Geografia | Molto è cambiato dalla liberazione di questa terra dal potere di Malvasio da Ateag. Grandi boschi umidi si estendono per tutta la baronia ricoprendo le pianure e le alte colline e cingendo le poche città presenti. La bella capitale Atinal sorge sulle rive del mare e si arrampica lungo il colle Falmio fino all´antica rocca, sede del Palazzo Baronale e del Senato Elaviano dalla fondazione alla liberazione di Morulin. Seguendo le strade principali che si inoltrano nella foresta si notano ancora oggi i resti dei ponteggi e delle palafitte utilizzati in passato per muoversi attraverso la palude. Si giunge così presso la grande Abbazia di Fossanova, suddivisa in due aree distinte. La prima, la più antica, ospita le Aule di Theratos, sacrario sotterraneo del Tonante restituito alla Chiesa in concomitanza con la liberazione della baronia. La seconda, più recente, è tristemente nota per aver ospitato la famigerata scuola di necromanzia che, corrotta, generò la confraternita dell´Abisso; il duca Benedict donò questa Abbazia all´Accademia delle Arti Arcane che vi stabilì la maggiore scuola di nictomanzia di Elavia. Da Fossanova si raggiunge in breve la città di Ninfa che, dopo la cacciata delle Fate di Fango, ha ritrovato la sua antica bellezza: i suoi muri ricoperti di piante fiorite, i suoi verdi terrazzamenti, il tempio di Ashanna, le innumerevoli fonti abbellite da statue della dea. La popolazione di Atinal è in crescita, a seguito di un periodo d´oro che l´ha vista dapprima sede temporanea del nascente regno, dunque dell´Adunanza del 1107 e della storica Sfida per il Trono. La baronia ha ospitato la sede secondaria del Senato Elaviano e uno dei circoli rituali più significativi di Elavia. Molteplici sono stati i mercanti e i dignitari che hanno acquistato immobili nella capitale, certi che risiedere così vicini al Senato Elaviano potesse favorire i loro interessi ed affari. Forse per questo in molte occasioni le sedute del Senato si sono tenute nella sede di Atinal piuttosto che nell´opulenta Capitale. |
Araldica | Arma: d´azzurro al delfino d´argento, capo onorevole di rosso ai tre alberi di Mor in oro. |
Storia | Fin dall´epoca degli Shuel Atinal è legata alla palude che ne ha dominato per lungo tempo l´entroterra. Scarse e frammentarie notizie si hanno sul popolo che per primo abitò quelle terre e che, nelle cronache di alcuni celebri storici ilopani, vengono chiamati Atiniali, da cui proverrebbe poi l´attuale nome della baronia, ma le leggende riguardo questa antica stirpe elaviana sono ormai perdute insieme con le tracce della loro civiltà e le origini di Atinal sono sprofondate così come la terra su cui sorge. I primi tentativi di bonifica dei territori paludosi della baronia risalgono certamente all´antichità, ad opera delle popolazioni originarie della zona e che vivevano principalmente lungo le coste pescose del territorio. Attraverso i secoli furono tentati rimedi continui, che però avevano il difetto di essere parziali in quanto tentavano di risolvere il problema in un ambito territoriale sempre limitato, e la palude aveva buon gioco a riguadagnare le zone temporaneamente sottrattele. Le acque allora ristagnavano, imputridivano e creavano le condizioni ideali per il propagarsi di numerose e mortifere malattie. Il primo tentativo di cui si conserva storicamente traccia e che fu in qualche modo risolutivo fu quello del Rivo Martino, una trincea scavata per raccogliere le acque della palude e farle defluire verso la costa di cui non è ben chiara la paternità. Alcune fonti ilopane la fanno risalire al popolo degli Atiniali, altre ancora invece agli Shuel, che hanno conquistato il territorio a seguito della fondazione di Morulin. Gli interrogativi restano, ma con molta verosimiglianza gli Atiniali iniziarono l´opera e gli Shuel, o addirittura i Morei, interessati alle nuove aree bonificate, terminarono i lavori di realizzazione del Rivo Martino. Eppure la dominazione moriana era destinata a durare ben poco, e la strada costruita dall´allora duca Appio Moreo detto il Gentile, per unire la città di Mor con il sud, sprofondò in breve tempo nel terreno malsano e tagliò nuovamente fuori i territori di Atinal da traffici commerciali e comunicazioni. Ogni forma di insediamento stabile che non si riducesse ai villaggi lungo la costa diventò di nuovo pressoché inattuabile e, eccezion fatta per alcuni sparuti centri abitati nell´entroterra, la baronia pur nominalmente parte del dominio di Morulin, rimase deserta e nell´anarchia. Più tardi alcuni monaci di Theratos, affascinati dall´asprezza del luogo, operarono nuove ed efficaci opere di bonifica e drenaggio dell´acqua nella zona che, in seguito, avrebbe dato il nome alla contrada di Fossanova, in cui sorse la storica ed immensa abbazia, primo tra i centri abitati della baronia fino alla fondazione di Atinal stessa. Gli ultimi tentativi di strappare la terra alle acque, che diedero