Sabulium

Geografia

Sabulium è una delle due baronie, assieme a Lubasium (ora Demetria) facenti parte fino al 1106 dell’Arciepiscopato di Mezzo, la prima teocrazia nata in Elavia, la cui religione ufficiale era il culto di Sabul.

Sabulium, la più piccola delle due baronie, si affaccia sul golfo di Tarentium, presenta un territorio in prevalenza montuoso, ricco di fiumi, molti dei quali scorrono all’interno delle stesse montagne attraverso le numerose grotte che si aprono in tutta la regione; proseguendo verso il golfo di Tarentium, i monti lasciano spazio alle pianure, dove crescono vasti boschi di pini marittimi.

Le due signorie sono Ponte di Mezzo e Sabulium. La prima occupa tutta la costa del golfo, che va da Tarentium fino a Grathan e si spinge nell’entroterra fino alle prime montagne. Ponte di Mezzo è una città di origine atlassiana, che risale alla colonizzazione di Tarentium, Eccel e Grathan. Importantissimo porto e scalo commerciale degli Atlassiani, pose le basi della futura colonizzazione di Sabulium. Ancora oggi presso Ponte di Mezzo è possibile ammirare i resti degli antichi templi, tra i quali spiccano i due di maggiori dimensioni: quelli di Lubas e di Sabul, ormai entrambi in rovina, ma che si dice nascondano ancora segreti relativi alla colonizzazione atlassiana.

Più a nord, quasi sul confine con la baronia di Barium, in cima ad un colle sorge l’antichissima città di Sabulium. Le sue strutture sono in parte scavate nella nuda roccia della montagna e numerosi cunicoli si diramano nel sottosuolo, questi durante l’era Shuel furono abitati dai sacerdoti che sfuggirono alla repressione di Punèa. Ancora oggi a volte gli esploratori trovano i resti di templi scavati a grande profondità, estremamente poveri e semplici nell’arredamento ma di grande rilevanza storica. La città non presenta alcun tipo di fortificazione perché la sua stessa posizione l’ha sempre resa un bersaglio difficile. Pochi sono gli edifici degni di nota: uno di essi è di sicuro il tempio di Sabul, grande edificio simile ad una cattedrale che in verità altro non è che il palazzo baronale, forte segno della teocrazia che fino a pochi anni prima dell’apocalisse ancora caratterizzava con tanta forza questa baronia; l’altro importante edificio è la sede dell’Ordo Funebria, una delle più influenti sette di Acron in Elavia; questa setta è famosa per aver realizzato la maggior parte delle tombe e mausolei di personalità della penisola.

L’unico circolo rituale di Sabulium è sotto la custodia della setta, per quanto sia solo un semplice circolo di passaggio. Si trova ai piedi della montagna sulla quale sorge la città di Sabulium, a poca distanza da un grande edificio detto Tomba di Vivapietra, luogo inaccessibile risalente alla conquista di Sabulium da parte del regno di Punèa.

Attualmente la baronia è vassallata all’Impero dei Due Mari e il governatore è Rolando Mareblu, persona dal passato oscuro e dalla insolita longevità in carica fin da prima dell’apocalisse.

Araldica

Partito, nel primo di rosso alla maschera d’argento, nel secondo d’argento alla torre d’oro.

Storia

Sabulium e Lubasium, ora conosciuta come Demetria, appartengono al territorio che fino al 1106 era conosciuto come Arciepiscopato di Mezzo o più comunemente Mezzaterra: tale nome è legato a filo diretto con la civiltà dei Medii che si sviluppò durante l’Era degli Antichi, circa 1800 anni fa, in questa zona del sud Elavia. Ben poco è giunto ai giorni nostri di questa popolazione, il cui nome gli fu attribuito in seguito dagli Shuel per indicare un popolo che viveva proprio al centro di tre differenti grandi popolazioni della penisola: ad est i Tallii, a nord i barbari delle valli di Feroggia, e a sud i Grarora, gli orchi autoctoni dell’attuale Grathan. È probabile che la regione dei Medii arrivasse a comprendere anche tutto l’attuale territorio di Salenero.

Dei Medii è noto solo che erano un popolo estremamente pacifico, dedito all’allevamento e a piccoli commerci con le popolazioni limitrofe. Le costanti incursioni orchesche dal sud e barbare dal nord non permisero mai a questa popolazione di crescere o espandersi: ne approfittarono gli Atlassiani, che proprio durante l’era degli antichi (a cavallo del 700-600 a.B.), dopo aver sconfitto gli orchi e aver conquistato l’attuale Grathan, si spinsero a nord colonizzando anche questa regione, spinti probabilmente dal desiderio di conoscere i segreti della grande torre dorata dall’origine sconosciuta che sorgeva, come maestosa colonna, al centro della valle ora facente parte del territorio di Demetria.

