Aquileja

Geografia

La baronia di Aquileja sorge a cavallo della grande catena montuosa che divide l´ovest elaviano dalla parte orientale, nota come Dorsale Elaviana. L´aspra e dura conformazione del territorio ha reso difficile nel corso degli anni una colonizzazione serrata simile a quella attuata nelle altre baronie facenti parte dell´antica Repubblica di Araxep, ossia Itiek, Ermaton e la stessa Araxep; sparuti villaggi di pastori sorgono senza un disegno preciso, arroccandosi sui pendii montani meno impervi e lasciando ampio spazio ad una natura incontaminata. Il meraviglioso fiume Eterno nasce da una delle vette più alte che dominano il panorama di Aquileja, nota con il nome di Forteacqua, e attraversa l´intera baronia sino a giungere nei pressi della città di Araxep, sfociando nelle Acque Orientali. Le uniche zone leggermente pianeggianti sono occupate dalle altre due città principali della baronia: Fucinia e Pratolia, sedi delle due signorie omonime e dei migliori pascoli aquilejani.

Aquileja è la città più grande della baronia e porta ancora i segni dell´antica grandezza, distrutta dall´invasione shuel del 1106: il meraviglioso palazzo baronale sorge in cima ad un´altura sovrastando tutte le altre costruzioni, per anni dimora del Casato dell´Aquila che governava l´antica Repubblica; cinta da possenti mura laddove non è protetta dalla montagna stessa, Aquileja è indicata come modello di semplicità e solidità dai migliori architetti elaviani. Degno ospite della capitale era sicuramente l´edificio maestoso ed austero che accoglieva le aule della Grande Accademia di Storia Elaviana: istituzione consacrata all´antica dea Lhyra, Signora del Sapere, e fondata nel 1057, accoglieva al suo interno numerosi esteti e studiosi elaviani, spesso in netto contrasto con la politica della Corporazione dei Poeti Erranti e da essa completamente indipendente; l´edificio fu dato alle fiamme durante il dominio del Nuovo Impero Oscuro, e gli accademici perirono o si disperdettero.

Prima dell´ultima occupazione shuel, Pratolia era uno dei luoghi più pacifici e sereni ospitati dal suolo elaviano: ricca di pascoli e di verdi spianate, era la principale fonte di sostentamento sia agricolo che venatorio della baronia. I suoi abitanti erano avvezzi ad uno stile di vita pratico ed umile e consideravano il lavoro come un mezzo per contribuire attivamente alla crescita della comunità; oltre a comprendere un alto numero di ottimi allevatori, la popolazione di Pratolia era composta in buona parte dai forti minatori di confine, figure che godevano di grandi privilegi, poiché considerati un bene prezioso per la Repubblica stessa.

La città di Fucinia sorge al confine di ben tre baronie: Mor, Aquileja e Fresinium; assunse il suo aspetto peculiare a partire dal 1104: alte ciminiere che innalzavano al cielo pennacchi di nero fumo si alternavano ad edifici imponenti, sede d´innumerevoli forge, ed alle ben più minute dimore degli artigiani, il tutto circondato da una piccola valle pianeggiante che ben presto lasciava spazio alle pendici dei Monti di Confine della Dorsale Elaviana. Una serie di grandi canali artificiali erano stati scavati dal cuore nero delle montagne, e tagliavano l´intera città portando acqua pura e fresca per le forge. I migliori fabbri della Gilda degli Armorieri venivano spesso inviati a Fucinia per apprendere l´arte. Perfino sotto il controllo di Demetrius Fucinia fu eletta a Forgia dell´Impero.

Una costruzione senza dubbio degna di nota nel territorio della baronia è la Bianca Fortezza: sorge su una vetta a ridosso del fiume Eterno e fu eretta nell´880 dal Guardiano della Legge di Araxep, sulle rovine, si dice, di un antico fortilizio atlassiano: tra l´892 e il 1106, la Bianca Fortezza divenne la sede principale della chiesa dell´antico dio Feyth, Signore dell´Ordine, ed ancora oggi è considerata un luogo caro al dio Raleos.

