli alchimisti? Quei porci hanno mandato degli innocenti verso di noi, disarmati, che parevano volersi arrendere; quando alcuni dei nostri si sono avvicinati, gli alchimisti li hanno fatti esplodere, massacrando una decina di sodati. Usano la popolazione come arma umana, da non credere. E non credo che avresti retto al mio posto e te lo dico senza lanciarti alcuna sfida. Quando ho visto quei corpi carbonizzati, per un attimo ho potuto vedere la tua figura in lacrime che cercava di rianimarli.
Se tu fossi stata qui non te lo saresti perdonato, anche se non avresti potuto farci nulla.
Hai fatto bene a non venire.
Ma questo mi porta a quanto sento in dovere di dirti, prima che sia troppo tardi.
Lina, tu non avresti potuto fare nulla per trattenermi in accademia. Sai che la mia natura è di stare sul campo, di combattere, perché sono fatta così e perché non riesco a pensare che possa esserci un dialogo con questi maledetti.
E sappi che anche io ti amo, mio piccolo ghiacciolo. Ma se non dovessi tornare indietro voglio che tu vada avanti, che non ti perda nella spirale di vendetta.
Non è colpa tua Lina, semplicemente non avresti potuto fare nulla per trattenermi
Ti amo
La tua dolce brace, Natalia
La marcia è iniziata.
Lentamente ma ordinatamente gli uomini si dirigono verso il nostro primo e unico obbiettivo: la città di Placentia.
I territori intorno alla città non saranno facili da presidiare e la conquista potrebbe richiedere diverse settimane.
I Comandanti sono più fiduciosi, per loro potremmo conquistarla in sole due.
Io non sono mai stato un ottimista. E a giudicare dalle razioni, nemmeno chi ci governa.
L’umore tuttavia è contagioso: la preoccupazione che l’assedio si protragga lascia spazio alla presenza di vettovagliamenti, attrezzature e armamenti all’avanguardia, rafforzando l’idea che la nostra sia una guerra giusta.
Per me, la guerra è guerra; anche se questi eretici di Placentia sembrano essere ossi molto duri.
A noi il compito di arrivare dalle montagne.
Non faremo lo sforzo di nasconderci tra le colline. Siamo troppi e il nemico già sa che stiamo arrivando. Ci rallenteremmo soltanto.
Al mio seguito ho tremila dei combattenti schierati dalle chiese. È strano avere così tanti sacerdoti che prendono ordine da me, almeno sul campo, ma la loro presenza rincuora parecchio i soldati.
“La mia anima è al sicuro”, si ripetono.
“Perché andare in guerra, se si ha paura di morire?”, invece mi domando io.
La guerra è un gioco di morte: la tua o quella del tuo nemico. La pace arriva solo quando la minaccia di morte è totale da giustificare una resa, oppure il sangue da uno dei due fronti è scorso abbastanza.
La guerra, la guerra non cambia mai.
……….
I sacerdoti sono ben addestrati ma fargli tenere il passo non è banale.
Spesso finiscono per elucubrare durante la marcia stessa e a più riprese tocca riprenderli.
Sono combattenti addestrati, ma non militari addestrati.
Ho quindi deciso di mandare Biggs a guidare le truppe, mentre io mi mantengo sulle retrovie, ufficialmente per spronare la marcia, in realtà voglio capire di cosa discutono.
Senza sorpresa alcuna, la loro più grande preoccupazione è Von Aulen. Parlano di come ucciderlo, come fermarlo, come evitare che le anime di tutti vengano corrotte.
A metà giornata faccio tornare Biggs nelle retrovie.
Gli esploratori non riferiscono di creature in rotta.
Ciò è male.
………
Alcuni esseri sono stati avvistati.
Gli esploratori li hanno tenuti d’occhio per quanto possibile, ma i loro movimenti sono erratici, come quelli di un animale impaurito.
Era ciò che più temevo.
Queste creature non sono qui per fermarci, anzi con molta probabilità sono semplicemente fuggite e il loro istinto gli suggerisce di tenersi alla larga da un gruppo così numeroso predatori o prede che siano.
Inoltre, abbiamo passato ben tre zone dove sarebbe stato possibile per il nemico, tenderci imboscate o agguati ben più che efficaci, ma non abbiamo trovato la minima resistenza, tranne alcune svogliate trappole.
Tutto questo implica che stanno concentrando gran parte delle forze all’interno e che quindi quell’assedio-lampo tanto sperato dai nostri superiori si allontana sempre di più.