La colonizzazione atlassiana fu di breve durata, poiché nel 449  a.B. una poderosa flotta proveniente dal Kemeth sbarcò sulle coste di Salenero e spazzò via le popolazioni atlassiane e dei Medii, mentre a sud un poderoso esercito marciava sui territori di Grathan. Nel giro di dieci anni il famoso re- sacerdote Zaramenfis conquistò tutto il territorio della futura Mezzaterra e tutta la Punta di Elavia, fondando il temuto regno di Punèa. L’ultima battaglia, conosciuta come il più grande massacro dell’era degli antichi in Elavia, ebbe come cornice proprio la valle ai piedi del colle dove ora sorge la città di Sabulium. 

I segni della dominazione di Punèa furono poco incisivi in questa zona, dove l’unico lascito è una grande struttura di pietra, dalla forma piramidale, eretta per volere dello stesso Zaramenfis come mausoleo per i numerosi caduti della grande guerra da poco conclusa, la Tomba di Vivapietra. 

Durante il regno di Punèa fu realizzata la lunga strada che collegava la grande città atlassiana di Sabulium, divenuta un importante centro di scambi commerciali del regno, con la città di Punta Regia; si tratta della più antica strada di tale lunghezza conosciuta in Elavia.

Nel 199 d.B.  Zaramenfis si alleò con il nuovo Imperatore shuel Demetrius. L’alleanza, mutata presto in un vero e proprio vassallaggio del re di Punèa all’Imperatore, venne stipulata proprio nella città di Sabulium, dove i due grandi regnanti si incontrarono di persona. 

L’interruzione della Guerra degli Scacchi e la fine dell’Impero Shuel (255 d.B.) furono seguite dalla scomparsa di Zaramenfis e dalla lenta decadenza del regno di Punèa. I generali si contesero le terre entrando in guerra gli uni contro gli altri e molti di questi scontri ebbero luogo proprio sulla regione delle attuali Sabulium e Lubasium, che in breve furono lasciate in balia di se stesse, devastate dagli strascichi delle battaglie e dalla povertà da esse causata.

Il regno di Punéa, come anche l’Impero Shuel, aveva un’impronta peculiare per quanto riguarda la religiosità: i templi delle divinità comunemente venerate venivano chiusi o distrutti e le cerimonie in loro onore bandite. Gli unici culti consentiti, o per meglio dire imposti, erano quelli dell’imperatore-dio e del re-stregone.

Questa forzatura diede vita in realtà ad un forte senso religioso negli abitanti originari di queste terre, che dapprima, durante la dominazione, si sviluppò in segreto. Lentamente anche in altre zone del sud e centro Elavia si diffuse la notizia che presso l’antica terra dei Medii, protetti dai numerosi anfratti delle montagne, si riunivano numerosi fedeli delle divinità di un tempo, che diedero vita a veri e propri culti atti a mantenere intatte le credenze che l’era shuel stava lentamente cancellando. Una leggenda vuole che in una di queste caverne i fedeli abbiano trovato, dopo numerose preghiere rivolte ai Dodici per porre fine alla tirannia dell’Impero Shuel, una maschera che permise all’allora primo tra i sacerdoti di pregare Sabul. La leggenda si fa realtà nella Maschera di Sabul, che fu poi scoperto come oggetto ducale di Mezzaterra durante l’Era dei Regni Liberi e successivamente rinvenuto nella Tomba di Vivapietra durante il concilio avvenuto proprio a Sabulium nel 1108.

Quando l’Impero Shuel e il regno di Punèa caddero, i culti dei Dodici tornarono alla luce ed i popoli discendenti dalle stirpi dei Medii e degli Atlassiani si riunirono sotto un consiglio di sacerdoti che diede vita al Patriarcato di Mezzaterra, che in seguito divenne l'Arciepiscopato di Mezzo.

Il territorio fu diviso allora in due parti, Sabulium e Lubasium (oggi tristemente nota come Demetria), in onore di coloro che erano considerati i padri per eccellenza della creazione. Presso la Torre d’Oro di Lubasium, già utilizzata come tempio del re-stregone di Punèa, fu posta la sede dell’Arciepiscopato, dove il consiglio degli anziani (gli episcopi o vescovi) di Mezzaterra provvedeva all’elezione delle cariche nobiliari.

Mentre Lubasium rappresentava la parte più legata alla religione, Sabulium, grazie anche al territorio senza dubbio più ospitale, era il centro nevralgico del commercio e il fulcro della popolazione di Mezzaterra. Il barone di Sabulium veniva scelto sempre dal consiglio degli episcopi, che si riunivano e sceglievano una figura esterna ai dodici culti come figura politica che amministrava la baronia, conferendogli, se non ne era già insignito, il titolo di episcopo.

