Aretis

Geografia

Nell'aspra zona montuosa a nord-est di Morulin, tra le verdeggianti colline del centro Elavia, si trova la Bisana, patria di un popolo autoctono antico e fiero, che contribuì alla grandezza di Morulin dando i natali ai nobili casati dei Claudii e dei Valerii e ospitando il concilio che determinò la nascita del ducato di Morulin.

La Bisana presenta un paesaggio dapprima aspro, austero e roccioso, poi dolce, ondulato, ben coltivato e costellato di piccoli borghi di origine antica, di fortificazioni shuel, di templi e di monasteri (come la Verità Accecante di Faref), uno scenario in cui l'ulivo risulta la risorsa più fruttifera. Seguendo le antiche vie lastricate che risalgono ai tempi aurei del ducato di Morulin si giunge a territori più impervi, montuosi, ricchi di sorgenti, laghetti e territori boschivi che hanno invece mantenuto vive le antichissime tradizioni venatorie e di allevamento.

La capitale, Aretis, si trova in una conca naturale circondata da rilievi e sovrastata dal più alto monte della baronia, l’innevato Terminio. Fu edificata con un grande atto di volontà, perché quando i Bisani si affacciarono nella piana aretina essa era in parte occupata da un lago che ne rendeva paludosa una vasta area. Fu una ciclopica opera di canalizzazione a bonificare la valle e a renderla fertile, conducendo l’acqua attraverso le montagne.

Aretis è una città solida, che ha resistito come un granitico scoglio ai fortunali della storia. Divenuta sede della Provincia Bisana nel periodo della Repubblica di Morulin, ha assunto il nome di baronia di Aretis in epoca ducale. La città è collegata a Morulin dalla Via del Sale, una strada lastricata e fortificata che garantiva il passaggio del prezioso bene dal nord-est. La posizione della capitale e il temperamento dei suoi abitanti non hanno mai davvero favorito i commerci con le baronie circostanti; la maggior parte dei prodotti destinati all’esportazione, infatti, passavano per Morulin prima di essere rivenduti.

Un tempo Aretis ospitava la sede dell’Ordine della Spada del Cavalierato dei Lucenti ed un tribunale maggiore della Chiesa di Feyth, sede del Guardiano della Legge di Morulin. Oggi nella città, come in tutta la baronia, la maggior parte dei templi sono stati distrutti e profanati dai seguaci più fanatici del barone nuhrita Demian Cassio da Fornos.

Seconda signoria della baronia è Podium ad Mirtum, una cittadina non molto antica, nata a seguito dell'invasione Schlaghen nel luogo dove un tempo la popolazione della zona si riuniva per il mercato. In questa zona si trovano le rovine di numerosi monasteri-fortezza dapprima appartenenti al culto di Feyth, poi convertiti al credo di Narceo.

Sui confini con Vitae Orbis sorge Colleluna, un tempo piccolo villaggio di minatori e per lungo tempo nota sede della Gilda degli Esploratori. Colleluna è stata a lungo contesa tra Vitae Orbis ed Aretis a causa della rilevanza del suo Circolo Rituale e di decennio in decennio il borgomastro e il consiglio cittadino ne hanno deciso l'affiliazione all'una o all'altra giurisdizione: al momento essa ricade stabilmente sotto Aretis, ma il Circolo è andato distrutto ad opera dei nurhiti all'inizio del 1108.

La baronia di Aretis ha goduto di taluni privilegi durante la dominazione teutone grazie al vassallaggio spontaneo del barone Lucio Valerio l'Ardito. Tutte le infrastrutture e le opere architettoniche sono rimaste pressappoco integre, sebbene i lunghi anni di guerra antecedenti al 1092 abbiano incrinato l'austero splendore delle maggiori città.

Fino alla Caduta di Demian Cassio, nel 1109, Aretis viveva sotto legge marziale. Il barone, che aveva preso il potere dopo aver assassinato Lucio Valerio, non aveva alcuna pietà verso la popolazione che viveva nel terrore. Numerosi monasteri-fortezza erano stati trasformati in caserme di addestramento forzato gestite da ufficiali di fede nuhrita, mentre le carovane dei profughi che cercavano di fuggire venivano assaltate dalla milizia per scongiurare l'esodo della popolazione nelle baronie limitrofe.

Baluardo della resistenza aretina contro Demian Cassio era il Monastero della Verità Accecante di Faref, eremo di fedeli del Signore dell'Alba guidati fino al 1109 dal Frater Tiberio Claudio e sostenuti delle Chiese di Feyth e Iaboth e dallo stesso governo di Morulin.

