Geografia | Il territorio di Burkel (conosciuto per diversi anni anche col nome nanico di Allieb), sebbene non vasto, alterna una notevole varietà di panorami. A sud si estende una pianura rigogliosa, bagnata dai molti piccoli affluenti del Fiume Lungo che scendono dalle montagne a nord: il territorio qui è caratterizzato dal clima tipico della grande pianura settentrionale, sovente ricoperto da una fitta nebbia, freddo ed umido d’inverno, caldo ed afoso d’estate, ma nonostante ciò estremamente rigoglioso e quindi adatto all’insediamento umano; si incontrano quindi numerose fattorie isolate e piccole comunità agricole che costeggiano i fiumi e la lunga strada lastricata che unisce Burkel a Turrito, offrendo un paesaggio all’apparenza sereno e piacevole. Più a nord, sopra al capitale Burkel, iniziano le colline che caratterizzano il resto della baronia: qui si possono trovare territori più selvaggi e meno abitati, ma che forniscono alla città importanti materie prime; infatti dalle foreste e dalle cave si ottengono ottimi materiali da costruzione che costituiscono per la popolazione locale quasi l’unica fonte di guadagno, se si esclude una limitata attività di allevamento, resa difficoltosa dai folti boschi di querce e betulle prima e sempreverdi poi. Infine, merita uno spazio a sé la grande foresta situata sulle colline della Serra: questo luogo sembra in qualche modo benedetto ed il bosco è così rigoglioso e vivo che alcuni parlano addirittura di magia; la spiegazione, al di là dei favolosi racconti, è piuttosto semplice: ivi dimora un antico treant che custodisce gelosamente la sua terra, coadiuvato in ciò da una nutrita schiera del Popolo della Foresta, comprendente silvani, ninfe e così via. Capitale di una delle due signorie e della baronia stessa, la città di Burkel (negli ultimi anni conosciuta come Allieb, ossia la contrazione di All-ieban-Nad, nome dato dai nani a questa terra) era nota soprattutto come centro di studi e di cultura e, a differenza della grande maggioranza delle città dell’antico regno di Rocciapiè, non era pesantemente fortificata e le mura che la circondano servivano più a delimitarne i confini che a difenderli. Dopo il 255 d.B. anche qui, come nelle altre terre del regno di Rocciapiè, venne costruito un tempio dedicato ad Ashanna e Theratos (antichi dèi della vita e della forgia, il secondo patrono della stirpe nanica), al quale però si affiancava un ancor più antico luogo di culto dedicato a Lhyra (antica dèa della conoscenza), che comprendeva una biblioteca, divenuta famosa in epoche più recenti, sotto la gestione della Corporazione dei Poeti Erranti, per la qualità dei testi ivi contenuti. Oltre a questi, sono molti gli edifici che all’interno delle mura meritano di essere visitati, in quanto tutta la città vecchia fu costruita con grande gusto ed evidente ostentazione. Ben diversa è la situazione delle case popolari e piccole attività artigiane che si assiepano al di là delle mura: qui si trovano le principali attività produttive della città, prima fra tutte la produzione di abiti pregiati, creati principalmente con lana filata in loco e che nel periodo di maggior fulgore della baronia era rinomata in quasi tutto il nord del paese, quando non anche oltre la Corona di Elavia, specialmente in Ferenzia. Nonostante i forti effluvi legati alle tinture, anche in questa zona la popolazione riesce a vivere in modo almeno dignitoso e la povertà, come anche la delinquenza, non sono comuni. A est di Burkel, lungo la via che porta al Nalim, troviamo Kasadiun, una cittadina cresciuta intorno alla fortezza omonima fatta erigere da Gabhor Bund-narag nel 468 d.B., per difendere Burkel in caso di attacco: è qui che è stata a lungo stanziata la principale forza militare della baronia, composta principalmente da duri ed esperti guerrieri nani. Solo dopo gli eventi dell´Adunanza 1112, quando le truppe del Granducato Palatino hanno aperto la strada alla conquista della baronia, la fortezza è stata sgombrata e, successivamente, occupata da truppe del Granducato del Mare. Situato invece tra le colline a nord di Burkel sorge il monastero di Parox: dedito un tempo al culto di Iaboth (antico dio della guerra) venne fondato per la prima volta nel 635 d.B., per poi essere distrutto durante l’invasione Schlaghen (888); venne poi ricostituito nell’anno 968, col consenso del barone locale. |
Araldica | D’azzurro all’abete d’argento. |
Storia | “… E così venne fondata la città di Burkel, splendida nelle sue torri e nelle sue vie, opera di uomini dal fine ingegno. Ma questa città che tanto dava rifugio al sapere ed all’arte non poté certo resistere alla forza del Re delle Piane e fu così che questa terra divenne null’altro che una preziosa gemma incastonata sulla corona del sovrano della potente Verkel.” Per raccontare la storia di questa terra bisogna iniziare dal luogo che ne costituisce il cuore, l’industriosa cittadina di Burkel: questa venne fondata nell’anno 44 dopo il Brillamento, ad opera di alcuni capofamiglia giunti dalla vicina Verkel; il suo nome stesso significava, nella lingua di questa popolazione, "piccolo borgo" ovviamente in contrapposizione con Verkel, il "grande borgo". Burkel era una cittadina atipica, centro di cultura e studi in un tempo di barbarie, e non stupisce dunque che nel 97 d.B. Vittorio Corini, re della Piana, con le sue preponderanti forze militari la annettesse a tutti gli effetti a Verkel, poggiando il suo