infine dei risultati apprezzabili, risalgono a poco meno di tre secoli fa e precedettero la fondazione delle città di Atinal e Ninfa, oltre alla valorizzazione delle cittadine portuali lungo la costa finalmente collegate anche via terra. Risalgono a questo periodo, sotto la saggia guida del duca Nuvio Moreo, il recupero della via Appia e la valorizzazione agricola e artigianale della zona, la costruzione delle prime città fortificate e la nascita dei primi commerci. Da allora Atinal fu fedele e mansueta vassalla di Morulin, il barone fu scelto nella gens Flaminia, famiglia cadetta della casata ducale, una delle sette del Patriziato Maggiore. I territori della palude iniziarono poco a poco a risollevarsi dai tanti secoli di oscurità. Scarse furono le guerre che videro protagonista la baronia di Atinal, tant´è che la più sanguinosa battaglia che si ricordi fu il conflitto tra i sacerdoti del Monastero di Theratos a Fossanova e una setta di fedeli di Roun pronti a tutto pur di espugnarlo e farlo proprio. L´assedio durò numerosi mesi ed infine i sacerdoti del Signore delle Tempeste soccombettero, lasciando l´abbazia nelle mani della setta di Roun che la rivendicò come propria. Avvolto nel mistero fu però l´epilogo di questa lotta religiosa poiché pochi giorni dopo la sconfitta dei monaci di Theratos la cittadina che forniva loro viveri e vettovaglie fu colpita da un´epidemia senza precedenti che uccise in un sol colpo buona parte della popolazione e costrinse a fuggire i superstiti. Ninfa divenne così una città fantasma in cui nessuno volle più vivere e in cui, per anni, sono vissute solo piante forti e lussurregianti che coprivano totalmente le rovine del sacrario di Ashanna e delle abitazioni. Nel 970 d.B. il monastero di Fossanova, per volere del Conclave delle Dodici Chiese, si trasformò in una esclusiva scuola necromantica che godeva di immunità politica e religiosa. Nel 1092 l´invasione delle Vipere, tardiva com´è noto nei territori di Morulin, portò Atinal alla prima vera e propria guerra e vide molti giovani partire come coscritti per combattere al fianco di Alessio Moreo; le sorti nefaste della Battaglia dei Picchi si ripercossero irrimediabilmente su Atinal, strappata ai Flamini per essere affidata ad una reggenza teutone fedele agli ow Kreutz. Negli anni seguenti Drintz ow Kaiss, vassallo di Stard ow Kreutz, resse la baronia non curandosi di nessuno degli avvenimenti interni ai suoi territori: detto anche il "barone inesistente" scomparve nel 1103 dopo quattro anni dalla nomina. Proprio nel 1103 vennero alla luce le collusioni della scuola necromantica di Fossanova con il Nulla. Costoro appartenevano ad una nota setta di Roun conosciuta con il nome di Confraternita dell´Abisso e guidata da colui che da molti era reputato il vero barone di Atinal nonché signore di Fossanova: Malvasio da Ateag. Su suo ordine, marcescenti orde cinsero d´assedio Morulin e sconfissero in una tremenda battaglia le forze degli elaviani nei giorni dell´Adunanza 1103. Molte azioni belliche furono portate contro Atinal e Fossanova fino alla liberazione della baronia nella primavera del 1105 ad opera di un manipolo di valorosi elaviani guidati dal Lord Benedict Calyamon Iulius Alqualay Eryados, legittimo duca di Morulin. Da allora Atinal ha conosciuto un periodo di vera e propria rinascita. La grande palude che a seguito della bonifica moriana era tornata ad ammorbare l´entroterra della baronia a causa della presenza delle corrotte Fate di Fango della Corte della malvagia Linguamarcia fu bonificata in appena due anni grazie all´opera congiunta della comunità dei nani recentemente ristabilitisi ad Atinal e dei druidi della Città Sacra di Ninfa. La Rocca di Atinal, sede del Palazzo Baronale, fu ristrutturata e riportata agli antichi splendori. Presso Ninfa la Gilda dei Guaritori pose una piccola sede dalla quale studiare le malattie provenienti dalle paludi e verificare la presenza di specie vegetali piuttosto rare che antichi erbari vorrebbero poter attecchire nel solo suolo atiniale. All´atto del suo insediamento il duca Benedict convocò la prima seduta del Senato Moriano dopo la caduta di Morulin del 1092, spostando temporaneamente la sede del Senato nella città di Atinal. Il fatto fu profetico poiché solo un anno più tardi nasceva su impulso dello stesso duca il Senato Elaviano, primo consesso plenario dei nobili e reggenti elaviani, la cui sede fu stabilita proprio nella capitale della baronia. Lord Benedict, neoeletto Cancelliere del Senato e Lord Protettore del Regno fino all´avvento del Sovrano, dichiarò il ducato di Morulin Feudo Reale sotto il governo ereditario della gens Iulia. Tale dichiarazione fu confermata dal Sovrano nell´Editto di Ilopan. A seguito della liberazione di Morulin la sede del Senato fu spostata nella Capitale. |
Altre informazioni | Popolazione: 26.985 abitanti (80% umani, 10% elfi, 5% nani, 5% altro) |
Governatore | None |