Spicia

Geografia

Fra le più belle terre della costa dell´ovest, Spicia è ricca di alte scogliere e bianche spiagge. Il terreno è in prevalenza montuoso, coperto da grandi distese di boschi. Le città si trovano in prevalenza sulle coste e godono della pescosità del mare e delle risorse boschive dell´entroterra.

La capitale è Spicia, città nata su un golfo dalle acque calme e divenuta un porto strategico, tra i più difesi di Elavia grazie a possenti mura e numerose alte torri di guardia che vigilano su qualsiasi imbarcazione si avvicini. Le fortificazioni hanno permesso a Spicia di non risentire degli attacchi dei famigerati Pirati Rossi e di godere di una vasta e sicura rete commerciale sia con le altre città del Golfo del Grifone che con le terre del Nalim, dell´attuale Turania e del Toscanheim.

La signoria di Spicia si estende per quasi tutto il territorio della baronia ad eccezione della parte a sud-est. Degne di nota sono le "cinque polle", un antico percorso religioso costruito dagli elfi in onore di Agaliel che accompagnava i pellegrini lungo le pendici di una montagnola in cima alla quale vi era il tempio della dea. Innumerevoli sono le segherie e le falegnamerie che sfruttano la foresta per realizzare il famoso mobilio detto in stile "spiciano", conosciuto in tutta Elavia. I cantieri navali di Spicia inoltre costituiscono la maggior risorsa della baronia rivaleggiando con quelli di Avoneg e Vil´Horn.

La signoria di Lunea ospita nell´omonima città principale un piccolo porto mercantile. Questa signoria sopravvive soprattutto grazie al commercio e alla pesca. Ogni mese presso la piazza centrale viene allestito un importante mercato del pesce.

L´economia della baronia è negli ultimi anni rifiorita grazie all´opera della baronessa Antina prima e dell´alleanza con le dinamiche baronie turane poi. Nel 1107 l´ingresso di Spicia nel nascente ducato di Turania e la conseguente confluenza di questo nel Granducato del Mare hanno contribuito al rafforzamento della già ingente attività cantieristica e commerciale della baronia. Gli avonegesi hanno considerato l´atto di vassallaggio di Antina alla stregua di un tradimento, mentre i patriarchi più anziani del patriziato mercantile ne ammirano segretamente la scaltrezza

Araldica

arma: d´oro alla nave dalle vele spiegate sulle onde azzurre.

Storia

A differenza delle baronie di Anovas, Avoneg ed Imperium, Spicia non fu culla dei più grandi naviganti di Elavia, né delle più importanti famiglie mercantili. Fu però il centro più importante per lo sviluppo dell´ingegneria navale del nord-ovest. La mitica fondazione della città è attribuita a Spicio, figura di cui pochissime informazioni ci sono giunte, e dei suoi figli, sacerdoti legati ai culti di Roun e Lubas. Vuole inoltre il mito che la tribù degli Avinni, di probabile origine settentrionale, fosse insediata nell´entroterra della baronia e che fino al termine dell´Epoca degli Shuel la popolazione di Spicia fosse nettamente divisa tra "la gente del mare" e "la gente dei monti".

Durante l´Epoca degli Shuel la costa di Spicia prima e l´impervio entroterra poi caddero rapidamente, seguendo la sorte di Carrarium, sotto la spinta delle armate imperiali. Con la Guerra degli Scacchi Spicia venne riconquistata dalla grande forza dell´alleanza di Avoneg, Anovas e Imperium. La tattica militare e navale di questi popoli emerse per la prima volta in quel periodo, procurando gravissime perdite al nemico in ogni battaglia per mare. A seguito della liberazione dal dominio Shuel, il Doge di Avoneg fece costruire il grande porto di Spicia, chiudendolo in un abbraccio di pietra costituito da torri e solide mura. Fu questo il periodo in cui l´antica divisione culturale tra le due "genti" di Spicia venne meno. I cantieri necessitavano del legno dei boschi e gli uomini dell´entroterra avevano bisogno di tutto ciò che le foreste non potevano offrire loro. Presto le due comunità si resero conto di dipendere l´una dall´altra.

Durante l´Epoca dei Regni Liberi Spicia si affermò come il più importante cantiere navale del ducato di Avoneg, realizzandone la poderosa flotta che portò la Repubblica a dominare - assieme ad Apasia, Flamia e Vez - i commerci di quel tempo.

Nell´888 d.B., con la calata delle Schalghen, il ducato di Avoneg cercò un accordo per mantenere la propria neutralità versando ingenti dazi all´Impero teutone. L´occupazione fu inevitabile.

Con la caduta dell´Impero a seguito della Battaglia delle Nebbie del 1102, le truppe Cobra presero il sopravvento trasformando la reggenza della baronia in un governo militare retto con il pugno di ferro da Kaspar Nikodemus. La durezza con cui questi represse ogni dissenso e le numerose vessazioni a cui il popolo della baronia fu soggetto, portarono le maggiori famiglie mercantili di Spicia ad organizzare una silenziosa ribellione. Ottenuto l´appoggio della classe popolare, nonché l´indispensabile supporto della marineria spiciana solo formalmente soggetta al controllo teutone, nel 1104 in pochi giorni Antina de´ Monari, coraggiosa rampolla dell´antica famiglia mercantile nonché esperta alchimista, riuscì a deporre il reggente, ad infliggere ingenti perdite alle truppe Cobra ed ad ottenere il controllo militare e territoriale della baronia.

Diffidente a causa dell´instabile situazione del ducato di Avoneg e, si dice, apertamente ostile a Deirdre O´Riordan, Antina caratterizzò da subito il proprio governo come autarchico e completamente slegato dalla tradizione ducale che vedeva Spicia sottoposta in vassallaggio alla potente Avoneg. La nuova governante trovò nella nascita del ducato di Turania l´occasione di staccare definitivamente le sorti della baronia da quelle della vicina Avoneg. Entrando a far parte del Granducato del Mare grazie al vassallaggio a Larsio Aneporse (ed al noto legame sentimentale con il di lui cugino Stasio), Antina ottenne che Spicia divenisse il principale porto del granducato nel nord di Elavia, oltre ad essere "marca di confine" con le terre della Rocca e delle Foreste.

Altre informazioni

Capitale: Sein
Popolazione:
22.078 abitanti (95% umani, 5% altro)
Estensione: 882 Km quadrati

Governatore None