I giovani sono tranquilli, ma i veterani, lo vedo, iniziano a condividere la mia preoccupazione.
L’umore dei sacerdoti è sempre più inquieto, come se si aspettassero che il loro obbiettivo calasse dall’alto da un momento all’altro.
Ho deciso di conferire con uno di loro durante una sosta, tale Ezio, della chiesa di Acron.
Egli mi ha condiviso con le il loro timore, ovvero che l’assalto di Von Aulen avvenga proprio durante l’assedio, aprendo un terzo fronte e dividendo ulteriormente le nostre forze.
Gli ho riferito che devono prendere ordini da me almeno fino al campo. Egli ha risposto che gli ordini della divinità sono superiori e che preferirebbe disattendere i miei. Ho replicato che se questa è l’opinione dei sacerdoti tutti, allora dovrò preparare diverse fruste. Mandare in rotta l’esercito all’arrivo del loro obbiettivo maggiore, risulterebbe fatale per tutti, oltre che inutile.
Sorprendentemente, egli mi ha dato ragione, e ha affermato che seguiranno i miei ordini per l’assedio, almeno fino al campo.
Sembrava sincero.
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Le stranezze riportate aumentano, ma l’obbiettivo è in vista.
Arriveremo domani.
Alcuni uomini riferiscono di aver trovato un gatto nero con cinque occhi, ciascuno di un diverso colore e una bizzarra zampa artificiale a forma di pinza, che è subito fuggito.
Altri sono convinti di aver intravisto un essere cadaverico con un mantello da sera che garriva al vento, scomparso appena hanno sbattuto gli occhi.
Un soldato è andato nel panico quando da una zolla di terra ha visto spuntare un occhio, che subito i suoi commilitoni hanno infilzato. Dopo averli redarguiti per un’azione arbitraria e sconsiderata, e valutato che questi non sanguinava, abbiamo potuto constatare che altro non si trattava di un corpo deceduto e malsepolto.
La nebbia assume talvolta tonalità di verde o viola assolutamente non naturali.
Ma siamo arrivati.
Nel frattempo, io stavo ragionando delle forze che dovremo affrontare.
Un assedio del genere potrebbe anche durare anni, soprattutto considerando che i loro guerrieri d’elitè, le flamule, sono più comuni dei nostri veterani.
Se non riusciremo a scoprirne il segreto sarà un massacro.
Ma devono avere un punto debole. Gli alchimisti non avrebbero mai volontariamente mantenuto in vita qualcosa o qualcuno con il potenziale per ucciderli.
Sospetto che la migliore opzione possa essere tagliar loro la fonte di preparati che li mantiene lucidi e sotto controllo.
Ne parlerò al concilio.
"Giorno 8° del mese del Gufo 1122
Il Regno del Grifone, con il benestare del Princeps Dagoth Vemyn del Regno del Grifone, annuncia a riguardo della guerra dichiarata contro la città di Placentia quanto segue:
Il Regno del Grifone non parteciperà alle azioni belliche, ma appoggerà la partecipazione dei propri Eroi sotto le insegne delle relative Ecclesie, e non del suddetto Regno.
Verrà tuttavia rinforzata la protezione del confine settentrionale del Regno, dove un congruo numero di truppe verrà schierato per duplice scopo:
controllare ed eventualmente accogliere profughi civili dal campo di battaglia e tagliare una papabile via di fuga per Placentiani militari o militanti che tentino di sottrarsi allo scontro entro i nostri confini.
Il Regno del Grifone intende con ciò palesare la propria posizione nei riguardi della città di Placentia:
Il nome della Somma Galtea, Patrona del Progresso e della Conoscenza, è stato infamato dalle empie ricerche che hanno reso famigerata la fu-Capitale del Ducato del Drago, ed in tale città sono state compiute azioni che sono un'offesa agli occhi dei Nove tutti.
Pertanto.
Sebbene il Grifone non sia dichiaratamente in guerra al seguito del suddetto Ducato, NESSUN ASILO verrà dato a chi persegue la Via corrotta, in fuga dal campo di battaglia. Solo le vittime troveranno requie, e un'occasione di ricominciare una vita, qualora vogliano, all'insegna della dignità e del rispetto. Ogni anima che varcherà i nostri confini verrà trattenuta, accuratamente vagliata, e chiunque paleserà intenti men che trasparenti verrà detenuto seduta stante, in attesa del termine del conflitto, per essere consegnato poi all'Inquisizione.
