Geografia | La baronia è ricca di foreste e di territori incontaminati, soprattutto verso le zone montane e pedemontane. In tali aree le colline si innalzano formando gli abbozzi delle valli che percorrono le zone montuose a sud e ad ovest. La vegetazione cambia dagli olmi e dalle querce delle colline, ai castagni ed ai noccioli delle pendici più basse dei monti, fino ad arrivare ai sempreverdi delle alte vette che separano Elavia dalla Ferenzia. In questo paesaggio incontaminato nascono e corrono numerosi corsi d’acqua tra cui lo stesso Fiumelungo (Sigin-nâla in idioma nanico) che raccoglie la maggior parte degli altri rivi. Questa terra, benedetta in modo tanto evidente da Ashanna, ha costituito il "granaio" di tutte la baronie naniche del Regno di Rocciapiè nei due secoli che hanno seguito la conquista di Iza, Nassel e Verkel da parte dei Teutoni. Khud-enuc-khork, la Città dell’Eterna Sorveglianza, è la capitale della baronia. Circondata da due fiumi, è situata su un solitario altopiano nelle cui profondità si trova il maggiore giacimento elaviano di azul-krunk, il metallo prodigioso sacro ai nani e a Theratos. Innumerevoli sono le miniere, non solo del prezioso metallo, che si estendono per tutta la zona. Protetta da possenti mura costruite dai nani ai tempi del loro antico splendore e difesa da una guarnigione di quasi seimila soldati perfettamente addestrati ed equipaggiati, è sempre stata considerata una delle fortezze più imprendibili di tutta Elavia. Le sue porte, sormontate da possenti bastioni, recano incisi stupendi bassorilievi che narrano la leggenda della fondazione della città, al suo interno una strada lastricata conduce fino alle porte del Tempio delle Tempeste, costruito ad immagine di quello di Turrito. Alla sinistra del tempio, proveniente da un basso edificio dalle mura possenti è possibile udire il caratteristico suono che accoglie e sorprende chi visita la città per la prima volta: il battere costante, possente e ritmato di cento e più martelli. Qui ha sede la più rinomata forgia di Rocciapiè, ove tutti i più promettenti fabbri ed armaioli giungono per affinare la loro arte. Le leggende vogliono che questo edificio custodisca, nella più profonda e buia delle sale, un’incudine antica quanto Elempos, sulla quale Theratos ha forgiato le alte montagne della Corona d’Elavia. Alla destra del tempio si trova il palazzo baronale, che è anche la sede del tribunale. Il palazzo, dalla solida architettura è un monumento all’austera ingegneria khazad. Kibin-abkun (Argentalba) è la capitale della seconda signoria e l’unico insediamento con una presenza umana degna di nota. La città sorge vicino al confine con Iza e Turrito ed è il principale snodo commerciale della baronia. Famosa soprattutto per il mercato dei tartufi, che raccoglie visitatori da tutta Elavia, questa comunità ospita i principali opifici di trasformazione delle abbondanti risorse alimentari destinate al commercio e degni dei migliori deschi della penisola. Al suo interno pochi gli edifici di vero rilievo, fatta esclusione per le sfarzose abitazioni dei ricchi mercanti. Presso i confini con Turrito sorge, in cima ad un altopiano roccioso, la sede della Chiesa di Theratos, le Aule di Piccotempesta (Bund-u-sharaz-dûm), scavate nelle profondità nella montagna stessa. A causa di antichi rancori con la Famiglia Reale dei Bund-narag (Testanera) e a seguito della morte di Re Gurth e del lungo temporeggiare del Consiglio degli Uzbad nel deisgnare un successore, Enuc si è lasciata convincere dal Principe di Augusta a vassallarsi al Nuovo Impero Shuel allo scopo di stringere Turrito in una morsa. Per quando all’apparenza la fede in Theratos non sia diminuita e il rispetto verso i precetti sia sempre alto, sembra che lentamente i fabbri di Enuc abbiano abbracciato la negromanzia unendola in qualche modo misterioso all’arte della forgia. Questa pratica ha iniziato a serpeggiare tra gli abitanti creando una sorta di religione legata alla Fucina. La Chiesa di Theratos ha cercato di combattere il dilagare dell’eresia, ma non è ben chiaro quali siano attualmente i rapporti tra i ministri del culto e la popolazione. |
Araldica | inquartato; 1° e 4°: di porpora ai tre corni d´argento; 2° e 3° di nero all´incudine al naturale sormontata da due saette d´oro che si incrociano. |