Araldica

inquartato; 1° e 4°: di verde all'orso rampante di nero; 2° e 3°: di nero al cavaliere d'argento

Storia

In tempi remoti le terre dell'attuale ducato furono colonizzate dai Bisani, una primitiva popolazione locale dall'indole bellicosa e dotata di una cultura fortemente patriarcale, che si diffusero con sorprendente agilità espandendosi da Aretis, loro terra di origine, verso le terre dei Lauri e successivamente dei Fresii, tralasciando volutamente le terre di Atinal, all'epoca misere paludi senza alcuna attrattiva. Il popolo era guidato da capoclan che con indomito coraggio seppero mantenere a lungo l'indipendenza di fronte alle minacce di temibili nemici. I Bisani erano devoti alla dea Vanuka, una figura femminile che benediceva le messi, la caccia e i commerci e che parlava loro attraverso le sibille, sagge quanto inquietanti profetesse che avevano una tale influenza sul governo dei clan da determinare il luogo e il periodo di fondazione delle città di Aretis e Fresinium; i teologi contemporanei tendono ad associare la figura di Vanuka a Castalia.

Ben poche sono le testimonianze che ci portano notizie certe di quella lontana epoca: sino all'avvento delle dinastie shuel, infatti, la cultura bisana mai sviluppò il bisogno di una coscienza storica, con estremo rammarico degli studiosi moderni.

Si prospettava per le genti bisane un'esistenza quieta e ben protetta, forti com'erano della loro inclinazione bellica e delle rozze fortificazioni che avevano saputo erigere in numerosi punti strategici del loro piccolo regno, ma nessuna delle sibille del loro popolo seppe prevedere ciò che realmente era scritto nel destino della gente bisana: spinto da una sete di conquista inesauribile, l'Impero Shuel avanzò con le sue legioni alla volta delle terre controllate dalla Lega Bisana.

Fu certamente il pericolo ad avvicinare i Bisani alla vicina Lega di Lucerion quando i rispettivi consigli compresero gli intenti espansionistici del popolo Shuel e cercarono di arginare i danni di una prossima conquista. Le notizie in merito agli Shuel erano allarmanti e, a fronte del loro numero soverchiante, fu chiaro che le due armate poco avrebbero potuto da sole, ed anche unendosi le possibilità di arginare l'imminente invasione erano scarse. Nel 219 a.B. fu indetto un consiglio di guerra tra le due Leghe e furono eletti due consoli militari, uno per fazione, che avrebbero dovuto guidare l'esercito unito e sconfiggere i nemici, senza che uno prevaricasse l'altro. I due consoli furono Caio Valerio Arestino, reggente della città di Aretis, e Publio Lucinio Sagittante detto "Claudio" in quanto zoppo, signore di Lucerion.

La battaglia si prospettava cruenta e solo la comparsa inaspettata di un misterioso viandante salvò la Bisana. L'uomo era stato inviato in esplorazione dall'avanguardia di una tribù barbara proveniente dal nord che, scacciata dalle proprie terre, era giunta per offrire alleanza in cambio di terre da coltivare. La necessità e il terrore di vedere le proprie terre conquistate contribuirono a suggellare il patto. Non vi è memoria del nome della tribù alleata, ma l'appellativo che gli Shuel diedero a quegli inaspettati nemici fu, in segno di dispregio, "Bestemmiatori", forse per via del loro impeto guerriero o forse per le preghiere gutturali a Iaboth, che gridate durante la battaglia, avevano più l'aria di imprecazioni che non di invocazioni.

Dopo la vittoria dei Campi di Confine, nell'anno 218 a.B. la popolazione dei Bestemmiatori si fuse a quella dei Bisani e dei Luceriani, che la guerra aveva unito fondendo le due leghe, ma la minaccia Shuel non era ancora stata scongiurata.

Il successivo attacco avvenne quattro anni più tardi, quando l'inganno perpetrato dagli Shuel ai danni degli amegrin di Alquanor attraverso il famigerato Patto di Velluto (o Patto della Pipa) aveva fatto crollare ogni strategia difensiva. Nel 214 a.B. le città di Aretis e Lucerion furono saccheggiate e messe a ferro e fuoco dall'invasore. Il popolo bisano si ritirò nelle campagne e in borghi non fortificati, assoggettato al nascente Impero Shuel.

La Bisana cadde nell'oblio per lunghissimi anni, la sua ricchezza e la sua forza erano ormai decadute, le città perdevano abitanti a vantaggio della campagna, in cui il fiero popolo dei Bestemmiatori coltivava ed alimentava l'ideale di libertà compiendo piccoli atti di brigantaggio e ribellione nei confronti delle truppe shuel di passaggio.

