Navelin

Geografia

Terra arida e brulla, posta nell’entroterra di quello che un tempo era il ducato di Ilopan, Navelin presenta un territorio per lo più incolto e lasciato allo stato brado. I colli sono coperti di macchia e piccoli boschi  lasciando il posto a picchi più impervi procedendo verso est.

Le città,più che altro villaggi dalle infrastrutture in rovina, sono state abitate negli ultimi anni da sparuti gruppi di umani sopravvissuti ad anni di stenti e di assenza di giurisdizione. 

Fra le colline sono riconoscibili ancora i rozzi fortini edificati dagli orchi durante l’occupazione teutone, ormai quasi del tutto abbandonati.

Shirya è tra le due signorie la più civilizzata: Navelin, la capitale, sorge in questo territorio. I palazzi che richiamano gli antichi fasti dell’Epoca dei Regni Liberi sono in rovina, ma ancora mostrano l’antica architettura tipica dell’entroterra elaviano: edifici di pietra chiara sviluppati in orizzontale, costruiti su terrazze naturali per venire incontro alla complicata conformazione del terreno.

Al centro della città sorge la Torre delle Campane Mute, un’antica struttura che serviva per avvisare gli abitanti dei dintorni di un pericolo e a rifugiarsi all’interno delle mura. Purtroppo durante l’occupazione teutone, le campane vennero smontate e fuse per farne armi per gli orchi. Da quel giorno la torre è conosciuta con questo nome.

Il resto degli edifici della città furono trasformati in caserme, ma negli ultimi anni alcuni valenti cittadini hanno cominciato a portarli alle destinazioni d’uso precedenti. Navelin sta risorgendo come piccolo centro per i pochi contadini rimasti nel territorio, ma la mancanza di una guida e di un’economia ricca sta rallentando questo sviluppo.

Nel territorio sorgeva un antico monastero dedicato al culto di Iaboth. A seguito del passare delle ere e delle innumerevoli battaglie svoltosi nel territorio, del monastero rimasero solo le fondamenta.

Negli ultimi anni però, alcuni sacerdoti di Galtea decisero di insediarsi nelle rovine del monastero dedicandolo alla signora della conoscenza, iniziando un programma di ricostruzione ed evangelizzazione delle genti.

Ora, il nuovo Monastero della Visione Perfetta, dedicato alla dea Galtea, risplende come un faro di speranza tra i colli del territorio di Navelin.

Araldica

Arma: di porpora ai tre corni al naturale dai lacci intrecciati a cuore

Storia

Le prime testimonianze di insediamenti degni di nota in questa zona del territorio Elaviano risalgono all’epoca degli Shuel che fondarono la città di Nai’V Hielin (letteralmente città della terra”, forse per l’aridità del terreno di questo luogo) come avamposto per la difesa ad oriente di Ilopan. A seguito dell’ascesa di Demetrius, i seguaci di Iaboth della zona fondarono, sul confine con Ilopan, la Rocca Bianca, un monastero votato ad opporsi al giogo dell’Impero Shuel. Purtroppo, di questo maniero rimane solo il triste ricordo e qualche maceria poiché, durante una sanguinosa battaglia, tutti i fedeli del dio furono trucidati.

Fu la caduta dell’Impero Shuel e l’operato di Agiulfo Castalio a trasformare nel 258 d.B. un accampamento fortificato in quella che sarebbe stata la Navelin odierna e ad unificare le terre di Noira e Shyria in una baronia.

Durante la guerra del Gufo e del Serpente, iniziata nel 760 d.B., Navelin divenne il principale teatro degli scontri tra i Feythiti e i Rahssiti, con gravi conseguenze per l’economia e la stabilità politico-militare dell’intera regione.

Nel 778 d.B. Navelin fece spontaneo atto di vassallaggio ad Antonio Calarossa, primo Duca di Ilopan. Cominciò il periodo di maggiore splendore della baronia durato quasi un secolo.

Con l’invasione delle Schlaghen, Navelin subì un colpo durissimo. Conquistata con facilità dalle truppe teutoni, condivise con Bonus Aeree il triste destino di divenire prima un campo di battaglia e successivamente il luogo di insediamento delle truppe pelleverde dell’Orda Urlante dislocate nel sud di Elavia. Gli edifici più grandi furono trasformati in caserme e fortini, annientando ogni traccia della storica architettura della città.

A quel tempo il barone di Navelin era Agilesius III, un nobile cavaliere dell’ordine dei Lucenti. Si dice che la baronia stesse già attraversando un periodo di declino: da alcuni anni la reggenza del nobile era praticamente nulla e le sue apparizioni rare.

Forse proprio per questo la difesa di Navelin fu piuttosto blanda. Il popolo attribuì al matrimonio di Agilesius con la nobile teutone Delilha Shautzer, avvenuto pochi anni prima dell’invasione, la cagione del rapido declino di Navelin.

L’occupazione orchesca provò gravemente queste terre; innumerevoli furono gli atti di violenza e razzie compiute dai pelleverde ai danni della comunità umana che andò man mano assottigliandosi, e forte era il controllo del governatore teutone della regione.

Nel 1106, dopo la liberazione di Ilopan, i superstiti di Navelin reagirono lasciando i lavori forzati e i villaggi (più simili a campi di prigionia che ad altro), godendo momentaneamente di una libertà che presto si trasformò in violenta anarchia.

Più che nel passato, fu la legge del più forte a dettare le regole e i più forti emularono i loro stessi aguzzini pelleverde, depredando i poveri averi rimasti alla gente. Gli orchi che non si dispersero e che non perirono sotto le mura di Ilopan si concentrarono nella signoria di Noira e, divisi in bande, si diedero al brigantaggio sui confini di Artecas e della stessa Ilopan.

Fu un periodo terribile finché nel 1107 il Granducato del Mare, grazie alla guida militare di Alessio I degli Alessandridi, dominus di Esperia, iniziò una campagna militare volta a liberare dall’anarchia queste terre e a ristabilire la pace. In breve il governo della baronia passò nelle mani della corte di Esperia, preludio alla nascita del ducato di Loria e alla scomparsa definitiva dello storico ducato di Ilopan.

La baronia ebbe un breve periodo di ricostruzione e crescita, ma la notizia dell’imminente fine del mondo portò nuovo sconforto nella popolazione che mollò ogni cosa per cercare rifugio e salvezza nella più grande Ilopan o addirittura a Mor. Alcuni tentarono di raggiungere la torre d’oro nella vicina terra di Demetria, senza riuscirci.

Da dopo l’apocalisse la baronia di Navelin è una baronia quasi fantasma. Pochi contadini, rimasti fedeli alla loro terra, cercano di tirare il meglio che posso dai loro terreni brulli. I pelleverde non sono più presenti sul territorio, ma questo non esclude che possano esserci ancora briganti lungo i confini. La rinascita del monastero, stavolta alla dea Galtea, ha cominciato a richiamare nuovi contadini. La ricostruzione del territorio procede per la buona volontà della popolazione, ma manca solo un ultimo tassello per la completa rinascita: una guida salda e sicura.

Altre informazioni

Capitale: Navelin
Popolazione: 30.476 (80% umani, 10% Orchi, 10% altro)
Estensione: 2.792 Kmq

Governatore None