Geografia | La maggiore pianura di tutto il Toscanheim che dal mare occidentale si apre verso oriente, colma di campi coltivati e foreste incontaminate attraversata da un possente fiume. Montagne a nord, spesso imbiancate di neve, un confine naturale da molti considerato sacro. Colline dolci e degradanti verso sud, animate dall’attività mineraria e da tenaci vigne. Su tutto l’ombra delle immense foreste dell’interno, virtualmente inesplorate, colme di incognite e di ancor più misteriosi elfi. Apasia, la città dalle Mura Bianche, domina la vasta pianura alluvionale del grande fiume On’ra, mirabilmente bilanciata a cavallo del fiume stesso. Grandi arsenali navali e costruzioni a più piani costeggiano i canali e le tortuose viuzze del centro abitato che porta ancora ben chiari i segni del suo antico splendore commerciale che solo di recente ha ricominciato a rifiorire. Antichi palazzi circondano la Piazza Rotonda, sede inusuale di un circolo rituale interno alle mura, mentre a poca distanza incredibili monumenti di marmo bianco, sicuramente frutto della collaborazione di architetti non umani, splendono severi al sole. La grande Cattedrale di Roun sembra sgorgare dal piatto prato verde che la circonda come una bianca stele funeraria, costruzione gemella del candido Monastero del Sommo. Queste strutture sono a breve distanza accompagnate da una delle più peculiari costruzioni che si possano rimirare su Elempos: la Torre Inclinata. Precisi calcoli e considerazioni geomantiche ormai da lungo tempo dimenticate hanno portato alla costruzione di questa meraviglia. Un tempo sede di un enorme cristallo dalle proprietà mistiche e, si dice collegata al funzionamento del circolo di pietre della Piazza Rotonda e all’invulnerabilità delle mura. Drappelli armati riportanti le insegne dell’Aquila Nera marciano costantemente sulle mura, per le strade della città, e nella campagna circostante. L’atteggiamento della popolazione è serio, severo, pratico fin quasi alla brutalità e, sebbene terrorizzato dalla possibilità di vedersela con la giustizia ducale, sempre pronto ad approfittare di un vantaggio non appena questo si presenti: proprio come si addice a dei sudditi intraprendenti, asserisce il Duca. |
Araldica | arma: d´oro alla nave dalle vele spiegate recanti il simbolo del Culto delle Maschere sulla maestra, il tutto al naturale; capo onorevole del ducato di Apasia: d´oro alle tre aquile nere con becco e artigli al naturale. |
Storia | Nessuno storico è oggi in grado di trovare una data di fondazione certa di quella che nell´antichità era la città di Apasiae. Testimonianze sussurrate dagli elfi però indicano come città fosse già un florido per quanto primitivo insediamento dedito all´agricoltura e alla pesca e, secondo alcuni, alla forgia dei metalli come il rame e il bronzo, quando i primi coloni elfici si insediarono nella Grande Foresta a est dei territori abitati dagli umani. Apasiae era a quei tempi probabilmente il più grande insediamento umano del Toscanheim, rivaleggiando con quello di Vulthar. Se il secondo doveva le sue ricchezze all´abbondanza di salgemma e perfino alla presenza di metalli nel territorio collinare che lo circondava, il primo le doveva certamente alle possibilità di commercio offerte dalla profonda baia che proteggeva il porto costruito alla foce del fiume Auser, che più tardi prese il nome di On´ra. Sotto la saggia e distante guida degli elfi, le città umane crebbero in numero e grandezza, ed Apasia diventò un fiorente porto mercantile dai costumi accoglienti e cosmopoliti, perla di splendore commerciale fin da quei tempi così lontani. Gli aiuti Shuel che sarebbero dovuti sbarcare e formare una testa di ponte contro gli elfi però non giunsero mai a causa dell´intervento elfico e della strenua difesa operata dalla marina apasiana. Infine le truppe traditrici, per quanto armate della bieca stregoneria, furono costrette a ritirarsi entro le mura della loro cittadella in collina. Vulthar venne sottoposta ad assedio per oltre due anni da umani ed elfi inferociti per la barbarie e l´empietà che si era nascosta in mezzo a loro. Possenti magie si scontrarono nel cielo notturno quando gli assediati allo stremo tentarono un´ultima e disperata sortita. La furia dei sortilegi da battaglia elfici degli antichi spezzò l´aria e, scontrandosi con i maledetti rituali stregoneschi, lacerò per sempre corpo ed anima di quella fiorente cittadina e di tutti coloro che si trovavano su quella collina. L´Onda stessa parve ritrarsi per poi vibrare e colpire, impattando con la forza di un maremoto l´intero insediamento e gli sventurati abitanti. La sconfitta dei