Nei primi secoli di vita del Patriarcato, il forte taglio teocratico portò ad una profonda intolleranza religiosa, soprattutto nei confronti di quelle che vennero allora considerate eresie.  Nel V secolo, l’allora arciepiscopo Lodovico II fondò l’ordine degli inquisitori, che si resero autori di innumerevoli massacri. Oggi i fuochi sono spenti e il ricordo dell'inquisizione appartiene solo al passato: nell'anno 1.100, quale conclusivo segnale della politica moderata dell'arciepiscopato, il duca Teodosio XXI, su consiglio di Rolando Mareblu, barone di Sabulium,  abolì l'ordine degli inquisitori, bandendolo dal territorio.

Tra i personaggi più celebri legati alla Mezzaterra è l'arciepiscopo Teodosio I della Murata, vescovo di Lhyra e fondatore del Conclave delle Dodici Chiese (dal cui scioglimento nacque nel 1108 il Collegio Teologico) nell'822 d.B. Egli esportò in tutta Elavia l'ecumenismo proprio della Verità di Sabul ponendo le basi ad una più ampia comunione delle fedi. Presto, però, gli episcopi di Mezzaterra entrarono in contrasto con i vescovi del Conclave giudicando la dottrina di Terin troppo improntata sulla teologia e poco vicina ai fedeli e ai loro bisogni.

L’invasione delle Schlaghen dell’888 si scontrò duramente contro l’Arciepiscopato di Mezzo, ma a parte alcuni piccoli territori limitrofi non riuscì a prendere né Lubasium né Sabulium e finì per abbandonare quest'obiettivo, continuando a covare un grande rancore per tale sconfitta. Ancora oggi non ci si spiega come la possente armata Schlaghen non sia mai riuscita ad ottenere il controllo di un territorio dalle difese tanto inferiori.

Nel 900 il consiglio degli episcopi prese la decisione di allearsi con la Ferenzia, eleggendo barone di Sabulium l’ambasciatore Julien Marbleu, che cambiò il suo nome in Giuliano Mareblu. Egli fu fondatore dell’ordine cavalleresco dei Cavalieri di Sabul, che aveva il compito di difendere il ducato. La formazione e la regola del cavalierato erano ispirate a quelle più diffuse in Ferenzia, per quanto un gran numero di soldati fossero elaviani.

A Giuliano succedette nel 945 il fratello Rolando Mareblu, figura leggendaria dell’Arciepiscopato che ancora oggi governa Sabulium. Un grande mistero avvolge l’episcopo, che si professa fedele di Sabul. La sua longevità è attribuita all’alchimia; molti sostengono che egli conosca una fonte unica di Acqua di Tarentium presso il golfo e che sia proprio questa fonte a donargli una costante giovinezza. Leggende più inverosimili legano la sua longevità all’oggetto che egli per primo ha riportato alla luce, la Maschera di Sabul, l’oggetto ducale dell’Arciepiscopato di Mezzo.

L’abolizione ufficiale dell’ordine degli inquisitori, peraltro inattivo da tempo, fu il primo segno di svolta nell’episcopato ed aprì finalmente la baronia ad una ripopolazione e all’avvicinamento da parte degli episcopi alla ribellione contro il governatorato.

Il 1106 segnò la caduta dell’Arciepiscopato. La Torre d’Oro di Lubasium venne conquistata dal redivivo Imperatore shuel Demetrius. L’intero consiglio degli episcopi venne trucidato e l’Arciepiscopo Teodosio XXI fu preso prigioniero. Ancora una volta Sabulium resistette ed è proprio in questa occasione che si dice sia stato l’intervento della ritrovata Maschera di Sabul a salvare la baronia. Nasce in questo periodo il Cavalierato della Maschera, fondato dal barone di Vil’horn Varkoth Castiglioni ow Zauker, rivolto alla protezione della maschera e di queste terre. Il barone Mareblu vassallò la sua terra alla Rocca e nel 1107 i Cavalieri della Maschera riuscirono a liberare l’Arciepiscopo.

Teodosio fu messo sotto accusa per eresia da parte delle Conclave delle Dodici Chiese, in quanto rappresentante del Culto di Sabul, in occasione del Concilio d’Inverno del 1108. Il processo si concluse con la sua assoluzione e, in seguito ad essa, con lo scioglimento del Conclave e la fondazione del Collegio Teologico, di cui lo stesso Teodosio accettò la reggenza, rinunciando al Ducato di Mezzaterra ed alla sua carica ecclesiastica.

Contestualmente la Chiesa di Sabul, che per sua stessa scelta non aveva mai assunto le caratteristiche di un culto ufficiale se non all’interno dell’Arciepiscopato, fu definitivamente sciolta.

Altre informazioni

Capitale: Sabulium
Popolazione: 20.318 abitanti (censimento del 1107) (90% umani, 5% orchi, 5% altro)
Estensione: 3.446 kmq

 

 

Governatore None