Le truppe di stanza sul nostro confine avranno l'unico scopo di arginare lo scontro nelle modalità sopra descritte, e in nessun modo interverranno su suolo estero.
Nell’eventuale caso in cui la situazione necessitasse aiuto e ne venisse fatta richiesta al Regno del Grifone, tale richiesta verrà ovviamente presa in considerazione, vista la natura di vitale importanza dell’impresa.
Che i Nove guidino e proteggano chiunque combatta con il desiderio di liberare questa terra dalla Corruzione."
"Una guerra contro gli alchimisti...che tempi folli viviamo"
"Già, decisamente peggio di quelli di sette anni fa. Almeno questi nemici possono sanguinare"
"Si ma...diamine Gervasio, hai visto quanta gente? Perché combattere una guerra se quelli se ne stanno chiusi nella loro dannatissima cupola?"
"Per salvare delle vite Aronne, per portare l'equilibrio e l'armonia in quelle terre così lontane dallo sguardo dei Nove"
"Sarà. Ma oggi ho visto passare ben quattro carri di armi. Quattro. E qui non siamo neanche vicini al fronte."
"Quanto ti devo Aronne?" "
Non metto sul conto?" "
No, oggi saldo. Tutto."
"Cos-hai vinto al gioco?"
"No, ma potrei non avere altra occasione per farlo"
"Aspetta, mi stai dicendo che ti sei arruolato?"
"È una guerra giusta, amico mio. È un buon modo di morire. Almeno per un mercenario"
"Spero che Vornat la pensi come te. Dammi due pezzi di rame. Il resto me lo saldi al ritorno"
"Ma …"
"Me lo saldi al ritorno, ho detto"
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"Siamo veramente tanti Alcide. Non ho mai visto una mobilitazione del genere in tutta la mia vita. Tutto per una città"
"Secondo te il Duca e i suoi alleati, persino le chiese, avrebbero mobilitato un tale esercito per assaltare solo una città? Quelli sono alchimisti Lucio. Gente brutta. Gente poco raccomandabile"
"Saranno anche poco raccomandabili, ma se non fosse stato per gli unguenti lenitivi, sarei morto già diverse volte."
"Non capisco se sei stupido o lo fai apposta. Hai sentito il generale? Hai sentito cosa fanno là dentro? Quelli non fanno unguenti, scemo! Quelli trattano la gente come sorci!"
" E sono così pericolosi da richiedere anche tutte queste armi d'assedio? Credo di aver visto almeno quattro balliste"
"Se non ti fossi addormentato al discorso del generale, stamani, avresti capito perché. E se vuoi sapere come la penso, forse son pure poche."
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"No, non ci posso credere! E sarà alla testa dell'esercito del Calenedel?"
"Sssh! Parla piano! Non credo, ho sentito qualche sacerdote dire che dovrebbe unirsi alle truppe delle chiese"
"Dici che è per via di Von Aulen?"
"Senza dubbio. Ogni volta che ha tentato di divinarne il futuro, ne è rimasta via via più sconvolta. L'ultima volta non sembrava neanche lei."
"La Matriarca Serinde su un campo di battaglia. Le cose sono degenerate in fretta."
"Puoi dirlo forte"
Udite, giovani avventurieri d’Elavia
Io, Alfio Casadei da Inimir, Lucente Pretore della Chiesa di Raleos e Primo Inquisitore dell’Inquisizione Elaviana , a nome dell’Armata delle Chiese Elaviane Unite, chiamo a raccolta
Le menti più acute
Gli animi più coraggiosi
Le braccia più forti
Di ogni buon figlio dei Nove
Affinché, dopo aver prestato dovuto giuramento alla causa, possa scendere al mio fianco nella guerra di Placentia, non solo al fine di porre un freno alle macchinazioni eretiche su cui il mio sguardo e quello dell’Inquisizione si poserà, ma soprattutto
Per distruggere definitivamente il Blasfemo Viktor Von Aulen, nemico della Realtà, della Creazione e di ogni fedele dei Nove.
Sotto l’Egida dell’Armata delle Chiese Elaviane Unite, metteremo la parola Fine alla sua storia.
L’Onore e la Gloria attendono chi raccoglierà questo appello, la Beatificazione chi perirà servendo tal Giusta Causa!
Che questo mostro assaggi il filo della Lama della Giustizia! Per i Nove! Per la Realtà!
Alfio Casadei da Inimir
Lucente Pretore della Chiesa di Raleos
Primo Inquisitore dell’Inquisizione Elaviana