Sein

Geografia

Sein si adagia su tre colli che emergono come isole di pietra dal mare delle colline del Toscanheim, cinta da mura chiare che riflettono ancora oggi la maestria degli antichi architetti elfici. Dalle torri delle porte e dai campanili che scandiscono il profilo della città lo sguardo spazia sulle vallate circostanti, dove vigne e ulivi si alternano a campi dorati e a boschi che, man mano che ci si avvicina al nord, si fanno più fitti e solenni. Le acque che scendono dalle alture alimentano mulini e canali, disegnando una campagna laboriosa e fertile, che da secoli nutre la città e ne sostiene i commerci.

Il territorio della baronia si articola naturalmente in due realtà complementari. Attorno alla città omonima sorge la signoria di Sein, più popolata e ricca di villaggi, che raccoglie le terre collinari coltivate e le vie mercantili che portano verso nord. Più a sud, invece, si estende la signoria di Axianum, terra di campi aperti e pascoli, dove le stagioni scandiscono un ritmo più lento e bucolico, ma dove si produce il grano che riempie i granai della città e si allevano greggi la cui lana alimenta le botteghe degli artigiani.

Sein si trova in una posizione che la rende un crocevia naturale. A nord guarda a Firendhol, capitale e cuore del Ducato del Toscanheim, mentre a sud i suoi confini toccano Tar Gontil e Nenphir, baronie sorelle con cui condivide storia e sangue. A est le strade scendono verso Tirion e Porta Regia, nel Ducato di Calenedel, e a ovest la via porta ad Apasia, città del Ducato dell’Aquila Nera. Così, nel punto d’incontro di tre ducati, Sein è divenuta inevitabile passaggio per mercanti e ambasciatori, pellegrini e studenti, e la sua vita quotidiana pulsa del continuo viavai di genti e di idee.

Questa centralità geografica ha plasmato il carattere stesso della città: fiera delle proprie radici collinari, ancora profondamente legata alla terra e alle tradizioni agricole, ma allo stesso tempo proiettata verso l’esterno, luogo di incontri e di scambi, fortezza che veglia sul territorio e mercato che apre le sue porte al mondo.

Araldica

Di rosso, al leone d'argento, armato d'oro sormontato nel punto del capo da una corona d'oro

Storia

Le origini di Sein risalgono ai tempi della grande migrazione elfica dopo la caduta di Areldar. Fu allora che gli esuli, guidati dalla stirpe dei Thalgalar, scelsero le colline del Toscanheim come nuova dimora e fondarono, accanto alla splendida Firendhol, una serie di città destinate a rifletterne i fasti e a sostenerne la potenza. Tra queste, Sein emerse presto come centro di straordinaria vitalità, costruita su tre colli che ne garantivano difesa naturale e dominio visivo sulle vallate. Le sue mura e i suoi palazzi, eretti con la grazia tipica dell’architettura elfica, la imposero subito come uno dei gioielli del Ducato.

Durante la Guerra degli Scacchi la città conobbe i momenti più drammatici della sua storia. Più volte assediata dagli Shuel, resistette sempre, sorretta dal coraggio dei suoi cittadini e dall’aiuto delle città sorelle del Toscanheim. Le cronache raccontano di notti illuminate dalle torce nemiche e di giorni in cui le mura tremarono sotto le macchine d’assedio, ma mai cedettero. La fedeltà di Sein a Firendhol e al regno elfico rimase incrollabile, e questo le valse onori e prestigio in tutto Elavistol.

Con la caduta dell’Impero Shuel, ondate di profughi umani giunsero nelle terre del Ducato, e anche Sein dovette confrontarsi con questo nuovo afflusso. Le famiglie elfiche, da sempre custodi del potere cittadino, accolsero i nuovi arrivati con diffidenza ma anche con pragmatismo: accanto ai nobili sorsero famiglie mercantili e bancarie di origine umana, che portarono nuova linfa economica e spinsero la città verso un’inedita stagione di prosperità. Fu l’inizio della cosiddetta Seconda Rinascita, in cui Sein divenne polo culturale e bancario, ospitando la fondazione di un’Università destinata a rivaleggiare con quelle di Firendhol e di Porta Regia. Col passare delle generazioni, questo processo mutò radicalmente la composizione della popolazione: da città eminentemente elfica, Sein si trasformò in una metropoli a prevalenza umana, dove gli elfi conservarono un ruolo d’élite, nobiliare e simbolico, ma non più il peso numerico sufficiente a reggere da soli le sorti della città.