La leggenda aquilejana del Tumulo dell´Imperatore, risalente alla fine dell´Epoca Shuel, riguardava la vetta di Rocciagrande, ed è tuttora di grande interesse per via del fatto che ha rivelato di contenere ben più di un semplice fondo di verità: si narrava che quando la grande Guerra degli Scacchi volse al termine, nel 225 d.B., i resti dello sconfitto esercito dei Bianchi Visi, una divisone delle falangi Shuel formata dai misteriosi membri della razza lherara, si fosse rifugiato nel sottosuolo di Aquileja, nelle così dette Sale dei Caduti, portando con sé le spoglie del grande Imperatore Stregone, caduto in battaglia. Seguendo un impulso suicida, forse dettato dall´onta della sconfitta, essi si tumularono volontariamente all´interno delle Sale, in perenne guardia del loro signore. Leggenda vuole che l´antico dio Theratos, Signore della Tempesta, vi abbia posto sopra una lapide immensa, innalzando ancor più la grande montagna, poiché fosse visibile da ogni dove, ad eterno e severo monito: mai nessun Imperatore avrebbe dovuto sfidare ancora la potenza degli Dèi. Le vetta che ospita le Sale dei Caduti è ancora oggi chiamata Rocciagrande, e benché si tratti di una vastissima riserva di marmo, nessuno ha mai osato anche solo alzare un piccone verso la sua pietra.

Dal 1109 al 1113, la costruzione di maggiore impatto sul suolo della baronia fu senza dubbio la Torre Elementale della Terra: edificata a partire dal 1109 in corrispondenza del Circolo Profondo di Monte Lhyra, appariva come una costruzione massiccia in malachite, pietra affine all´Elemento Terra; attorno alla Torre, per un´ampia area, tutto il territorio risentì -e risente tutt’ora - di un condizionamento volto ad aumentarne l´affinità con la Terra a scapito degli altri Elementi.

Araldica

d´azzurro alle tre cime d´oro sormontate da un´aquila d´argento al volo abbassato, imbeccata, membrata e armata d´oro, lampassata di rosso.

Storia

Agli albori della civiltà, a causa della sua particolare conformazione geografica, Aquileja non fu testimone dello svilupparsi di una società particolarmente strutturata: l´intera area occupata ad oggi dalla baronia fu in principio popolata da uno sparuto gruppo di piccole tribù dedite alla pastorizia e all´allevamento, le cui pacifiche esistenze si svolgevano principalmente alle pendici delle numerose alture che segnano i confini aquilejani. Ben poche sono le testimonianze che queste tribù hanno lasciato ai loro discendenti, e molti sono gli interrogativi che gli storici si pongono sul loro conto: in particolare, ciò che ha tormentato gli studiosi per lunghi anni è il quesito di come una popolazione tanto arretrata abbia potuto edificare costruzioni che, seppur semplici, mal si accordano con il livello tecnico dimostrato dalle tribù in tutti gli altri campi della vita umana.

Nel 1083 le ricerche condotte dalla Grande Accademia di Storia Elaviana sui resti di quelle primitive abitazioni hanno dimostrato che, con ogni probabilità, prima della venuta delle tribù fosse presente un´altra civiltà, ben più organizzata ed evoluta: pare che, nonostante il terreno poco ospitale, essa sia stata in grado di svilupparsi e crescere tanto da giungere a lavorare la pietra in modo decisamente più elaborato rispetto alle altre popolazioni elaviane coeve. Le cause che portarono questa misteriosa civiltà senza nome a scomparire in un lasso di tempo tanto breve rimangono un enigma legato ad un passato antico e fosco, ed appare quindi chiaro che i primitivi pastori usarono come abitazioni o fonte di pietra già lavorata le rovine che essa si lasciò alle spalle.

Durante le grandi campagne di conquista lanciate dall´Impero Shuel, le montagne di Aquileja furono utilizzate come nascondiglio tattico dai Signori della Stregoneria. Gli aquilejani non possedevano agli occhi dei terribili Shuel alcuna attrattiva: gli eserciti imperiali non iniziarono alcuna attività colonizzatrice, né intrapresero rappresaglie nei confronti della popolazione locale; l´unico intervento strutturale che l´Impero decise di porre in atto in Aquileja, fu la costruzione di un condotto sotterraneo scavato nel sottosuolo montano, il cui sbocco si affacciava sul confine fra Igenia e Fresinium.

