Nigredo

Location: La Corte del Castello

Date: 09/12/2022 - 11/12/2022

Chiusura Iscrizioni: 25/11/2022

Regista: Luca Giardini

Viceregista: Gabriele Macucci

Resoconto

Resoconto della guerra di Placentia

XVIII Giorno del mese dello Scorpione 1122

Sir Ettore Battaglia, Comandante in capo delle forze di assalto della Repubblica Elaviana.

Nelle pagine che seguiranno cercherò di raccontare gli eventi che si sono succeduti durante la guerra per la presa della città di Placentia: in queste righe riporterò degli orrori e degli indicibili atti che hanno portato la guerra su un livello mai visto, stravolgendone  le basi teoriche e pratiche, che hanno caratterizzato le schermaglie in Elempos da che se ne abbia memoria.

Il fronte di liberazione era composto dagli eserciti del Ducato del Drago, della Repubblica Elaviana, del Regno di Tergetz e con l’ingente supporto delle Ecclesie Elaviane che hanno visto schierati anche ben quattro patriarchi: il Patriarca Lazzalf per l’ecclesia di Galtea, il Patriarca Alfio per l’ecclesia di Raleos, il Patriarca Orlando per l’ecclesia di Vornat e la Matriarca Serinde per l’ecclesia di Eladiel.
Ognuno di loro è stato un pilastro fondamentale nella tenuta dello scontro: grazie all’accademia delle arti arcane della Repubblica ed al Patriarca Lazzalf, è stato possibile gestire l’eventuale fuga in teletrasporto dei terroristi; il Patriarca Alfio è stato un saldo punto di comando nella compagine degli eroi elaviani infiltratisi nella città assediata; il Patriarca Orlando è stato senza dubbio condottiero degno della benedizione del Leone delle Battaglie; la Matriarca Serinde e la sua vista del futuro, luce nella lotta contro il blasfemo Von Aulen.
Più di 75000 donne ed uomini valorosi, si sono battuti per liberare la città dal gioco di chi, professando la ricerca della verità, aveva perduto la propria strada e la stessa umanità.

La guerra, se così la si può chiamare è stato un bagno di sangue: si è lottato per ogni centimetro ed ogni lembo di terra conquistato è stato preso con la vita di valenti eroi. Il terreno era disseminato di trappole delle più disparate: fosse piene di gas mefitici che potevano bruciare un uomo, o scioglierlo dall’interno; civili in fuga usati come bombe al fine di spezzare le nostre linee e cagionare il maggior numero di morti; bombe ed altri esplosivi atti a menomare irrimediabilmente i nostri uomini, andando a gonfiare il numero di degenze e quindi la necessità di risorse ed uomini nelle retrovie.
Come se non bastasse, le nostre truppe dovevano avere a che fare con la forza devastante delle flamule che riuscivano a soverchiare anche i celebri soldati tergesti.
Grazie alle azioni eroiche di alcuni elaviani, sono state recuperate parti del piano di guerra originale ed è stato possibile evitare diverse delle trappole più pericolose del nemico, evitando la perdita di un numero ancora più elevato di vite.
Lo scontro non ha conosciuto alcuna tregua, la notte è stata accesa dalle luci della battaglia ed avvolta dai suoni fragorosi di esplosioni e clangore delle armi: nonostante la crudeltà del conflitto, il nemico sembrava del tutto inabilitato a qualsiasi tipo di controffensiva, come se mancassero le forze; questo è probabilmente da attribuirsi alle azioni di sabotaggio delle cisterne contenenti il composto necessario per il funzionamento e la stabilizzazione delle flamule.
Questa situazione ha permesso di utilizzare il X giorno del mese dello Scorpione per un’azione capillare di sminamento: varie trappole ed ordigni sono stati disinnescati e rimossi. Tutto ciò è stato permesso grazie alle varie azioni di cattura degli alchimisti: sono infatti diversi gli alchimisti catturati o che si sono offerti di aiutarci in aperto contrasto con i metodi dei custodi della materia.
Queste e varie altre azioni hanno reso meno brutale quell’inferno che era un tempo il santuario dell’alchimia: sebbene il prezzo di sangue sia stato alto, senza queste operazioni probabilmente sarebbe stato insostenibile.
Il giorno XI del mese dello Scorpione ha segnato la svolta e la conclusione dello scontro: forse il momento più cruento della guerra dato dalla ritirata disordinata del nemico. I vari contingenti di flamule, privi ormai di un comando centrale, dovuto alla fuga dei custodi della materia, hanno iniziato ad agire in maniera indipendente e disordinata: questo, unita alla rotta del resto delle forze degli alchimisti, ha permesso di avere la meglio su queste portentose macchine da guerra. In quel momento i generali del Ducato del Drago hanno dato ordine esplicito di non fare prigionieri fra le flamule.
L’impeto della guerra e lo stato delle forze ha causato alcuni crolli emotivi che sono sfociati in alcuni piccoli casi di saccheggio: questi sono stati prontamente bloccati e puniti con fermezza dal comando militare e dalle ecclesie.