Nei secoli successivi, la città si guadagnò fama di patria di sapienti e artisti, ma anche di fiorente mercato, in cui si riunivano le merci provenienti da tre ducati. Tale splendore non fu però immune dalle ombre: quando Gillian Eldaril, già celebrato come guida illuminata del Toscanheim, cadde preda della follia e alzò la barriera che isolò Firendhol, Sein dovette subire il peso del suo dominio. Le sue genti conobbero repressioni, imposte e soprusi, e più volte tentarono di ribellarsi, pagando caro ogni gesto di indipendenza represso dalle Guardie d’Oro e dagli Stregoni del Tar Eldaril. Nonostante tutto, lo spirito della città non si piegò mai del tutto, e quando le baronie vicine riuscirono a sollevarsi contro il tiranno, anche Sein ritrovò la libertà grazie all’intervento degli eroi noti come Lupi di Sein.

Oggi la città porta ancora i segni di quelle lotte: nelle sue piazze si erigono monumenti ai caduti della ribellione, e le famiglie che contribuirono alla riconquista dell’autonomia siedono tuttora nel Consiglio dei Nove. L’eredità di quell’epoca tormentata ha reso Sein un simbolo di resistenza e di resilienza, capace di trasformare il dolore in forza e di riaffermare il suo ruolo centrale non solo nel Ducato del Toscanheim, ma in tutto il regno di Elavia.

Altre informazioni

Capitale: Sein
Popolazione: 43.571 abitanti (80% umani, 10% elfi, 5% mezz´elfi, 5% altro.)
Estensione: 3.820 Km quadrati

 

Il potere politico di Sein, un tempo saldo nelle mani del Consiglio dei Nove, ha mutato volto insieme alla città stessa. L’assemblea, composta dalle antiche casate elfiche e dalle famiglie mercantili e bancarie di origine umana, governò a lungo come arbitro supremo della vita cittadina. Con il passare dei secoli, però, il volto della popolazione si trasformò: da comunità quasi interamente elfica, Sein divenne una metropoli dove la grande maggioranza è umana, mentre gli elfi e mezz’elfi costituiscono oggi una minoranza rispettata ma numericamente ridotta. Questa sproporzione rese inevitabile un riequilibrio delle istituzioni.

Oggi le decisioni cruciali appartengono al Governatore di Elavia, che risiede in città e rappresenta la volontà della repubblica. I Nove non sono stati aboliti, ma hanno visto il loro ruolo ridursi a quello di consiglieri, portavoce di tradizioni e interessi locali. Le famiglie elfiche continuano a sedere in consiglio, spesso più per prestigio che per reale capacità di influenzare le scelte, mentre le casate umane hanno assunto un peso crescente, a testimonianza del fatto che la città non è più solo un gioiello del Ducato elfico, ma una capitale cosmopolita e mista, riflesso delle sue genti.

La vitalità di Sein non si è però spenta con il ridimensionamento politico. I raccolti delle colline, ricchi di cereali, uve e olive, sostengono la sua prosperità agricola, ma è soprattutto grazie alle banche che la città ha esteso la propria influenza oltre i confini del Ducato. Da secoli i suoi istituti di credito finanziano carovane, fiere e persino campagne militari, facendone uno dei principali centri finanziari di Elavia. La famosa banca “Fosso degli Armi” nacque proprio a Sein e fu una delle istituzioni di credito principali del Regno di Elavia, coronata da tale successo da spostarsi in seguito nella capitale Mor.
Le botteghe artigiane, rinomate per la qualità dei tessuti, delle ceramiche invetriate e delle sculture in marmo, contribuiscono a diffondere la fama della città anche presso le corti straniere.

Non meno importante è la presenza della Corporazione delle Arti Arcane e Ritualistiche, che a Sein ha una delle sue sedi storiche. Pur non essendo la più influente, essa custodisce biblioteche e archivi preziosi e ospita ritualisti e maghi provenienti da tutto il Ducato, rafforzando l’immagine della città come luogo di studio e di ricerca. A ciò si affianca l’Università, tra le più antiche di Elavia, che offre insegnamenti di diritto, filosofia, lettere e arti magiche, e che da secoli attira studenti, maestri e curiosi da ogni parte della penisola.

 

Così, nonostante la perdita dell’antica autonomia, Sein resta un cuore pulsante di vita economica e culturale. La città vive della sua doppia natura: elfica per nascita e memoria, umana per numero e slancio, ponte tra tradizione e innovazione, tra l’orgoglio di ciò che è stata e l’energia di ciò che è diventata.

 

Governatore Davian Baernos