Durante le prime, vittoriose campagne di conquista, tale condotto rappresentò un enorme vantaggio strategico nell´acquisizione del sud elaviano, ed in seguito, dopo la disfatta inferta all´Impero dall´epocale Guerra degli Scacchi, mutò la sua natura in rifugio e via di fuga per gli eserciti in rotta: questi sono i luoghi che la fantasia popolare ha ribattezzato col tempo Sale dei Caduti, intorno ai quali sono sorte diverse leggende, tra cui la più nota è anche quella che si è rivelata vera: l´Imperatore Stregone Demetrius, sovrano degli Shuel, che stava conducendo con il Demone Giullare Karandras una partita a scacchi il cui premio era la sua stessa anima, intravedendo la sconfitta inevitabile trovò il modo per interrompere temporaneamente il gioco; si fece tumulare nelle Sale insieme ai suoi generali Nyoth e Karghail, e lì indusse in tutti loro una sorta di lunghissimo sonno, in modo da non poter compiere ulteriori mosse sulla Scacchiera blasfema.

Con la sconfitta degli Shuel e l´avvento dell´Era dei Regni Liberi, Araxep iniziò la colonizzazione di quelle stesse montagne che sin dall´alba dei tempi l´avevano divisa e protetta dalla Repubblica di Morulin, entrando finalmente in possesso delle ricche vene metallifere ivi ospitate. Grazie al lento sviluppo delle attività metallurgiche, sotto la guida dal sapere atlassiano che dalla costa giungeva sin nell´entroterra, sorsero i primi due centri urbani degni di nota, eretti entrambi sulle sponde del grande fiume che ancor oggi attraversa la valle centrale di Aquileja, da sempre conosciuto col nome di Eterno, poiché mai questo corso d´acqua fu vittima di secche ed arsura, nemmeno nelle stagioni più torride.

Il primo insediamento fu Aquileja stessa, che in breve crebbe sino a diventare la città principale della baronia, mentre il secondo fu Pratolia, situata in una zona più pianeggiante e circondata da grandi pascoli. La colonizzazione araxiana coinvolse anche le attuali baronie di Itiek ed Ermaton, che andarono a formare la realtà conosciuta come Repubblica di Araxep, per quanto di fatto essa si sia trasformata in breve in una struttura feudale, governata dalla famiglia ducale dell´Aquila che proprio nella più prospera Aquileja insediò la propria capitale. Tuttavia, Aquileja e le sue grandi ricchezze metallifere non avevano attratto solo gli araxiani: anche la grande Mor, ormai sede ducale e sempre più bisognosa di nuovo metallo per il suo possente esercito, cominciò la colonizzazione della parte ovest dei Monti di Confine, fondando l´insediamento ad oggi noto come Fucinia, in realtà un grande complesso di artigiani destinato unicamente all´estrazione mineraria ed alla forgia di armi per la madrepatria.

In breve tempo, sottoposta ad uno sfruttamento senza pari, la parte moriana delle montagne fu lentamente spogliata delle sue ricchezze, e già i Duchi di Mor prendevano in sempre più seria considerazione l´idea di annettere militarmente l´ancora ricca Aquileja.

Fu la tremenda Calata delle Schlaghen, iniziata nell´888, a far uscire Aquileja dai piani di conquista moriani. In un´unica, violenta battaglia, l´intera Fucinia passò sotto il controllo dei Teutoni, poiché mai l´insediamento originale fu dotato di un vero e proprio impianto difensivo, dato l´infimo livello di ostilità dimostrato dagli Aquilejani. L´invasore, dal canto suo, sfruttò le imponenti forge un tempo appartenute a Mor per interrompere la richiesta di rifornimenti indirizzata al Nord Elaviano già sottomesso, saccheggiando le ingenti riserve stoccate dagli artigiani moriani.

Questi tragici fatti tuttavia fecero girare nuovamente la fortuna in favore di Aquileja: soddisfatti di essere entrati in possesso di Fucinia, i Teutoni si limitarono a stipulare un patto di non belligeranza con la Repubblica, senza però esimersi dal chiedere con estrema puntualità ingenti tributi ai suoi abitanti.

Nel frattempo, approfittando forse della grande confusione che dominava ormai la vita in Elavia, si dice che una grande Casata di Elfi Scuri fosse silenziosamente calata nei territori della Repubblica, e che avesse eletto a propria dimora una piccola parte delle Sale dei Caduti, ripulendola dalle creature che in esse trovavano rifugio.

La riconquista della baronia di Fresinium dalle mani teutoni, avvenuta a cavallo fra il 1100 ed il 1101 grazie all´opera della compagine nota come Alleanza di Mor, diede la possibilità a Fucinia di ottenere l´indipendenza dal ducato moriano, grazie ad un patto che la rese territorio di proprietà della Gilda degli Armorieri. Per ragioni territoriali Fucinia fu annessa nel 1104 alla baronia di Aquileja, ed in senso più lato dalla Repubblica di Araxep, che firmò un trattato di acquisizione con il Duca di Mor Stard ow Kreutz, grazie soprattutto all´intercessione operata dal Primo Giudice della Gilda Orazio de´ Gracchi, allora neo eletto Reggente del Concilio delle Gilde, che ottenne dunque un importante appoggio dalla Repubblica, insediando inoltre nella città di Ermaton il Grande Tribunale della Gilda Armorieri.