traditori costò dunque il prezzo più amaro: il terribile accaduto rese l´intera vasta collina che aveva ospitato Vulthar completamente inabitabile a causa degli stravaganti e spaventosi effetti collaterali che portarono a grottesche mutazioni, riscontrabili ancora oggi, e che di quando in quando colorano le notti di quei luoghi di sporadici lampi e sfrigolanti echi di urla disumane. Gli elfi che hanno tramandato il ricordo di quei momenti terrificanti parlano con orrore e perfino senso di colpa di "pioggia di vetro ardente dal cielo" e di "un urlo che strappò le ombre e le separò dai corpi dissolvendoli, ancora vivi, nell´aria". Non si trattava di una religione vera e propria, quanto più di una filosofia diffusa da un culto misterico al quale partecipava tutta la classe mercantile di Apasia, ed in particolare gli uomini più abbienti. La filosofia emerse in contemporanea in altre tre città: Rivoalto, Avoneg e Flamia. In ciascuna città risiedeva uno degli alti sacerdoti del culto, che custodiva una delle quattro maschere legate ai quattro aspetti dell´ideale figura del perfetto mercante. Ad Apasia il Sommo Sacerdote della Maschera, tradizionalmente uno dei membri del Consiglio Cittadino, custodiva la Maschera della Mente. In effetti, ad Apasia il culto dei Dodici Dei incontrò fino ai tempi più recenti un successo molto tiepido, fatta eccezione per il culto di Roun inteso quale Custode dei Morti e della saggezza degli avi, diretti antenati della propria famiglia, che in questi luoghi fin dalle epoche più antiche vengono considerati protettori delle terre dei vivi. È in questo periodo di massimo splendore commerciale che Apasia eresse con preziosi marmi bianchi la maestosa Cattedrale di Roun ed un silenzioso ma imponente Monastero dedicato al Sommo, sede della nativa Sorellanza delle Affrante. Contemporaneamente venne fondato un grande tempio dedicato alle divinità del Chiarore, tra Apasia e Pontere, sulla strada verso Firendhol, in onore ed omaggio degli alleati elfi. Abbattere le mura di Apasia era però impensabile: si trattava delle stesse mura che gli architetti elfici avevano innalzato secoli prima, e che non potevano conoscere sconfitta. Le forze elfiche si prepararono ad assediare Apasia. Con il passare del tempo le maglie si strinsero fino a chiudere agli apasiani quasi ogni possibile contatto con l´esterno: Apasia poteva ancora rifornirsi via mare, e gli elfi non disponevano di una flotta in grado di effettuare un blocco efficace contro le galee apasiane. Dopo tre lunghi anni di assedio, come per Vulthar fu la magia a rompere lo stallo. Con un rituale magico rimasto ancora oggi negli incubi degli apasiani, il fondo del mare del Golfo di Apasia iniziò a ribollire, per poi lasciare emergere una distesa di fango bollente. Bagliori e luci malevole illuminavano il luogo, mentre gli apasiani guardavano attoniti dagli spalti delle mura. Grazie a questo incredibile prodigio, germogli malsani iniziarono a crescere con velocità innaturale, ed in meno di un giorno un intero bosco dall´aspetto sinistro aveva preso il posto di oltre venti chilometri di costa, stringendo in una morsa vivente e crudele il corso del fiume per miglia e miglia, rendendo totalmente impercorribile quella via d´acqua ed isolando la città dalla foce del suo fiume. La Foresta Stregata strangolò Apasia. Soprannominato per il suo carattere ed il suo stemma "l´Aquila Nera" è considerato un liberatore e un eroe ma anche un freddo calcolatore e micidiale opportunista. Dopo la discesa in campo dei quattro pretendenti al trono di Elavia la Baronia di Apasia si è vassallata al Granducato della Rocca, sostenendo con forza e con successo l´ascesa del Granduca alla dignità regale, fino a definire attorno a sé un centro di potere così importante da giustificare la formazione di nuovo ducato che da essa prende il nome e che comprende anche le baronie confinanti di Vil´Horn, Serin e Nemphir. Tra gli ultimi successi della gestione del Duca è d´uopo citare anche la recente bonifica della spaventosa Foresta Stregata, che si presume porterà nuova prosperità commerciale alla città. Triste il destino del fratello minore del duca, Ryan di Apasia, già maestro della Gilda dei Guaritori e Cancelliere del Concilio delle Gilde, scelto quale principe del Nuovo Impero Shuel e "marchiato" da Demetrius come Numiad, il nome di uno dei suoi quattro figli. Apparentemente mantenne la sua indole misericordiosa fino al suo assassinio, avvenuto durante il Concilio d´Inverno del 1107 in circostanze ancora da chiarire, scatenando l´ira devastante dell´Abominio. |
Altre informazioni | Capitale: Apasia |
Governatore | None |