Storia | "... e mentre la città di Turrito cresceva e potenti mura venivano erette, Thargor si rivolse al Re chiedendo congedo. Ed il Re, conscio che il possente guerriero altro non cercava se non maggior gloria e potere per il suo signore, gli disse di andare, di esplorare quella terra; in essa avrebbe trovato un luogo di forza, in cui potente si vedeva l’opera del Divino Fabbro, e lì avrebbe fondato una città tale che mai se ne vide una simile. Ed infine profetizzò che se essi fossero caduti allora il Re stesso sarebbe caduto con loro. Fu così che Thargor partì, dieci volte mille lo seguirono, e con essi fondò Khud-enuc-khork, la Città dell’Eterna Sorveglianza." Questo passo, tratto dal Libro della Memoria di Turrito, parla di Thargor, un grande eroe al servizio del Khazad-uzbad Gathrik Bund-narag. Mentre il suo popolo ultimava la costruzione delle possenti mura di Turrito, l’eore partì con una nutrita guarnigione ed esplorò le terre a Sud-Ovest. Dopo lunghe peregrinazioni Thargor trovò il luogo che il suo Re gli aveva indicato: in mezzo ad una pianura sorgeva un enorme altipiano a forma di cuneo. Egli salì da solo sulle impervie e scoscese pendici e rimase lassù per una intera settimana. La sua gente, sotto di lui, sentì ogni notte un vento feroce trasportare urla disumane ed agghiaccianti sussurri dalla cima del monte. Infine, l’ottavo giorno, con il sorgere dell’alba Thargor scese di nuovo tra loro, in mano stringeva un martello a due mani le cui rune splendevano di un tale potere che accecavano quasi chi le osservava. Egli disse che in quel luogo essi avrebbero preso dimora ed iniziò a costruire Khud-enuc-khork. La baronia venne ufficialmente fondata nel 457 a.B., dodici anni dopo che Thargor era giunto ai piedi dell’altopiano. Poco si conosce della storia della baronia fino all’ascesa dell’Impero Shuel. Già durante le conquiste del centro-sud i Nani di Rocciapiè avevano compreso la minaccia rappresentata da questi Uomini bene organizzati, ma la superiorità tecnica (i Nani conoscevano l’acciaio, a differenza degli Shuel) e la superiore esperienza bellica avevano sempre consentito loro di tenere il nemico a debita distanza. Nel 158 d.B. cominciò la Campagna del Nord e nel 160 gli Shuel presero d’assalto le terre di Nassel Appiano che, con l’aiuto di Rocciapié, riescì a ricacciare l’invasore decidendo dunque di vassallarsi al Khazad-uzbad. Nel 165 d.B. un contingente Shuel formato da ben due legioni aggirò le linee difensive passando da sud e riuscì ad arrivare alla capitale della baronia cingendola d’assedio. Nonostante la superiorità numerica del nemico, i Nani non permisero ad uno solo degli assalitori di mettere piede in città, resistendo stoicamente per dieci lunghi mesi, durante i quali Nassel Appiano organizzò un esercito che obbligò gli assedianti alla ritirata liberando la città. Nel 195 d.B. Nalerim fu assaltata, la quasi totalità del Nord era ormai nelle mani degli Shuel, ma il Regno di Roccipiè resistette, anche grazie all’uso del leggendario azul-krunk. Il Regno di Rocciapié scese in battaglia al fianco delle altre genti nella seconda parte della Guerra degli Scacchi, subito affiancato dai fratelli di Forteroccia e dalle tribù umane di Nalerim. Durante la Guerra degli Scacchi il ruolo principale della baronia fu quello di armare le forze di Rocciapié, tanto naniche quanto umane. Fu in questo periodo che una parte della popolazione nanica cominciò a ben volere la stirpe degli Uomini, garantendo ai maggiori eroi di quella gente alta i massimi onori del Regno. Ma mai un posto nel Consiglio degli Uzbad. Dopo la definitiva sconfitta degli Shuel la baronia visse un periodo di grande splendore durante il quale prese vita l’altra famosa attività della zona, l’industria gastronomica e dolciaria. Quando le Vipere calarono in Elavia (888 d.B.) il Barone Gimrik venne assassinato da alcuni sicari mentre la città era presa d’assedio dai Teutoni. Il Barone si era opposto all’ordine del Khazad-uzbad Gurth di cessare la guerra e di aprire la città agli invasori. Alla morte del nano, che non lasciava dietro di sé alcun erede per il suo seggio, Re Gurth fu in grado di consegnare Khud-enuc-khork a suo cugino, Thrain Bund-narag. La prima azione compiuta dal nuovo signore di Khud-enuc-khork fu quella di dichiarare la resa della città. Fu così che, dopo sei mesi di assedio durante i quali, si dice, nemmeno una pietra delle sue possenti mura fu infranta, la Città dell’Eterna Sorveglianza cadde. A seguito della resa il territorio mantenne un proprio governo sottomesso all’autorità di Turrito e, come il resto del Regno, cominciò a versare tributi al Governatorato. Alla morte del vecchio Khazad-uzbad Gurth, avvenuta nel 1105, il Consiglio degli Uzbad temporeggiò troppo a lungo per designare l’erede legittimo. Agli inizi del 1107, Thrain II Bund-narag venne assassinato nel corso di una ribellione fomentata dal Principe di Augusta. Augusta ed Enuc si vassallarono dunque al Nuovo Impero Shuel e un culto eretico legato alla Forgia cominciò a serpeggiare tra i fabbri e la popolazione suscitando l’indignazione della Chiesa di Theratos. Nell’autunno del 1107 il Granducato del Mare mosse da Iza un attacco alla baronia condotto dal Duca Alessio I degli Alessandridi che riuscì a liberare la signoria di Kibin-abkun (Argentalba) dal dominio dell’Uzbad Karzham Zirak-inbar, nipote del Principe di Augusta. Dopo la scomparsa del regno d'Elavia, nel 1116, l'Uzbad Karzham Zirak-inbar è tornato e ha riunificato il territorio con i possedimenti dell'antico regno di Rocciapiè, spostando la capitale ad Augusta. |
Altre informazioni | Capitale: Enuc |
Governatore | None |