Sebbene, come doveroso che fosse, vi ho parlato dei molti che eroicamente hanno combattuto e sono morti per la causa, molto è stato fatto e altrettanto è stato sacrificato dagli eroi che si sono infiltrati nella città di Placentia.

Siamo riusciti ad infiltrarci nella città il giorno IX del Mese dello Scorpione approfittando dello scontro frontale delle armate; due gruppi ben distinti sono entrati in città per vie traverse: il primo ha avuto un primo scontro frontale con le forze nemiche; il secondo è riuscito rocambolescamente a recuperare parte dei piani di guerra di Placentia grazie al sacrificio di un alchimista, che si è eroicamente immolato nel tentativo di salvare più vite possibile e metter fine alla distopia grottesca dei custodi della materia. Sebbene gli schieramenti delle truppe sarebbero stati cambiati di lì a breve, è stato possibile avere contezza delle trappole tese e della loro ubicazione: il sacrificio di Indio ci ha permesso anche di ottenere una lista di bersagli da debellare, come Radio, il responsabile dei civili esplosivi ed Osmio, colui che si divertiva a studiare civili e soldati sottoponendoli ad indicibili torture.


Le varie missioni di sabotaggio e cattura che si sono susseguite hanno avuto un esito positivo: le riserve per le flamule sono state distrutte, vari laboratori devastati ed alchimisti catturati, consegnati propria sponte o uccisi, come le caso di Litio o Torio. Quest’ultimo ha subito messo a rischio la vita dell’intera spedizione: portando seco un serraglio di mostri, ha sferrato un attacco fatale; solo in quello scontro hanno perso la vita il questor Imrik, il sacerdote di Ideran Kabir ed il Maestro Icaro Illirio Severac. Sebbene il secondo ed il terzo siano stati riportati prontamente tra i vivi ed il primo giaccia ad oggi in una gemma dell’anima, in quella circostanza è stata sfiorata una tragedia ben più grande.

Il giorno X del mese dello Scorpione è stato funestato da varie trappole ad opera dei nemici: tristemente degno di nota, il funesto attacco perpetrato da Radio ai danni di Vincenzo Malaspada, il quale è esploso come tanti dei civili di cui prima vi ho parlato.
Il giorno X del mese dello Scorpione è stato anche e soprattutto la giornata in cui il blasfemo ed eretico Viktor Von Aulen è stato abbattuto: un gruppo scelto di eroi, grazie alle visioni della Matriarca e seguendo la scia della cometa oscura, ha potuto raggiungere il luogo di atterraggio del sedicente custode del nulla.
In quel luogo, entrando nello scontro già ingaggiato dai custodi della materia Krypton e Radon, abbiamo dato battaglia al mostro avendo ragione di lui: fatali per la bestia sono stati i colpi della spada forgiata dai sacerdoti di Raleos e che ho avuto l’onore di custodire fino al fatidico momento; come promesso, ogni eroe ha potuto impugnare l’arma fino a quando non ha esaurito il suo effetto.
Ogni onore ai prodi che hanno fatto calare sull’abominio l’implacabile sdegno del creato tutto ed ai valorosi eroi che, con tanta forza e veemenza, hanno sbarrato il passo alle orde di mostri sguinzagliati da Placentia con l’intento di ucciderci: sebbene impegnati su due fronti, abbiamo avuto ragione di ogni nemico.

Il giorno XI del mese dello Scorpione l’ho vissuto sul campo di battaglia e questo mi ha permesso di avere piena contezza dei fatti precedentemente raccontati, ma questo non ha impedito alle informazioni di giungere: gli eroi hanno avuto ragione del criminale Radio, vendicando così la morte di Vincenzo Malaspada. La caduta dell’alchimista non è stata senza prezzo: l’uccisione del criminale è costata la vita di Hrodulf e del Generale di terra di Tergetz Bleidbara.
Al campo è giunta notizia anche dell’arresto e destituzione del fu Diarca di Tergetz Drakon Liondari, anche se le motivazioni e la dinamica del fatto mi è ancora adesso ignota.

Questo è un breve resoconto di ciò che è stata la presa di Placentia: molto è stato detto, ma ciò nonostante non basterebbero centinaia di libri per poter mettere in parole, l’orrore, il dolore ed i traumi che questa guerra ha lasciato dietro di sé; una ferita nelle menti e negli animi dei soldati e degli eroi, che necessiterà di tempo per potersi chiudere definitivamente.

Possa Vornat avere in gloria tutti i morti vittoriosi, caduti per la causa.

Sir Ettore Battaglia