A seguito della dichiarazione d'indipendenza di Morulin dall'Impero nel 132 a.B., la stirpe dei Morei - che governava l'Urbe - trovò una pacifica intesa con i Bisani, riconoscendone il nobile lignaggio e sostenendo segretamente parte delle spese militari dei ribelli.

Molti anni più tardi, nel 240 d.B., Nivius di Morulin e Gwen-Klia - guida degli ultimi ribelli, sacerdotessa saggia e grande combattente - giunsero ad un accordo di vassallaggio volontario che avrebbe riunito tutte le terre un tempo bisane (le odierne baronie di Aretis e Fresinium) sotto la guida di Morulin ripristinando le antiche tradizioni e le casate sopravvissute al giogo shuel. Il Patto fu detto dell'Anello poiché Gwen-Klia suggerì di apporre le firme del trattato non in orizzontale, ma in cerchio, di modo che ognuna avesse lo stesso valore delle altre, testimoniando la buona fede di Nivius di Morulin e la rinata dignità dei nobili bisani. Nasceva così la Repubblica di Morulin, che caratterizzò l'età d'oro del popolo moriano, benedetta quattro anni più tardi dalle nozze tra Nivius e Gwen-Klia. Sotto la benevola protezione di Morulin, Aretis partecipò alla Guerra degli Scacchi contribuendo con il coraggio dei suoi guerrieri alla caduta dell'Impero. La capitale fu ricostruita più bella di un tempo e fiorirono nuove città come Gavinia, Fornos e Mistagliano.

Quando all'inizio del VI secolo Morulin visse un periodo di estrema decadenza, un discendente di Publio Lucinio Sagittante, Tito Claudio il Pio, assunse il titolo di dux e guidò la Repubblica attraverso una serie di riforme che portarono alla nascita del ducato di Morulin (512 d.B.). Quello stesso anno il Pio fondava il Cavalierato dei Lucenti, un ordine cavalleresco ispirato ai princîpi del Chiarore che avrebbe avuto un'estrema influenza sulla formazione dei giovani aretini fino alla sua misteriosa estinzione nel 757.

L'invasione delle Schlagen, che calarono in Elavia già dall'anno 888 circa, non riuscì ad avere ragione della città di Morulin fino al 1092. Il fronte militare fu a lungo tenuto proprio da Aretis, aiutato dall'audace resistenza dei Ninqueldar di Alquanor che non lasciarono mai passare l'invasore. Quando la capitale del Ducato cadde a seguito della Battaglia dei Picchi, il barone Lucio Valerio l'Ardito fece spontaneo atto di vassallaggio all'Impero della Rosa Nera, salvando la baronia dal saccheggio. Ciò che rimaneva del patriziato maggiore moriano, ormai esule, condannò il suo atto ritenendo a lungo che fosse stata la gens Valeria a disattendere l'Antico Giuramento di Morulin causando il crollo delle mura dell'Urbe.

Alla morte di Lucio, avvenuta nell'inverno del 1104 e dietro la quale alcuni vollero scorgere una mano teutone a causa del supposto riavvicinamento del barone al legittimo duca Benedict della gens Iulia, la baronia passò nelle mani di Demian Cassio da Fornos, signore di Aretis, e Kasperio Longavilla, signore di Podium ad Mirtum. Demian Cassio si rivelò però un seguace di Nuhr e, fuggito nel 1106 dalle segrete del tempio di Iaboth a Bonomia dove era stato imprigionato, prese le redini della baronia sottomettendosi a Demetrius.

Demian Cassio trasformò in breve Aretis in uno dei peggiori luoghi di tutta Elavia: sembrava non avere mire espansionistiche, per quanto avesse messo in piedi un forte esercito formato dai più abbietti criminali della penisola. Dopo la distruzione della sede della Gilda degli Armorieri presso Vitae Orbis, le file di Cassio si rimpolparono ulteriormente grazie alla liberazione dei numerosi prigionieri.

All'inizio del 1108 anche il Monastero della Verità Accecante cadde in mano nuhrita e solo durante l'Adunanza del 1109 i monaci riuscirono a riconquistarlo: il Monastero fu trasformato allora nella testa di ponte dell'attacco dell'intera armata elaviana alla città di Aretis, previsto per il Concilio d'Autunno dello stesso anno.

Dopo la liberazione, la baronia entrò a far parte del nuovo regno elaviano e i baroni che successivamente furono alla guida del territorio cercarono, con successo solo parziale, di rimuovere il ricordo della dominazione nuhrita che per così tanto tempo aveva oppresso gli abitanti.

Altre informazioni

Popolazione: 16.500 abitanti (90% umani, 10% altro)
Estensione: 2.749 Km quadrati

Governatore Remiel da Pontecorvo