diritto alla conquista proprio sul fatto che i fondatori fossero originari della capitale del regno. Burkel, d’altronde, non oppose alcuna resistenza all´annessione e, da quel momento, condivise il destino di Verkel per tutti i suoi primi anni: il Regno della Piana, sotto la guida della famiglia Corini, strinse forti legami di amicizia con il vicino regno nanico di Rocciapiè, con capitale Turrito, e fu al fianco del Thane dei nani che, già a partire dall’anno 160, contrastò con successo la Campagna del Nord del popolo shuel; anche la successiva Guerra degli Scacchi vide i regni della Piana e di Rocciapiè combattere insieme, ed al termine del conflitto (255 d.B), il re della Piana Guglielmo Corini si vassallò al Thane dei Nani, Thorn Bund-narag. Fu in seguito a questa annessione che iniziò a diffondersi il nome All-ieban-Nad, poi abbreviato in Allieb, per identificare le terre di Burkel: la parola significa “Casa della Sapienza” in lingua nanica. Col tempo, mentre la popolazione rimaneva in buona parte umana, i ruoli di governo vennero assunti in sempre maggiore misura da famiglie della nobiltà nanica. Sin da allora la città ha mantenuto la sua predilezione per la pace e lo studio, divenendo un importante ricettacolo di conoscenza ed ospitando una delle più rinomate biblioteche di Elavia. Fu nell’VIII secolo che iniziarono a giungere notizie di strani avvenimenti nei boschi della Serra, poi collegati alla presenza di un treant di tale potere che attirava a sé creature del popolo silvano: gli abitanti di Allieb, i più sapienti per rispetto e gli altri per superstizione, accettarono di buon grado tale insediamento, senza esserne disturbati. Nell’888, quando giunse l’invasione dell’Impero Teutone, l’allora giovane re di Rocciapiè, Gurth Bund-narag, assurto alla carica solo pochi mesi prima, scelse di accordarsi con l’invasore, evitando così una lunga e sanguinosa guerra alle sue terre: benché i termini dell’accordo fossero segreti, si venne poi a sapere che egli accettò di pagare forti imposte e di concedere il governo delle tre terre “esterne” (Nassel, Verkel e Iza) in cambio dell’autonomia totale delle tre “interne” (Turrito, Enuc e Allieb). Tuttavia, non passò lungo tempo prima che le truppe Cobra, violando gli accordi, penetrassero nei territori di Gurth, diretti prima verso le montagne ad Ovest di Turrito stessa e poi ad Eporedia (signoria dentro l’area di Turrito), lasciando un contingente ad occupare la fortezza di Kasadiun. Per quanto il governo del territorio fosse mantenuto dall’aristocrazia locale preesistente, la presenza Cobra ad Allieb portò allo scioglimento dei locali ordini militari che da sempre avevano difeso la baronia. Durante gli anni che seguirono la città si chiuse in una sorta di isolamento, divenendo via via insensibile agli avvenimenti del mondo circostante, chiusa nel suo guscio di arte e cultura ma priva di qualunque altro tipo di interesse o propensione: tale atteggiamento la preservò, a conti fatti, dal giogo ferreo che i teutoni riservarono a territori ben più recalcitranti. Solo in anni recenti questo atteggiamento iniziò a mutare: nel 1101 venne rifondato uno degli ordini cavallereschi della città, il Cristallo di Ghiaccio, il quale si legò profondamente legato alla Corporazione dei Poeti Erranti ed in particolare al suo rappresentante locale e custode della biblioteca. Sul finire del 1106 la città di Allieb, passò sotto il controllo del Nuovo Impero Oscuro, dopo il tradimento del barone Brobd Bund-narag che cedette la baronia al principato di Augusta ed al suo Principe Uzban Kommen, alleato dell’Imperatore Demetrius: in cambio, Brobd mantenne il suo titolo. A seguito della sconfitta dell’Imperatore, nel 1108, Uzban firmò il patto chiamato Bianca Alleanza con il Giglio Nero di Firendhol e D’vorak del Nalim, continuando a mantenere un saldo controllo su Allieb. Il monastero iabothiano di Parox, antica roccaforte fondata nel 334 da monaci-guerrieri di razza umana, rimase l´unica sacca di resistenza degna di nota e fu qui che i fedeli dell’antico dio della guerra combatterono costantemente contro i frequenti attacchi delle truppe naniche: il monastero cadde solo nel 1110. Nel mentre la biblioteca di Allieb, prima sotto la custodia della Corporazione dei Poeti Erranti, venne lasciata in stato di abbandono dai nani. Durante tutto il periodo di questi stravolgimenti anche bellici, presso i boschi della Serra la comunità di Silvani, protetta dal treant Celebel, continuò a vivere nascosta godendo di una discreta libertà: i nani, infatti, difficilmente si avventurarono in quelle zone ricche di leggende e da loro considerate "maledette". Nel corso dell’Adunanza dell’anno 1112, in virtù di una serie di accordi diplomatici, le truppe del Granducato Palatino e del Granducato del Mare diedero inizio alla riconquista della baronia, con l’intenzione di annetterla al Mare: un ultimo scampolo di terra restò ancora in mano alle ormai scomposte truppe dei nani di Augusta, ma dopo la scomparsa di Uzban Kommen (primavera del 1112), fu solo questione di tempo prima che tutto il territorio divenne ufficialmente una baronia elaviana: a testimonianza di ciò, già durante il mese del Serpente 1112 gli abitanti della parte liberata della baronia decisero unanimemente di tornare a chiamare l´intero territorio baronale ed il suo capoluogo con l’antico nome umano di Burkel. |
Altre informazioni | Capitale: Burkel |
Governatore | Koraglath |