Il risveglio di Demetrius durante l´estate del 1106 sconvolse la baronia e l´intera Repubblica: dopo secoli di assenza egli calpestò il piazzale delle Gilde elaviane in occasione della Grande Adunanza, affiancato da Nyoth e Karghail. Nei due giorni successivi un esercito di lherara marciò sul Monte Lhyra ove si teneva l´Adunanza e, dopo una violenta battaglia nella quale persero la vita diversi eroi elaviani, conquistò il Circolo Rituale edificando la prima di una serie di strutture in pietra simili a torri dalle pareti scoscese, ormai divenute famigerate con il nome di Nuraghe, atte a convogliare anime per offrire energia ad un rituale di inaudita potenza, che avrebbe dovuto avere lo scopo di operare un mistico ribaltamento della Scacchiera su cui si svolgeva la partita con il Demone, in modo da interromperla definitivamente, nonché di erigere una mistica barriera che impedisse agli Dèi di operare su Elempos.

Nei mesi successivi il territorio di Aquileja cadde completamente in mano al nemico: fu eclatante il voltafaccia del signore di Fucinia, Ludor Tassio, che cedette volontariamente la signoria a Demetrius, ottenendo in cambio di mantenerne il governo e la qualifica di Forgia dell´Impero.

Il Duca Orlando dell´Aquila fu tratto al sicuro ed ospitato presso la rocca di Feroggia, nella speranza di poter riprendere il suo posto alla liberazione della Repubblica, ma finì per cedere alle fatiche dell´età, aggravate dai molti affanni, e morì sul finire del 1107 prima di veder realizzata l´opera in cui tanto sperava. Dorelio Dipano, magnifico rettore della Grande Accademia di Storia Elaviana, perì nell´incendio che distrusse la sede dell´Accademia. Celestino Navelli, signore di Pratolia dalla discendenza in parte amegrin, molto amato dai suoi sudditi, dopo alcuni mesi in cui fece perdere le sue tracce, fu portato in salvo dagli uomini del neonato Granducato della Rocca presso Igenia, dove però in seguito fu assassinato.

La baronia fu affidata dall´Imperatore-Dio al Centurione Astaroth da Monteguerra, ex Maestro della Gilda degli Armorieri, detto anche il Traditore e conosciuto come Sacra Lama dell´Impero.

Dopo la morte di Demetrius (primavera del 1108), le roccaforti del Nuovo Impero Oscuro ressero ancora per diversi mesi, tanto da rendere necessario più di un anno per la definitiva riconquista di Aquileja, che avvenne ad opera del Granducato del Mare durante l´autunno del 1109, anche grazie alle informazioni fornite dallo stesso Astaroth da Monteguerra, riaccolto in seno alle Istituzioni dal Granducato delle Nebbie in qualità di Capitano nel corso di quell´anno.

Una volta liberata, la baronia fu affidata all´allora Arconte del Mare Marcus Rey. In ottemperanza agli accordi presi dal Senato Elaviano con l´Arcano Regno di Panon durante l´estate del 1109, fu iniziata immediatamente la costruzione della Torre Elementale della Terra: essa ed un´ampia area circostante furono considerate alla stregua di un´ambasciata panoniana.

Quando, alla fine dell´anno 1111, il popolo di Elavia scelse consapevolmente di condannare Elempos alla sua fine, la reazione di Panon fu immediata: Aquileja, come anche le altre baronie su cui sorgevano Torri Elementali, fu immediatamente dichiarata colonia dell´Arcano Regno, e da allora fu impossibile per gli Elaviani anche solo avvicinarsi ai confini, continuamente pattugliati da arcanisti ed Elementali.

La torre fu, successivamente, rasa al suolo grazie all’intervento degli eroi elaviani e la baronia fu riannessa al Regno. Attualmente la baronia è di nuovo abitata ma i segni della presenza della Torre Panoniana e del conseguente scompenso elementale sono ancora ben visibili.

Altre informazioni

Popolazione: 20.000 abitanti (90% umani, 10% altri)
Estensione: 5.048 Km quadrati

Governatore Bubamara